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CANTONEConoscere il proprio seno, quel tocco che salva la vita

06.10.14 - 06:09
Tumore al seno, parla l'esperta
Conoscere il proprio seno, quel tocco che salva la vita
Tumore al seno, parla l'esperta

LUGANO - Prevenzione e diagnosi precoce oggi sono senza dubbio due pilastri nella lotta contro il cancro, non solo perché garantiscono un tasso di guarigione più elevato ma anche perché consentono delle cure che spesso sono meno invasive “tanto più precocemente si diagnostica la malattia – conferma la Dr.ssa med. Olivia Pagani, direttore clinico, Centro Senologia della Svizzera italiana – tanto l’intervento chirurgico, per esempio,  può essere limitato; avendo a che fare con un organo molto importante per la donna, è un aspetto non trascurabile: tanto meno si demolisce tanto più la donna guadagna in qualità di vita e in percezione del proprio corpo. Ci sono tipologie di tumore che richiedono terapie più impegnative, certo, ma in generale si può dire che la diagnosi precoce è sinonimo di migliori chance di guarigione e di terapie meno invasive”.

In questo contesto si inserisce e opera il sito: infoseno.org, un portale che in modo molto semplice e chiaro parla della salute del seno a 360 gradi. “Sempre più donne, entrano in internet, ma internet è una giungla: si trova tutto e il contrario di tutto, senza contare che il linguaggio utilizzato è spesso incomprensibile persino per gli addetti ai lavori. Europa Donna ha lavorato in questa direzione: abbiamo elaborato dei testi che sono stati sottoposti alle pazienti e a donne non colpite dalla malattia in modo tale che quanto pubblicato fosse davvero comprensibile. L’altro aspetto importante è che il sito ha due porte d’entrata: una legata alla salute del seno e una dedicata al tumore. Abbiamo cercato di non tagliare fuori nessuno quindi su infoseno.ch si trova pure una parte in cui si parla del tumore al seno maschile, raro ma c’è. Le schede stanno facendo il giro delle revisioni per cui verrà introdotto a breve”.

Inaugurato il 22 maggio scorso, il sito ha catturato l’interesse della popolazione e ora si sta muovendo verso un prezioso certificato: “C’è un ente inglese che certifica i siti che hanno a che fare con la salute – spiega la dottoressa – Stiamo iniziando a fare la procedura per avere il bollino HON che, al pari di un DOC per i vini tanto per intenderci, è una garanzia di affidabilità: attesta che le informazioni sono verificate e serie”.

Prevenire è meglio che curare, il ruolo dell’alimentazione nell’insorgere di alcuni tipi di tumore è sempre più documentato, occorre però non demonizzare il cibo o sì?

"Il discorso è sempre lo stesso, una vita sana aiuta a prevenire l’insorgenza di un tumore, è vero anche che la vita dev’essere una vita che val la pena essere vissuta. Il sovrappeso fa male, l’attività fisica fa bene ma anche l’aperitivo e il pezzetto di cioccolata. Non bisogna essere troppo pignoli".

Io oggi sono quello che ho mangiato quando?  Cambiare abitudini alimentari potrebbe non servire se mi sono abbuffata di carne quando avevo 20 anni?

"Sul fumo si sa molto di più, si sa che quando smetti di fumare per una decina d’anni il rischio rimane lo stesso, con il cibo è molto più  difficile da stabilire perché è più variegato, fatta eccezione per la carne alla griglia che ha degli aspetti simili al fumo per via del fatto che viene carbonizzata. Nelle donne e per quanto riguarda il tumore al seno, per esempio, quello che conta è il grasso, perché lì si formano estrogeni, la maggior parte dei tumori al seno dipendono infatti dagli estrogeni, per cui chiaro che un legame ci può essere con il grasso, così come c’è con la carne rossa dal momento che molte mucche vengono bombate con gli estrogeni. Ma non c’è una causa effetto così immediata come con il virus dell’influenza. Con il tempo però il fatto di avere molti estrogeni in circolazione può avere una sua importanza".

Ci si è mossi per trovare un legame tra alimentazione e malattia mentre resta inesplorato il fattore emotivo-psicologico, ovvero l’influenza che un trauma possa avere sull’organismo.

"È impossibile che ci siano dati in questo senso. Se è vero che la diagnosi, in termini temporali, si associa – e lo vedo anch’io nella mia pratica di tutti  i giorni -  a un lutto di qualsiasi genere, è altrettanto vero che non si può verificare questa cosa, bisognerebbe prendere tutte le donne che hanno subito un trauma e vedere in quante si è riscontrato un tumore. Magari è vero ma non c’è modo di dimostrarlo. Va anche detto che quando una persona si trova di fronte a una malattia di questo tipo ha bisogno di darsi una causa, cerca una spiegazione".

Nell’ambito del tumore al seno esiste la possibilità di sottoporsi a un test genetico, scoprire quindi se in famiglia c’è la mutazione BRAC1 o BRAC2, cosa significa?

"Nelle donne sane significa avere un rischio molto più alto di avere un tumore al seno o alle ovaie, per donne già malate cambiano un po’ gli strumenti di controllo, la loro frequenza e la loro tipologia, perché si è più a rischio di avere un tumore all’ovaio o nell’altro seno, per esempio. Le misure sono diverse, alcune sono anche estreme come nel caso di Angelina Jolie".

Avere questa mutazione genetica non significa essere condannati

"No. Questo mai. Avere una mutazione non significa contrarre un tumore. Globalmente il 90% delle donne che ha un tumore al seno guarisce, questo non vuol dire che tutti guariscono ma anche per chi ha un malattia metastatica la sopravvivenza può essere di molti anni e con una qualità di vita soddisfacente, perché le cure si sono evolute e ci sono tante possibilità che permettono alle pazienti di condurre una vita quasi normale".

La mastectomia preventiva per alcune donne diventa la soluzione, mi chiedo se il caso Angelina Jolie abbia avuto un’influenza sul numero di richieste in questo senso qui da noi...

"Negli Stati uniti sì, qui da noi no. Nei paesi del Nord Europa la cosiddetta mastectomia profilattica è qualcosa di culturalmente accettabile, nei paesi mediterranei invece no, abbiamo un’attitudine più conservativa. I primi tempi che il caso Jolie era uscito ci sono state più pazienti che mi hanno chiesto, ma nessuna ha preso una decisione in base a quello".

Infoseno.org

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