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LUGANO «La discriminazione al femminile in Svizzera non esiste»

06.04.17 - 12:27
Il deputato Paolo Pamini, finito nella bufera per alcune sue opinioni sulla disparità salariale delle donne e sulla maternità, non fa dietrofront
Tipress
«La discriminazione al femminile in Svizzera non esiste»
Il deputato Paolo Pamini, finito nella bufera per alcune sue opinioni sulla disparità salariale delle donne e sulla maternità, non fa dietrofront

LUGANO – Antiquato, sessista e maschilista. È l’etichetta che sui social network è stata affibbiata a Paolo Pamini, dopo l’opinione pubblicata di recente sul Corriere del Ticino in merito al tema delle donne e della disparità salariale. «Le donne guadagnano meno perché hanno la maternità», è il pensiero del deputato de La Destra. In sintesi: la donna ha la vocazione di mamma. Dunque, visto che prima o poi c’è il rischio che lasci il lavoro, è comprensibile che guadagni meno. Da giorni il popolo del web insorge contro di lui. Anche alcuni politici lo hanno attaccato duramente. E allora noi, Pamini, lo abbiamo contattato per capire se, dopo avere innescato la bomba, intende correggere il tiro.

Pamini, sua moglie le parla ancora?

Certo, e perché non dovrebbe? Sappiamo entrambi che, se un giorno dovessimo avere un figlio, dovremo, in un modo o nell’altro, o io o lei, sacrificare il tempo di lavoro.

Spesso è la mamma a rinunciare al lavoro.

Il bambino ha bisogno di qualcuno che si occupi di lui. Se entrambi i genitori vogliono lavorare, bisogna pagare una tata. E anche in questo caso il reddito complessivo della coppia diminuirà. Non è un caso che il fatto di avere assunto una tata sia deducibile dalle imposte. Il discorso economico torna sempre.

Perché si è lanciato in questa operazione-kamikaze?

Lo scorso 8 marzo mi sono infastidito sentendo parlare di discriminazione delle donne in Svizzera. Poi, poche settimane dopo, sono usciti i dati statistici sui rilevamenti salariali. E lì non ce l’ho più fatta.

Le hanno dato del superficiale. Cosa replica?

Mi accusano di avere detto cose ovvie. E allora perché indignarsi di fronte a tanta ovvietà? Qualcosa non quadra. Io ho solo lanciato una riflessione. Parlare di discriminazione in Svizzera non ha senso. D’altra parte forse è logico che la donna, avendo il ruolo importantissimo di mamma, debba sacrificare la parte lavorativa.

Insomma, per lei è normale che le donne guadagnino mediamente tra il 15 e il 20% in meno degli uomini. Lo ribadisce?

Sì. E questo non significa discriminare. È provato che se una donna fa una pausa lavorativa di un anno, dovuta alla maternità, la sua carriera ne risente. Ma è normale. Perché bisogna essere tanto ipocriti da negarlo?

Ci sono anche donne che, per scelta, decidono di non avere figli.

Certo. E in alcuni casi queste donne arrivano addirittura a guadagnare più dei colleghi maschi. È una questione di scelte. Di priorità. D’altra parte il mio commento si riferiva a dati medi, non ai casi specifici.

Lo sa che ci sono datori di lavoro che, prima di assumere una donna di 25 anni, ci pensano due volte?

Sì. E anche questo lo trovo comprensibile. Il datore di lavoro sa benissimo che quella è un’età fertile. Se hai un’azienda di grandi dimensioni, ti puoi permettere di assumere una 25enne che a un certo punto magari resta incinta. Se hai una piccola ditta, con pochi dipendenti, può essere un problema.

Ma lei una soluzione al discorso della differenza salariale tra uomo e donna ce l’ha?

Io dico solo che non bisogna negare le differenze alla base della vita. Oggi possiamo beneficiare di asili nido e di modelli di lavoro flessibili, anche per i papà.

Personalmente che rapporto ha con le donne?

Le ritengo portatrici di ricchezza. Ciò non significa volere l’equiparazione quasi biologica tra i due sessi. Sarebbe innaturale.

Secondo lei perché il suo commento ha suscitato tante polemiche?

Alcune reazioni sono interessanti. Nascondono pregiudizi molto radicati nella nostra società. A me sembra che si stia scavando sul fondo del barile pur di rivendicare diritti. Non è così che si migliorano le cose. Io ho solo espresso un dato di fatto.

 

 

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COMMENTI
 

Tato50 6 anni fa su tio
Io sarei favorevole a dare uno stipendio a chi di professione, perché la considero tale, fa la "casalinga".

falcodellarupe 6 anni fa su tio
Perchè tutto questo bailamme?? Dicono che sia di destra, e allora?? Mi sembra che abbia fatto una riflessione logica e condivisibile nelle sue linee essenziali, poi ci possono essere eccezzioni ma ciò non toglie l'essenzialità della sua analisi. E' una problematica difficile e a volte contorta, in base alla valutazione di genere, ma necessitante di approfondimento scevro da posizioni preconcette.

Meno 6 anni fa su tio
Risposta a falcodellarupe
Hai ragione, è una problematica difficile e sensibile, ma è proprio per questo che per cercare di porre rimedio bisogna innanzitutto prendere atto della realtà invece di accusare chi la dice di maschilismo, senza neanche entrare nel merito delle constatazioni che in buona parte ritengo oggettive e innegabili.

comp61 6 anni fa su tio
secondo me la donna dovrebbe percepire lo stesso stipendio. Non assumerei e non assumo una giovane donna nella mia piccola attività proprio per i motivi citati dal Pamini. Chiarissimo. Piuttosto sarebbero da cambiare le regole per le piccole aziende per incentivare l`assunzione delle ragazze. Il datore non è sempre milionario.

comp61 6 anni fa su tio
Risposta a comp61
che per dirla tutta faccio pure fatica ad assumere giovani svizzeri con l`obbligo del militare.

Meno 6 anni fa su tio
Onestamente, questa volta, non posso che condividere al 95% ciò che dice Pamini. In questo articolo ha riportato una realtà in modo oggettivo: 1) Pamini non si esprime dicendo se è giusto o no che generalmente sono le donne a sacrificare la carriera per crescere i figli, afferma semplicemente che è così. Ed è un dato di fatto. Chi può negarlo? Questa è la mentalità e la nostra cultura. 2) Pamini spiega pure come se in una grande azienda, una collaboratrice che manca dal lavoro per maternità non sia un grande problema, ci sono altri colleghi in grado di riprendere la funzione della persona mancante. Nelle piccole aziende dove magari ci sono solo 4-5 dipendenti, se manca l'unica contabile, l'azienda si ritrova ad avere un problema non indifferente. E anche se potesse trovare un sostituto/a dovrebbe formarla nuovamente con costi non indifferenti (la formazione ad un livello ottimale di un dipendente può richiedere molto tempo, quindi anche denaro sotto forma di salario per il periodo di formazione). Chi nega questo semplicemente non conosce minimamente le realtà delle PMI. L'unica cosa di cui non sono d'accordo, o sono più prudente di Pamini è affermare che il fatto che le donne guadagnano tra il 15%-20% in meno degli uomini sia dovuto alla maternità. Dubito che anche Pamini possa dimostrare oggettivamente che il motivo sia solo unicamente quello. Come sarebbe sbagliato affermare che i periodi di assenza per maternità o per curare i figli (quindi anche per gli uomini) non rallentino la carriera della persona. D'altronde la carriera quasi sempre è proporzionale al tempo in cui si lavora in azienda.... se si lavora meno tempo, si hanno meno possibilità di fare carriera. Anche qui chi nega che generalmente è così non capisce un emerito niente. Chi si indigna per i punti 1 e 2, a mio parere incontestabili secondo me si dovrebbe anche indignare con madre natura per non aver ricevuto il dono dell'obiettività.

moonie 6 anni fa su tio
Risposta a Meno
è ora di cambiare la cultura secondo cui una donna, perché potrebbe avere figli, viene pagata meno. anche tu potresti morire domani e sostituirti potrebbe essere durissima. è il principio sbagliato che questo signore vuol far passare (e vedo che tanti gli vanno dietro, che pena), perché intanto quando una donna non ha figli o non li avrà mai il lavoro lo fa e in ogni caso viene pagata meno. in un'era in cui poi sono più le coppie sterili che quelle fertili.. .bhé parliamone. mi devi spiegare perché ad una donna come me che non ha mai avuto e voluto figli e mai ne avrà, se si deve mantenere da sola deve fare la fame perché sono nata donna e ho un utero.

MIM 6 anni fa su tio
Risposta a moonie
Perché sei quasi un'eccezione. Non puoi fare di un'eccezione la regola! Io capisco cosa dici, ma limitarsi a guardare il salario non è sufficiente. Mettiti nei panni di un datore di lavoro che cerca qualcosa a lungo termine: assumeresti un ragazzo o una ragazza di 25 anni e a parità di stipendio? Sii sincera però, e fai finta di essere un datore di lavoro, con la sua azienda e con i propri soldi. Non è questione di considerare la donna di serie B.

Libero pensatore 6 anni fa su tio
Risposta a moonie
Il fatto è che la morte in giovane età è un fatto statisticamente molto meno probabile di una gravidanza. Non credo poi che le donne vengano pagate meno perché potrebbero rimanere incinte. Il punto è che spesso la gravidanza implica delle pause piuttosto lunghe dal lavoro che a loro volta determinano dei blocchi alla carriera e, di conseguenza, limitano le possibilità di guadagno. L'analisi di Pamini in sè è corretta perché spiega come mai esistono queste differenze di reddito. Quando peró comincia a parlare di tate e di ruolo nella società per va decisamente lungo e non sono d'accordo con lui. Per eliminare queste differenze esiste solo un modo: cambiare mentalità. Il che significa che la società accetti tranquillamente che sia l'uomo ad occuparsi dei figli e non più la donna. Esiste il problema legato all'allattamento che però è risolvibile col latte in polvere. Va detto però, e lo dico per esperienza personale, che quando nasce un bambino le priorità della donna spesso cambiano. Non sono in grado di dire se cambiano per un fatto ormonale, naturale oppure di contesto sociale. Sta di fatto però che spesso donne con ottime posizioni una volta divenute madri decidono di ridurre la percentuale lavorativa e di dedicarsi al figlio. Anche io, come meno, per una volta sono d'accordo al 95% con Pamini anche perché professionalmente sono confrontato col problema e vi posso garantire che quando si tratta di fare certe scelte questi aspetti non possono essere trascurati.

Meno 6 anni fa su tio
Risposta a moonie
Ma se leggi attentamente il mio post, l'unico punto che non condivido pienamente con Pamini è che la ragione della differenza di salario sia riconducibile UNICAMENTE al fatto che riducendo il tempo che si lavora per l'azienda, si riducono le possibilità di carriera e quindi il salario rimane inferiore. Sicuramente è una componente importante, ma secondo me c'è pure qualche retaggio di mentalità che non ha seguito l'evoluzione della società. Una volta la donna stava a casa e quando con la emancipazione ha iniziato a lavorare, il salario era qualcosa di marginale e per arrotondare, tanto la donna doveva sempre badare alla casa ai figli. Oggi invece il salario della donna può essere e spesso lo è un pilastro portante dell'economia famigliare. Constato che ci sono famiglie dove è la donna a portare a casa i soldi perché magari il marito manovale è in disoccupazione. Con questo non voglio negare che per le PMI può essere davvero un problema. Io ho avviato 3 anni fa insieme a mia moglie un'attività, ho la fortuna che sono io ad occuparmi della contabilità, amministrazione, ecc. ma se dovessi assumere una persona per fare questi lavori perché io non potrei occuparmene (visto che comunque ho un lavoro da dipendente al 100%), probabilmente assumerei una donna dai 45 in su o un uomo. Ma la donna o uomo li pagherei uguali, guardo i risultati (d'altronde già gli altri dipendenti li pago tutti uguali senza distinzioni per sesso). Il punto è che se ho bisogno di una figura di riferimento, specialmente per i lavori sensibili da cui dipende il buon funzionamento dell'attività, io ho bisogno minimizzare il rischio che la persona si assenti per un lungo periodo o che perfino si licenzi per curare i suoi figli. Perché essendo un piccola attività, assumere una persona nuova, formarla, e ora che ingrana, può portare a problemi economici, perché siamo una piccola realtà, non siamo l'UBS di turno che ha decine di impiegati con la stessa mansione e quindi facilmente sostituibili. Questa è la realtà dei fatti, che a volte può fare a botte con l'idealismo.

moonie 6 anni fa su tio
Risposta a MIM
sono sempre più regola e sempre meno eccezione è questa la realtà che non volete vedere... ora perché purtroppo le coppie se lo comprano un figlio con l'utero in affitto, ma quante volte abbiamo parlato del fatto che le donne da almeno 40 anni fanno figli sempre più tardi (finendo nell'infertilità)? Il problema qua è che la regola è che indipendentemente che tu abbia 25 o 45 anni, che abbia figli o no, che li voglia o no, sei pagata meno per principio, ripeto, perché hai un utero e potresti usarlo o perché l'hai usato. perché una donna che ha lavorato tutta la vita o rientra dopo aver cresciuto i figli e non ne farà più deve continuare a essere pagata meno? È questo che non mi sta bene! poi ovvio ognuno con la propria azienda ci fa quello che ci vuole... quello che mi disturba è lo sdoganamento ancora oggi di questa mentalità che per forza abbassa la donna nella serie B. Forse sei un uomo e non puoi capirlo, non so... io non capisco perché un datore di lavoro deve mangiarmi addosso anche se non rischia di perdermi per una gravidanza che non ci sarà mai perché sono donna e basta, è questa la verità tolta da tutte le sovrastrutture e le interpretazione che gli uomini possono dare

moonie 6 anni fa su tio
Risposta a MIM
tra l'altro te lo spiega purtroppo bene l'intervento su fb di cristina botta che leggo di lato.... la donna è molto di più che avere figli, quello a cui siamo state relegate da millenni dalla cultura, dalla tradizione, dalla religione (non che ci sia nulla di male! se avessi avuto figli io mi sarei occupata di loro, a potermelo permettere di vivere con un solo stipendio).... le cose son cambiate, stanno cambiando ma la società come sempre è in ritardo cronico e l'uomo in quanto tale ancora non inizia a capirlo... che züpa

MIM 6 anni fa su tio
Risposta a moonie
Dove ci sono donne manager, non mi sembra che la situazione sia diversa per quanto attiene il trattamento salariale delle donne.

moonie 6 anni fa su tio
Risposta a MIM
ahahaha ma dai... ma che stai dicendo? ma adesso vuoi paragonarmi chessò 50.. 100 (quante saranno? fai anche 1000) donne manager che probabilmente lo stipendio se lo danno da sole, con milioni di donne lavoratrici sfruttate? perché questo è, uno sfruttamento perché portatrici d'utero. ma per favore.

MIM 6 anni fa su tio
Risposta a moonie
Eppure è così. Lo dico semplicemente per confermare che non è l'uomo il cattivo, ma è la società. Quindi non è questione di maschilismo o meno, perché quando arrivano nella stanza dei bottoni, quelli veri, non c'è distinzione tra uomo e donna su come trattano i propri dipendenti.

Arpac 6 anni fa su tio
Simpatico o antipatico che sia. sfido chiunque a sostenere il contrario. Argomentando ovviamente. Indignarsi in gruppo é troppo facile.

tip75 6 anni fa su tio
chissà se manterrà anche sua moglie al prezzo donna scontato il giorno che lo pianta in asso per le sue corbellerie?

SosPettOso 6 anni fa su tio
...e gli sgravi per chi vi scarica i figli! Serve solo ad ingrossare l'eccedenza di manodopera (che causa l'erosione dei salari) e ad avere una gioventù stereotipata allevata in batteria, come i polli. Ci si lamenta sempre dell'assenza delle famiglie, della mancanza di rispetto, educazione, valori,.. e poi finanziamo lo sgretolamento della famiglia? Gli sgravi diamoli piuttosto a quelle coppie dove entrambi i genitori si prendono cura dei figli diminuendo la percentuale lavorativa di entrambe. E ai datori di lavoro che lo permettono.

MIM 6 anni fa su tio
Risposta a SosPettOso
concordo

Libero pensatore 6 anni fa su tio
Risposta a SosPettOso
Secondo me di pedagogia capisci molto poco

raindog 6 anni fa su tio
Certo vai a chiederlo alla Swatch cosa fanno alle donne che rientrano dalla maternità, andate ad intervistarle e pubblicate poi le loro risposte....

tip75 6 anni fa su tio
che la parità sia un miraggio è un dato di fatto e giustamente costatato, però allora invece di allungare l'etâ di pensionamento accorciamola per le donne, un briciolo di coerenza no?

tip75 6 anni fa su tio
povero ....bisogna aver pietà per la sua ignoranza

apache 6 anni fa su tio
Non capisce quello che dice! Non degno di una risposta

sedelin 6 anni fa su tio
Risposta a apache
capisce, capisce ma é tonto.

sedelin 6 anni fa su tio
ma cosa dice???!!!! che cosa c'entra la parità biologica (inesistente, ovvio) con la parità salariale? che cosa c'entra la maternità e la conseguente possibilità di lasciare il lavoro con la disparità salariale? a tutte le forme di dissenso descritte nell'articolo aggiungo che questo tizio ha un QI inferiore a 90 e non dovrebbe fare politica.

MIM 6 anni fa su tio
Tutti datori da lavoro qua dentro a quanto pare..

navy 6 anni fa su tio
Oggi come oggi non si SPARA su chi genera il problema ma bensì su chi ne denuncia la REALTÀ. Da parte mia, caro signor Pamini, complimenti. Complimenti per l'analisi e, soprattutto, per non essersi, poi, nascosto dietro a qualche arrampicata di vetro.

lo spiaggiato 6 anni fa su tio
A me questo bel tomo non piace per niente ma in questo caso ha ragione al 100 per cento...

Mat78 6 anni fa su tio
Risposta a lo spiaggiato
Da te non me lo aspettavo Spiaggy...

lo spiaggiato 6 anni fa su tio
Risposta a Mat78
Si, è difficile che questo elemento abbia una buona idea ma è giusto e doveroso quotarlo quando merita... :-))) Ha due meriti, il primo di aver detto una cosa giusta e il secondo è di non aver cercato scuse dopo che il suo pensiero (politicamente scorretto) ha provocato un vespaio... :-)))

patrick28 6 anni fa su tio
VERGOGNA INFINITA !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

patrick28 6 anni fa su tio
Fossi una datore di lavoro uno come Pamini lo prenderei a ......

Lonely Cat 6 anni fa su tio
Toh, un politico che non si tira indietro piangendo e chiedendo scusa per avere detto un’ovvia realtà non politicamente corretta. Bravo Pamini.
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