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CANTONEEstate, attenzione a quale acqua bevete

18.07.14 - 06:31
Fa parte dell’immaginario dell’estate, indispensabile per dissetarsi e reidratarsi. Ma attenti: si rischia di bere anche la plastica. Ecco tutti i consigli dell’esperto Francesco Locatelli
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Estate, attenzione a quale acqua bevete
Fa parte dell’immaginario dell’estate, indispensabile per dissetarsi e reidratarsi. Ma attenti: si rischia di bere anche la plastica. Ecco tutti i consigli dell’esperto Francesco Locatelli

LUGANO - È protagonista dell’estate, giocoforza. Nei mari dove fare il bagno, nei laghi per una gita in barca, nei fiumi e torrenti delle escursioni di montagna; dal rubinetto con cui darsi refrigerio e nelle bottigliette che si portano in ufficio, per reidratare il corpo spossato dal caldo. Eppure, non tutto è bene quel che sembra bene. Colpa non del contenuto: piuttosto della confezione. "Meglio preferire il rubinetto", suggerisce Francesco Locatelli, 37 anni. Uno per cui l’acqua è un punto d’arrivo e di ripartenza. Non l’oggetto di studi accademici: maestro elementare per dieci anni alle scuola di Cugnasco-Gerra, ha lasciato l’insegnamento l’anno scorso convinto della sua nuova missione: sensibilizzare la gente sull’importanza dell’acqua, su come sceglierla e utilizzarla. "E restituirla alla sua originale purezza. Mio nonno è stato fra i primi produttori di sigarette in Svizzera. Io oggi ripulisco dove lui è passato".

Locatelli, qual è il problema?
"L’acqua è un elemento fondamentale per l’esistenza. Ma non tutte le acque sono uguali. Anzitutto, meglio fare a meno delle bottigliette di plastica".

Di che cosa dobbiamo avere paura?
"Le particelle di plastica trasmigrano nell’acqua. In caso di basse o alte temperature, il processo è più marcato.  Non dobbiamo né congelarla né lasciarla al sole. Poi tutto è relativo, va misurato con la necessità. In situazioni molto critiche, il sole può essere anche un disinfettante. In un Paese del Terzo mondo, tra l’acqua della pozzanghera e quella in una bottiglia Pet disinfettata sotto il sole, preferisco la seconda. Qui, non dico che sia velenosa, ma se si può è bene evitare".

Meglio le bottiglie di vetro?
"Il vetro presenta problemi analoghi. La guarnizione presente nel tappo è di plastica".

La lattina, allora?
"
L’alluminio non è inossidabile. È ricoperto da una sostanza che lo preserva dall’ossidazione".

Non c’è via d’uscita?
"La bottiglia in acciaio inossidabile. Una lega di ferro e carbonio che non è porosa, ha bassa conducibilità elettrica e, sotto il sole, non dà sapore all’acqua".

Trova che la gente sarebbe disposta a rinunciare alla comodità?
"Io la uso e sono fiero del mio stile di vita. È più leggera di quel che si pensi, si può riempire facilmente al rubinetto. Ogni persona che smette di utilizzare le bottiglie di plastica genera un risparmio equivalente a 2mila chilometri di carburante".

Ma del rubinetto possiamo davvero fidarci?
"Senza dubbio. In Ticino gli acquedotti sono un’istituzione, i controlli sono costanti. Sembra banale, ma l’acquedotto siamo noi. Anche se neppure questa è la situazione ideale".

Che cosa manca ancora?
"L’acqua per natura è in movimento. Bisogna restituirle la vitalità che per necessità perde, altrimenti il corpo l’assorbe con maggiore difficoltà. Gli acquedotti sono una grande invenzione, utilissima. Ma costringono l’acqua entro un percorso obbligato".

Il movimento attraverso il rubinetto non è sufficiente?
"In natura l’acqua fa circoli, vortici, si muove in maniera irregolare. Non a caso è in corso un processo di rinaturalizzazione dei corsi d’acqua, in Ticino. Si stanno spendendo cifre importanti per riportarli a quello che erano: così scompaiono le piene, ricompaiono perfino piante che si credevano perdute. L’acqua in un certo senso è come noi: quando siamo in vacanza, preferiamo perdere più tempo su una strada panoramica o fare in fretta percorrendo una galleria al buio?"

Dunque va sbattuta?
"Sarebbe già qualcosa.  Io propongo un dispositivo da applicare al rubinetto. Già all’inizio del secolo, studiando i mulinelli, erano state inventate delle eliche utili a riprodurre vortici. Si muoveva l’acqua che poi poteva essere rivenduta come fosse naturale, di fonte".

Ma una volta imbottigliata non ritorna immobile?
"Però conserva movimenti residui fino a tre settimane. È una questione molecolare: con il tempo si formano dei cluster, dei gruppi di 1500 molecole più difficili da essere assorbiti. Ci sono persone che vanno alla sorgente, non sanno spiegarsi perché ma preferiscono quell’acqua: ecco qua il motivo".

Come la mettiamo con le tubature vecchie di casa?
"Effettivamente, esistono edifici non proprio recenti. Se ci accorgiamo che dopo tre settimane il bollitore è diventato nero, meglio inviare dei campioni in laboratorio. Ma in situazioni standard, l’acqua del rubinetto è senza dubbio migliore di quella in bottiglia".

Come si distingue un’acqua buona da una cattiva?
"Il gusto è soggettivo. Per alcuni, bambini in primis, è un fatto d’istinto. Per altri è una questione di tatto. In generale, se è buona si sente il bisogno di berla. Se non mi idrata e mi serve uno sforzo per digerirla, non ne avrò voglia e magari ripiegherò sulle bevande zuccherate".

Meglio un’acqua “cattiva” o una bibita?
"Con le bibite il discorso si fa più complesso. L’acqua legata ad altre sostanze, come possono essere caffè, tè o zucchero, non ha lo stesso potere solvente. Non è un caso che il caffè spesso sia servito accompagnato a un bicchiere d’acqua: il mio corpo ha bisogno di essere depurato dalle sostanze che assume. Per questo non vanno calcolate nel computo del fabbisogno giornaliero d’acqua".

Per limitare il consumo di bevande zuccherate, ai bambini si dice che non dissetano come l’acqua. Dunque c’è anche un fondo di verità?
"Non dissetano allo stesso modo perché non idratano allo stesso modo. La bevanda senza zucchero, poi, apre un’altra questione. Al cervello dà il messaggio che sta per arrivare energia, ma l’energia non giunge e questo genera appetito. Dunque, si ottiene l’effetto contrario al motivo per cui si decide di berla. Mai capitato di svegliarsi al mattino con molta sete dopo una serata in cui si è bevuto molto vino? E il mal di testa che ne segue è dovuto al fatto che il nostro corpo ha assorbito acqua dal cervello per pulire gli altri organi dalle sostanze assunte".

Due litri al giorno sono sufficienti?
"La quantità corretta va dai 30 ai 45 ml per chilo di peso corporeo. Vuol dire che si possono superare anche i quattro litri".

D’estate?
"La quantità aumenta sulla base dell’attività fisica e delle condizioni esterne. Se fuori fa caldo, il fabbisogno cresce".

C’è un modo consigliato per conservarla, specie in questa stagione? È vero che non va tenuta alla luce?
"La luce facilita la vita. Ciò detto, il consiglio è bere l’acqua più fresca possibile. Ogni qualche ora svuotare la bottiglia e riempirla di nuovo".

Altri consigli?
"Se non si vuole rinunciare alla bottiglietta Pet, meglio preferire acqua locale. Pensiamo che, per un litro di acqua prodotta in Svizzera, si consuma 1,5 dl di petrolio. In Europa 3,1 dl, per via del trasporto che la porta sulle nostre tavole. Una bottiglia Pet, inoltre, impiega 450 anni per essere smaltita. È anche una questione ambientale".

La gente è più sensibile alla propria salute che all’ambiente, non trova?
"La domanda è: possiamo occuparci della nostra salute senza occuparci dell’ambiente? Si stima che nel 2006, per l’acqua, siano stati consumati 75 milioni di barili di petrolio.  E al mondo le bottigliette di plastica, polverizzate dal mare, finiscono nei pesci, nelle alghe, ma anche nel miele, nella birra. E una realtà con cui ci dobbiamo misurare. Non possiamo evitarla, ma possiamo contenerla".

Che cosa ci dice degli impianti che si diffondono periodicamente come una moda, dall’ osmosi alla ionizzazione?
"Ognuno ha il suo perché. Se devo usarla per pulire, meglio un’acqua con alto valore acido, per disintossicarmi, meglio quella che ha subito un processo di osmosi. L’obiettivo è rendere sensibile la gente all’importanza dell’acqua. Poi ciascuno deve scegliere quella più adatta a sé. Adesso vanno di moda quelle a basso contenuto di sali minerali o che facilitano la diuresi. Dipende dal gusto. Io consiglio quella che abbia fatto pochi chilometri. Pensiamo al trasporto, magari ore di autostrada sotto il sole…"

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