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BELLINZONAVendevano permessi B: quattro arrestati, anche dipendenti statali

08.02.17 - 09:38
Scandalo all'Ufficio cantonale della migrazione. Davano permessi B a persone che non ne avevano diritto. La mente: un 25enne svizzero ricercato. In manette anche un impiegato statale
Vendevano permessi B: quattro arrestati, anche dipendenti statali
Scandalo all'Ufficio cantonale della migrazione. Davano permessi B a persone che non ne avevano diritto. La mente: un 25enne svizzero ricercato. In manette anche un impiegato statale

BELLINZONA - Quattro persone sono state arrestate martedì nel Bellinzonese nell’ambito di un’inchiesta legata alla tratta di esseri umani, corruzione, falsità in certificati e infrazione della Legge federale sugli stranieri. Un 25enne già titolare di un’impresa di costruzione ora in liquidazione, un 28enne impiegato dell’Ufficio cantonale della migrazione, una sua coetanea ex collaboratrice dell'Ufficio e un 27enne, tutti cittadini svizzeri, sono infatti coinvolti nei fatti.

Il 25enne, titolare di un’impresa di costruzione ora in liquidazione, già arrestato in Kosovo e su cui pendeva un mandato di cattura, ha permesso a diverse persone che non ne avevano diritto di ottenere un permesso di dimora B in Ticino e in altri cantoni svizzeri appoggiandosi sulla "collaborazione" di un 28enne impiegato statale e di una 28enne ex impiegata statale, il cui ruolo e il grado di coinvolgimento sono ancora al vaglio degli inquirenti. Anche un 27enne sarebbe coinvolto. L’inchiesta è coordinata dal Procuratore pubblico Antonio Perugini.

La presa di posizione del Dipartimento delle Istituzioni:

«Il Dipartimento delle istituzioni ha preso atto dell’arresto di un collaboratore e di un’ex collaboratrice dell’Ufficio della migrazione. Le ipotesi di reato nei loro confronti sono di furto, corruzione passiva e infrazione alla Legge federale sugli stranieri. L’inchiesta ticinese è stata aperta lo scorso anno a seguito della denuncia da parte della Capo Sezione della popolazione a.i. Morena Antonini alla Magistratura. Il Dipartimento delle istituzioni informa che la collaborazione con gli inquirenti è stata, è e continuerà ad essere completa, come avvenuto in questi mesi. Il Direttore del Dipartimento delle istituzioni, il Consigliere di Stato Norman Gobbi, condanna l’accaduto e deplora che funzionari abusino della fiducia posta nei loro confronti da parte dell’Amministrazione cantonale e della cittadinanza. La segnalazione da parte della direzione della Sezione della popolazione agli organi di polizia è sinonimo di funzionamento dei controlli interni e dell’attenzione posta su questo fronte. Si sottolinea come i nuovi controlli interni e le nuove procedure che saranno introdotte con la riorganizzazione dell’Ufficio migrazione, decisa la scorsa settimana, sono state elaborate anche sull’esperienza maturata nella collaborazione con la Polizia cantonale nell’ambito di questa specifica inchiesta. Per ogni situazione dubbia saranno ordinati approfondimenti amministrativi e saranno adattati gli eventuali provvedimenti necessari, allo scopo di impedire la possibilità del ripetersi di illeciti».

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