L'ex patron dell'Oceano affida ai social lo sfogo contro la decisione della procura di ricorrere in appello
LUGANO - La "piccola odissea giudiziaria" di Ulisse Albertalli, con la sentenza dello scorso 9 febbraio ha trovato solo un momento di tregua, non la sua conclusione.
A confermarlo è stato, il giorno stesso della decisione che ha scagionato dalle accuse di usura e promovimento della prostituzione l'ex patron dell’Oceano di Pazzallo, il procuratore John Noseda.
Una scelta, quella di ricorrere in appello, che non è andata giù ad Albertalli che sognava, finalmente, di godersi la pensione. «Tanto pagano i contribuenti», ha commentato sui social a distanza di qualche giorno l'ex re dei locali a luci rosse. «Noseda tutte le volte è andato avanti e ho sempre avuto ragione - ha aggiunto -. Una persona che lo stato mette a capo di una procura dovrebbe essere più imparziale e rispettare di più i giudici. Alla fine era talmente incazzato che, uscendo, i giudici non li ha nemmeno salutati. Un grande esempio per il popolo sovrano».