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CANTONE«Ci hanno fatto scendere dall'auto puntandoci le armi alla testa»

15.08.17 - 13:40
Una famiglia di turisti emiratensi denuncia l'arresto subito giovedì scorso e valuta una denuncia contro la Polizia ticinese. La Fedpol: «È stato un errore»
archivio tipress
«Ci hanno fatto scendere dall'auto puntandoci le armi alla testa»
Una famiglia di turisti emiratensi denuncia l'arresto subito giovedì scorso e valuta una denuncia contro la Polizia ticinese. La Fedpol: «È stato un errore»

BELLINZONA - Sono state vacanze piuttosto movimentate quelle trascorse in Svizzera da una famiglia proveniente dagli Emirati Arabi Uniti, che ha raccontato al quotidiano The National di essere stata arrestata con la forza giovedì scorso, mentre si stava recando in auto da Zurigo a Lugano. 

Intercettati dalla Polizia ticinese, gli occupanti del veicolo sono stati invitati a scendere. «Hanno puntato le loro armi alla mia testa e a quella di mia moglie. Gli agenti erano in sette e ci hanno parlato in italiano. Non capivo nulla di quello che mi dicevano», ha raccontato il 43enne, che in un primo momento ha pensato di aver commesso una violazione del codice stradale. «Ci hanno fatto scendere dall’auto. Siamo stati ammanettati e lasciati in piedi sotto la pioggia. Sono stati molto sgarbati e aggressivi».

Una volta alla centrale di polizia di Bellinzona il motivo del fermo è stato chiarito. L’Audi a bordo della quale viaggiava la coppia assieme ai due figli era ricercata: «Mi hanno chiesto dove e quando avessi noleggiato l’automobile. Poi si sono scusati e ci hanno lasciati ripartire».

«Un errore» - Contattata dal quotidiano emiratense, la portavoce dell’Ufficio federale di polizia Lulzana Musliu ha chiarito che l’arresto della famiglia è avvenuto a causa di un errore: «Gli occupanti del veicolo non sono stati perquisiti. Non erano loro le persone che stavamo cercando. Hanno solo noleggiato l’auto», ha spiegato.

La vicenda non è però ancora conclusa del tutto. Il 43enne starebbe infatti valutando se sporgere o meno denuncia nei confronti delle forze dell’ordine ticinesi che, oltre ad un «uso eccessivo e non necessario della forza», avrebbero anche impedito alla famiglia di contattare la propria ambasciata. «Chiunque ha il diritto di rivolgersi alla propria ambasciata immediatamente - ha dichiarato un membro della rappresentanza diplomatica degli Emirati Arabi Uniti - senza essere prima trasportato ad una centrale di polizia».

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