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CANTONELazzeri: «Non ci sono più soldi. È un grande dolore»

17.05.18 - 15:51
Il commento del vescovo della Diocesi di Lugano, Valerio Lazzeri, editore del Giornale del Popolo che da sabato non sarà più in edicola
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Lazzeri: «Non ci sono più soldi. È un grande dolore»
Il commento del vescovo della Diocesi di Lugano, Valerio Lazzeri, editore del Giornale del Popolo che da sabato non sarà più in edicola

«È un grande dolore, soprattutto se penso ai posti di lavoro che vengono a mancare, alle persone che rimangono senza una prospettiva immediata». Commenta così, il vescovo della Diocesi di Lugano Valerio Lazzeri, la notizia della chiusura del Giornale del Popolo del quale è editore. 

Una chiusura che è «un atto dovuto», spiega, vista l'assenza dei fondi necessari per finanziare il quotidiano. «Il rischio di far lavorare i dipendenti senza poter pagare loro gli stupendi il mese prossimo era troppo grande», aggiunge.

A pesare, conferma il Vescovo, è stato il fallimento di Publicitas. «Ciò ha portato una situazione debitoria che mi rendeva impossibile andare avanti. Il bilancio era tale che per legge lo abbiamo dovuto presentare al pretore».

«Un settimanale? Ci abbiamo pensato» - Lazzeri ammette di aver preso in considerazione l'opzione di trasformare il GdP in un settimanale. Ma di averla dovuta scartare. «La possibilità è stata considerata. Ma esaminandone la sostenibilità abbiamo ritrovato problemi analoghi a quelli che ci hanno portato alla chiusura. Un settimanale non può avere 20 dipendenti o più, oltretutto ha una diffusione minore. Non era un'opzione possibile, almeno nell'immediato».

Il distaccamento dal CdT - Il Vescovo spiega le ragioni della recente divisione dal Corriere del Ticino (che attualmente risulta ancora azionista di minoranza del quotidiano). «Era partner di un contratto terminato il 31 dicembre. Loro hanno continuato a onorare gli impegni del contratto precedente, ma è evidente che non poteva esserci una presa a carico del GdP in quelli che erano tutti i suoi bisogni. Ci siamo trovati di fronte alla prospettiva di rinnovare un contratto che comportava comunque impegni e condizioni da rispettare. Non avevamo la garanzia di poterlo onorare».

Chiusura inattesa - Lazzeri sottolinea di non aver scelto la scissione dal CdT in previsione di una possibile chiusura: «Finita questa collaborazione avevamo davanti una strada in salita, con tante insidie. Un sentiero di montagna che abbiamo voluto intraprendere per non lasciare nulla di intentato. Eravamo forti della promessa di Publicitas. Che non ha mantenuto. E Publicitas era "la gamba" che sosteneva l'impresa quasi per la metà».

Nessun piano sociale all'orizzonte - A restare senza lavoro, conclude il Vescovo, sono poco meno di 30 giornalisti, per i quali al momento non è previsto un piano sociale: «Quando si presentano i bilanci è perché non ci sono più soldi. Fino a che non si esprime il pretore non si può decidere nulla. Per questo non possiamo parlare di un piano sociale. Ci fossero stati fondi avremmo potuto considerare lo scenario delle liquidazioni. Allo stato attuale possiamo solo attendere la sentenza di chi esaminerà i conti».

Lo stesso discorso vale per gli abbonati. «Anche loro, purtroppo, sono persone danneggiate da questa chiusura improvvisa. Entreranno in linea di conto tra coloro che dovranno essere risarciti, ma sarà sempre il pretore a dover decidere».

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COMMENTI
 

samarcanda 5 anni fa su tio
Era il giornale del Medioevo. Giusto che finisca.

HBM 5 anni fa su tio
Fallimento della chiesa cattolica? Non é possibile lasciare a casa 30 Persone senza lavoro, senza piano sociale e nascondersi dietro la chiesa che non ha soldi. Se il giornale è gestito dalla chiesa, la chiesa è responsabile e si prenda le conseguenze come giusto sia.

vulpus 5 anni fa su tio
Da quanto tempo si dibattevano nel marasma finanziario? Chiaro che un quotidiano che chiude, di qualsiasi tipo, è una perdita per il confronto democratico e non delle notizie. Ora in tanti si dicono dispiaciuti, si stracciano i vestiti, ma avrebbero potuto pensarci prima se veramente ci tenevano al GdP. E poi c'è da chiedersi, se un vescovo, che pur capace possa essere debba assumere le vesti di editore di un quotidiano, un mondo quello del giornalismo, che ha cambiato volto negli ultimi anni. Una volta si facevano una concorrenza spietata, sulle notizie, sulla pubblicità. Ora invece dietro sono tutti accordati, differenziandosi, per qualche sparata sulla politica locale e sui titoli.

roma 5 anni fa su tio
...una delle filiali della multinazionale più ricca al mondo non ha più i soldi per mandare avanti un quotidiano e lascia nella palta 30 padri di famiglia senza un piano sociale? VERGOGNATEVI.

Mattiatr 5 anni fa su tio
Risposta a roma
hahahahahahahaha

tazmaniac 5 anni fa su tio
Risposta a roma
sai com'è. I soldi servono per mantenere altre persone.

Iron 883 5 anni fa su tio
Il fondatore del GdP è stato dichiarato da Roma venerabile e, se non erro, dovrebbe essere dichiarato Beato Aurelio Bacciarini. E mons. Lazzeri? Come verrà dichiarato? Venerabile, Beato oppure bancarottiere?

mgmb 5 anni fa su tio
Non capisco dove sta il problema, la chiesa dice che non va perché mancano i soldi, bene, allora la prendono i 30 giornalisti che lavorano e fanno una bella società e avanti popolo.

samarcanda 5 anni fa su tio
Pregate "Il vostro Buon Gesù", gli amici ciellini, lo IOR e il vostro Dio vi aiuterà. Pregate anche il buon papa, francescano e gesuita al contempo, di darvi un po' dell'Impero di denaro che si è tenuto, facendo finta di darlo ai poveri.

gigipippa 5 anni fa su tio
Oramai la chiesa non é nient'altro che una azienda multinazionale, il cui utile é mirato unicamente al mantenimento dei privilegi del clero.

samarcanda 5 anni fa su tio
Risposta a gigipippa
Meglio così che un'azienda che torturava e bruciava le persone. Solo gli stati liberali sono riusciti a farli smettere. Resta la pedofilia, il mistero della morte della povera Emanuela Orlandi e molti altri crimini di impossibile soluzione.

saetta 5 anni fa su tio
Il vescovo ha detto poco fa al telegiornale che se la Curia avesse voluto salvare il GDP, si sarebbe messa in ginocchio da sola... A questo punto che fallisca la Curia! Vogliamo lasciare a casa 30 dipendenti con tanto di famiglia?? VERGOGNA! La colpa di tutta questa storia è del vescovo che non sa gestire un giornale....ma quale editore....mi spiace tanto ma è un gran incompetente!

Mattiatr 5 anni fa su tio
Risposta a saetta
La curia non ha da pensare unicamente al giornale del popolo. Nel mio paese per esempio negli ultimi anni ha stanziato soldi per la ristrutturazione dell'ex casa parrocchiale per creare due appartamenti e per la manutenzione di una cappella. Detto così può sembrar banale ma in un paese di 50-60 persone (esagerando) la creazione di due nuovi appartamenti può comportare un aumento (anche se leggerissimo) dei residenti. Io stesso all'assemblea parrocchiale ho concesso il mio voto al progetto e dopo decine di anni passati ad accumulare soldi finalmente riusciremo a fare qualcosa. Senza la Curia tutto ciò non sarebbe stato possibile. E comunque non è che gli altri enti cantonali brillino, sto ancora aspettando l'ente turistico per sistemarmi il sentiero che uso per andare in cascina. Mio padre fece una segnalazione prima che nascessi, eppure nemmeno lo puliscono. Inoltre il giornalismo è un settore in crisi da decenni, i miei coetanei il giornale manco sanno cosa è, sono troppo concentrati sui social network quindi mettiti il cuore in pace a ammira i giornali affondare in un oblio gelido alla Titanik. In fondo non mi pare che ci sia stato tutto questo scandalo con calzolai, orologiai, ...

casi89 5 anni fa su tio
adesso la chiesa va vedere come aiuta.il lazzari sarebbe meglio stia zitto e non si nasconda dietro la chiesa.

Libero pensatore 5 anni fa su tio
È normale così. Le persone si informano in altri modi ed è evidente che i giornali non potranno sopravvivere a lungo. Il ticino inoltre è un mercato veramente piccolo e la chiesa comunque è in crisi da anni

Gus 5 anni fa su tio
Nessun piano sociale: il volto sociale della Chiesa! Parole!

skorpio 5 anni fa su tio
Che coraggio parlare così, lui che sarà l unica a mantenere comunque posto e stpendio...complimenti...

curzio 5 anni fa su tio
Pregate! Sia fatta la volontà del signore. Se dio non avesse voluto far chiudere il GdP, avrebbe fatto un piccolo miracolo. Per uno che in sei giorni ha creato tutto l'universo non dovrebbe essere un problema salvare un giornale.

rompibal 5 anni fa su tio
Ci vuole un miracolo.......

dino 5 anni fa su tio
Una dimostrazione chiara è lampante di misericordia, di fede, di pietà e di amore della chiesa per il suo gregge, che chiude il gdp per mancanza di soldi ??!! Incredibile.

siska 5 anni fa su tio
Ehh hahaha..anch'io ho bisogno di qualche soldino in più, tutti hanno bisogno di qualche soldino in più ma Non per diventare ricchi e arraffare semplicemente ottenere e avere un lavoro degno con dei salari dignitosi che ti facciano tirare almeno un sospiro di sollievo niente di più!

Ganna2 5 anni fa su tio
(continua) A questo punto tutto sembra andare perfettamente, tranne per il gruppo cdt che torna a gestire uno solo dei tre quotidiani ticinesi (anche se comunque acquisisce il Caffè). Qui succede qualcosa che mi sembra puzzi un po’: il gruppo del cdt e altri importanti gruppi di Media svizzeri fondano una grande associazione che serva per collaborazioni (vedi notizie di un po’ di tempo fa). Ora, stranamente, subito dopo la creazione di questo gruppo tutti i gruppi di Media d’oltralpe abbandonano improvvisamente Publicitas (che il cdt aveva già abbandonato) che forzatamente fallisce e fa fallire anche il GdP (notizia di oggi), con cui il GdP si era accordato per il suo futuro, indipendente dal gruppo cdt. Visti questi fatti a me il tutto sembra una mossa di ritorsione del gruppo cdt versi il GdP che aveva osato staccarsi. (Mi resta solo da capire come abbia fatto il gruppo del cdt a convincere tutte quelle potenti testate d’oltralpe a dar seguito ai suoi piani di ritorsione). Ricordo che sono solo ipotesi di uno che non ne sa tanto. Cari saluti e viva il GdP!

Ganna2 5 anni fa su tio
Io non ho capito un granché di tutta questa storia, provo a scrivere qui sotto quello che ho capito e chi è più informato se vuole corregga e/o aggiunga. Un po’ di anni fa un GdP in difficoltà entra nel gruppo del cdt per cercare di superare la crisi, per un paio di anni la collaborazione funziona, nel mentre il gruppo cdt si dissocia da Publicitas e crea una società sua (Media Ti Marketing) che si occupi della pubblicità sui mezzi di informazione del gruppo cdt. Poi però il cdt comincia a diventare opprimente e vuole imporre al GdP cosa pubblicare e cosa no. Di conseguenza il GdP per preservare la sua identità esce dal gruppo cdt e prova ad andare avanti da solo, per quanto riguarda gli spazi pubblicitari torna a rivolgersi a Publicitas con la quale trova un accordo. Allo stesso tempo il GdP inizia a trovare intese con la Regione Ticino e insieme le due testate gesticono Ticino 7.
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