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BREGAGLIA (GR)«Sono riuscito solo a dare da mangiare al gatto e alle galline»

25.08.17 - 15:38
Dopo la frana, molti abitanti di Bondo non potranno tornare a casa per molto tempo. Ma è stato permesso loro di andare a nutrire i propri animali
«Sono riuscito solo a dare da mangiare al gatto e alle galline»
Dopo la frana, molti abitanti di Bondo non potranno tornare a casa per molto tempo. Ma è stato permesso loro di andare a nutrire i propri animali

BREGAGLIA - Escavatori al lavoro senza sosta, strade bloccate ed elicotteri alla ricerca dei dispersi. A due giorni dalla frana che ha quasi travolto il villaggio di Bondo, frazione di Bregaglia (GR), vige ancora lo stato d'emergenza.

Il ritorno alla normalità sarà molto lento, come spiegato oggi in conferenza stampa dalla polizia grigionese e le Autorità locali. Se qualche abitante ha potuto fare ritorno presso la propria abitazione, per molti altri i tempi si dilatano e anche molto. Ma non sono mancate delle eccezioni, in particolare per chi, in quelle abitazioni, ha lasciato delle bocche da sfamare.

Tra questi Fausto Picenoni. Quando la frana si è staccata dal Pizzo Cengalo, Picenoni stava lavorando: «All’improvviso il mio telefono ha iniziato a suonare ininterrottamente, i media ci chiamavano, ho iniziato a vedere il fiume di fango, ma eravamo inermi, non potevamo fare nulla. C’è stata tanta paura, soprattutto da parte delle persone anziane, anche perché non capivamo bene cosa stesse davvero succedendo».

«Ieri - prosegue - sono rientrato in casa accompagnato dagli uomini della Protezione Civile, e ho potuto dare da mangiare alle galline e al gatto. Tutto molto velocemente perché bisognava abbandonare subito la zona. Non so ancora quando potrò rientrare in casa. Nessuno lo può dire. Se continuerà a piovere ci saranno altri scoscendimenti e allora si andrà molto per le lunghe, forse settimane o perfino un mese. Siamo stati indubbiamente fortunati, le case hanno retto, ma ciò che potrebbe arrivare nei prossimi mesi rappresenta un’incognita e certo non fa stare tranquilli».

Nemmeno Lorena Picenoni, 19 anni, ha potuto tornare a casa: «Stavo lavorando in Engadina quando ho ricevuto la chiamata di mia madre che mi ha avvertito che avremmo dovuto evacuare dalla nostra zona. Nel frattempo ricevevo un sacco di messaggi di amici e parenti che mi chiedevano se stessi bene. La paura è stata davvero tanta, non sapevamo chi doveva abbandonare le proprie abitazioni e chi poteva restare. Ora ho chiesto ospitalità presso un amico. La nostra casa è integra, ma la colata di detriti è passata proprio accanto alla casa».

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