Un nuovo caso, dopo quello del sergente condannato per i post razzisti, suscita polemiche
LUGANO - Scrive su Facebook "Valhalla is waiting", poi, martedì scorso alle 2 di notte, si spara. Fortunatamente, come riporta il Caffé, il suicidio fallisce. L'uomo, tuttavia, un agente di una polizia comunale sopracenerina, riporta gravi ferite.
Su quella stessa bacheca in cui il poliziotto ha lasciato il messaggio d'addio, compaiono immagini e contenuti "scomodi". Dopo il caso del sergente di polizia condannato per i commenti a sfondo razzista sul noto social network, ecco quindi un altro caso che fa discutere.
In questa circostanza non si tratta di incitamento all'odio razziale o di apologia del nazi-fascismo, ma di esibizione di armi. Un culto che stride con la figura del poliziotto. Si va infatti da un bossolo come foto profilo, al revolver scelto come foto copertina. E molto altro ancora, come i "Tomahawk" incrociati, il bebé che dorme tra pistola e manganello, e molto altro ancora.
A completare il quadro, sulla pagina compare pure la citazione dell'Apocalisse di Giovanni: "Ed ecco mi apparve un cavallo verde. Colui che lo cavalcava si chiamava Morte e gli inferi lo seguivano...".