Domenica scorsa il Riarena, dopo aver vinto il campionato, ha deciso di far tappa a Gordola per qualche sfottò. La FTC: «Senza un rapporto dell'arbitro non possiamo fare nulla»
GORDOLA - Qualche colpo di clacson, qualche sfottò e un pomeriggio di sport si è rapidamente trasformato in una zuffa. È successo lo scorso weekend sul campo del Gordola, ma le squadre protagoniste del "fattaccio" non giocavano nemmeno una contro l’altra. Al contrario disputavano la loro partita a chilometri di distanza.
Protagoniste sono state infatti la squadra locale e il Riarena, impegnato a Dongio. In occasione dell’ultimo turno del campionato di 3a Lega (Gruppo 2), le due compagini del Locarnese (che tra l'altro condividono lo stesso settore giovanile...) si sfidavano a distanza per il primo posto in classifica, conquistato dal Riarena dopo la vittoria di entrambe e squadre.
I fatti - Stando alle informazioni da noi raccolte, giocatori e staff del Gordola si trovavano al campo dopo la loro partita. Quelli del Riarena, di ritorno a Cugnasco dalla trasferta bleniese, hanno deciso di far tappa a casa dei “rivali” per qualche sfottò e qualche colpo di clacson. Cosa che evidentemente non è piaciuta ai gialloblù. Da lì alle vere e proprie scaramucce il passo è stato breve.
Una semplice bravata, magari dovuta alla giovane età dei protagonisti? I ben informati assicurano di no. I “trascinatori” sarebbero infatti giocatori esperti (ma non solo) che in passato avevano avuto qualche ruggine con la dirigenza del Gordola e che, visto il successo sui rivali, evidentemente non hanno perso l’occasione per “vendicarsi”.
Stagione sfortunata - Ad onor del vero il campo avrebbe dato ragione al Gordola, se non fosse stato per un errore di tesseramento di un giocatore (proveniente proprio dal Riarena…) che è costato nella prima partita la sconfitta a tavolino contro i Carassesi. Tre punti persi che si sono poi rivelati decisivi, visto che Gordola e Riarena - complice anche il Brissago che ha ritirato la squadra - hanno terminato la stagione con gli stessi punti.
A decidere è stata dunque la (discussa) “classifica fairplay” che per quell’errore (costato 35 punti di penalità) ha sorriso al Riarena. Inutile, insomma, aver vinto entrambi gli scontri diretti ed avere il miglior attacco e la miglior difesa del campionato.
Bocche cucite - Da noi contattato, il presidente del Gordola ha optato per il silenzio, pur lasciando trasparire amarezza per l’accaduto. «Una parola è troppa e due sono poche», ha commentato Gerold Matter. «Per noi la vicenda finisce qui». Anche il presidente del Riarena Flavio Remonda ha preferito non commentare i fatti, anche perché non era presente quando sono avvenuti.
Dal canto suo, la Federazione Ticinese di Calcio, per bocca del segretario della Sezione disciplinare Domenico Martinello, conferma che qualcosa è accaduto: «Abbiamo avviato una procedura di verifica ma gli elementi raccolti sono soggettivi. Inoltre, per casi simili, non abbiamo la necessaria base legale per comminare decisioni disciplinari. Potremmo agire se in mano avessimo un rapporto dell’arbitro o di un ispettore/istruttore dell’ASF. In questo contesto l’arbitro era già andato via e non ha potuto assistere ad alcunché».