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L’opinionista è stato licenziato dalla Rsi per frasi ritenute razziste. L’ex calciatore si difende: “Parlavo solo di tattica, non sono un razzista”
LUGANO - La decisione è giunta come un fulmine a ciel sereno. Ieri sera Stefano Eranio pronunciava le frasi incriminate durante la pausa della partita di Champion’s League tra Leverkusen e Roma. Oggi pomeriggio la Rsi decide di licenziarlo per un commento che l’azienda televisiva di Comano definisce “del tutto incompatibile con le regole e la deontologia del Servizio pubblico”. Ed Eranio ci rimane male.
“Sono profondamente dispiaciuto per quello che è successo" - confida al Secolo XIX. Eranio si definisce una persona per bene e sottolinea di non esser mai stato razzista. “Non era mia intenzione offendere nessuno. La mia non era una dichiarazione discriminante - si difende l’ex giocatore di Milan e Genoa. Intendevo solamente dire che la scuola calcistica africana cura poco la tattica”. Eranio continua dicendo che i giocatori africani puntano maggiormente sulla loro forza fisica tralasciando la parte tattica. “Se così non fosse le squadre europee non vincerebbero più alcuna partita”.
Questo è il concetto mal espresso per cui l’ex nazionale italiano ha perso il posto. “È evidente che ieri non mi sono espresso bene”. Ma Eranio vuole fare chiarezza definitivamente. “Nella mia carriera ho allenato tanti ragazzi di colore. Molti di loro mi sono rimasti nel cuore. Non sono un razzista. Sono molto dispiaciuto di aver dato questa impressione”.
