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I profitti illeciti passavano in parte attraverso una fiduciaria di Rancate. Sei persone sono state iscritte nel registro degli indagati in Ticino
MENDRISIO - La giustizia italiana sta iniziando a tracciare i contorni di un vasto traffico di farmaci antitumorali rubati nella vicina Penisola che coinvolge anche il Ticino. Lo riferisce il CdT.
La vicenda vede implicati due professionisti italiani - fermati in Ticino nel 2014 e tuttora indagati - che tramite una rete di operatori complici all’interno del ramo sanitario rimetteva in vendita i medicinali rubati. Secondo gli elementi dell’indagine, parte dei profitti - circa 4 milioni di franchi - sarebbe stata riciclata proprio in Ticino, grazie alla complicità di un bancario attivo nel Luganese e di una finanziaria, nel frattempo posta in liquidazione, di Rancate.
Le forze dell’ordine italiane hanno sequestrato medicinali per circa 3 milioni di euro e beni degli indiziati per quasi 23 milioni di euro. Sei persone sono state iscritte nel registro degli indagati in Ticino: due ex responsabili della fiduciaria, due ex clienti, un bancario e un fiduciario.
