Sarebbe alle battute finali l'inchiesta sulla morte della donna eritrea caduta dal sesto piano di una palazzina
BELLINZONA - «Non l’ho spinta fuori io, anzi ho cercato di salvarla. L’ho afferrata al polso, ho stretto mentre lei penzolava nel vuoto fuori dal balcone». È con queste parole che, come riporta oggi il Caffè, si difenderebbe il cittadino eritreo di 35 anni accusato di aver ucciso, lo scorso 3 luglio a Bellinzona, la compagna.
L’inchiesta, coordinata dal procuratore pubblico Moreno Capella, sarebbe quasi terminata. E si è dovuta basare su unico indagato e nessun testimone oculare diretto. Come ricorda il domenicale, i vicini avrebbero comunque parlato di frequenti litigi. E a poche ore dalla morte della donna, qualcuno avrebbe inoltre detto che «già un’altra volta la donna era in bilico sul balcone».