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GORDOLA/MINUSIOÈ il giorno del dolore: l'ultimo saluto a Marco ed Elena

05.04.18 - 09:12
La toccante testimonianza di Dante Scolari, il fratello della donna perita sotto la frana tra Camedo e Re: «Non do la colpa a nessuno. Il Signore ha voluto questo e dobbiamo accettarlo»
È il giorno del dolore: l'ultimo saluto a Marco ed Elena
La toccante testimonianza di Dante Scolari, il fratello della donna perita sotto la frana tra Camedo e Re: «Non do la colpa a nessuno. Il Signore ha voluto questo e dobbiamo accettarlo»

GORDOLA/ MINUSIO – È il giorno del dolore. Del silenzio. Della commozione. È il giorno dei funerali di Marco Brignoli, classe 1963, e di Elena Scolari (1965), le due vittime della frana abbattutasi sulla statale tra Camedo e Re, nel pomeriggio di Pasqua. Oggi, giovedì, alle 14.30 si svolgerà la cerimonia religiosa presso la chiesa parrocchiale di Gordola. Seguirà l'accompagnamento al cimitero di Minusio, località in cui viveva la coppia.

Il mistero della vita – A colpire, in un momento in cui tutti puntano il dito contro le autorità italiane per il dramma accaduto, è la grande dignità con cui le famiglie di Marco ed Elena stanno vivendo queste drammatiche ore. «Non do la colpa a nessuno – spiega Dante Scolari, fratello di Elena –. Il Signore ha voluto questo, dobbiamo accettarlo. La vita e la morte sono misteri. Il dolore immenso che possiamo provare al momento forse è solo una minima parte di un sentimento più grande e più bello che potremo provare, un giorno, in un'altra dimensione». 

La brutta favola – Dante era molto legato alla sorella e al cognato. E poco tempo fa, l'11 febbraio, aveva perso anche il papà, deceduto per malattia. «Tra la morte di nostro padre e la morte di Elena – racconta commosso – sono passate esattamente sette domeniche. Mio papà è morto alle 15.40 dell'11 febbraio. Mia sorella alla stessa ora, sette settimane dopo. In questi giorni, a volte, mi sembra di vivere all'interno di una brutta favola. Ma dobbiamo reagire, tutti insieme. Ho sentito dire da più persone che la tragedia è stata una questione di secondi. Forse non è così. Forse se Elena e Marco fossero partiti un quarto d'ora dopo, la frana sarebbe comunque caduta al momento del loro passaggio. Nessuno può sapere qual è il disegno divino». 

La confusione sui documenti – Emerge poi un dettaglio curioso e, per certi versi, beffardo. Nelle prime ore dopo il dramma, diversi media avevano riportato della morte di due cittadini del Bellinzonese, anziché del Locarnese. Un errore dovuto a un semplice disguido a monte. «Pare che i primi soccorritori avessero trovato una carta d'identità svizzera. Non so se fosse quella di Elena o quella di Marco. Sulla carta c'è Bellinzona come luogo di rilascio del documento. Insomma, le autorità inizialmente hanno fatto un po' di confusione. Hanno confuso il luogo di rilascio del documento con il domicilio della coppia». E questo probabilmente perché in Svizzera è il Cantone (Bellinzona) a rilasciare il documento di identità. In Italia, invece, è il Comune di residenza. «A un certo punto si parlava anche di Brione Verzasca, che in realtà è il luogo di attinenza di mia sorella».

La partita a carte – Dettagli non da poco se si pensa che Dante, domenica poco dopo le 19, aveva saputo della notizia della frana facendo zapping in televisione, e soffermandosi casualmente su un telegiornale italiano. Senza sospettare che tra le vittime potessero esserci due suoi cari. «Il fatto di cronaca mi aveva colpito. Ovviamente. Ma, avendo sentito parlare di cittadini bellinzonesi, non avevo minimamente pensato a miei famigliari. Infatti, poco dopo sono tranquillamente uscito di casa per andare a fare una partita a carte con alcuni amici». Verso le 21 il cellulare squilla. Al telefono c'è la mamma. Ha la voce provata. Si capisce subito che qualcosa non quadra. Ha appena ricevuto la visita della polizia a casa. Per Dante e per i suoi famigliari inizia una lunga, lunghissima, notte. 

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