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CANTONE«Si è insinuato nella vita della vittima»

09.07.18 - 15:51
L’accusa chiede tre anni e quattro mesi di detenzione per il 45enne accusato di atti sessuali con fanciulli. La difesa: «È un adulto fragile»
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«Si è insinuato nella vita della vittima»
L’accusa chiede tre anni e quattro mesi di detenzione per il 45enne accusato di atti sessuali con fanciulli. La difesa: «È un adulto fragile»

LUGANO - «Per lui i ragazzi sono dei “bastardi manipolatori”, ma è lui il manipolatore». Così la procuratrice pubblica Chiara Borelli, che chiede una pena detentiva di tre anni e quattro mesi per il 45enne a processo alle Criminali di Lugano principalmente per coazione sessuale e atti sessuali con fanciulli. «Si è riavvicinato a una famiglia disagiata e, quando gli si è presentata l’occasione, ha fatto suo l’appoggio al ragazzo e lo ha messo contro la madre. L’ha fatto sentire importante, lo ha ricoperto di regali». Un rapporto, questo, descritto in un diario di quarantasette pagine.

«Non lo voleva deludere» - Tra il 2016 e il 2017 l’imputato aveva indotto la vittima a masturbarsi, mostrandogli dei video erotici. Si tratta di una quarantina di episodi. «Anche se oggi non lo ammette più, lui sa benissimo che il ragazzo si sentiva a disagio ma che non diceva nulla perché non voleva deluderlo» afferma la procuratrice Borelli, ricordando comunque che anche altri giovani erano finiti nel mirino del 45enne.

La truffa - Non si parla soltanto di coazione sessuale e atti sessuali con fanciulli, ma - lo ricordiamo - anche di truffa: il 45enne non aveva dichiarato alle assicurazioni sociali, dalle quali percepiva delle prestazioni, di avere ricevuto una cospicua eredità.

La difesa: «Non si trattò di coazione» - «Il mio assistito ha sbagliato, commettendo degli atti che non vanno assolutamente sottovalutati, già solo per il fatto di aver coinvolto dei minorenni» esordisce quindi l’avvocato difensore Niccolò Giovanettina, battendosi per una pena inferiore ai tre anni, posta al beneficio della condizionale. Ma non si trattò, lo dice il legale, di coazione sessuale: «Non basta un rapporto affettivo». E l’avvocato sottolinea che il legame con il 45enne era stato riallacciato dalla madre del ragazzo, non viceversa, come sostenuto dall’accusa.

Come amici - Il 45enne ha creato con la vittima un legame quasi paterno? Non secondo il difensore, che spiega: «Lui è un adulto fragile, che appare come un ragazzo e che cerca nei giovani la loro compagnia». Si trattava quindi, a dire dell’avvocato, di un legame «tra amici, tra persone che fanno le stesse cose». Non solo: il legale definisce il 45enne come «l’anello debole della compagnia, perché lui non sfruttava i ragazzi ma subiva la loro agenda».

Le richieste di risarcimento - Per conto delle vittime, l’avvocato Isabel Schweri avanza pretese di risarcimento per torto morale per complessivi 8’500 franchi. Le assicurazioni sociali chiedono inoltre il rimborso di oltre 24’000 franchi illecitamente percepiti dall’imputato.

La decisione della Corte, presieduta dal giudice Marco Villa, sarà comunicata dopodomani, 11 luglio, alle 11.

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