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CANTONELotta alla paraplegia con la Clay Regazzoni Memorial Room

13.06.14 - 13:42
Si tratta di una serie di appuntamenti con classi scolastiche per la diffusione e la sensibilizzazione dei temi che segnarono la vita del pilota di Formula 1
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Lotta alla paraplegia con la Clay Regazzoni Memorial Room
Si tratta di una serie di appuntamenti con classi scolastiche per la diffusione e la sensibilizzazione dei temi che segnarono la vita del pilota di Formula 1

PREGASSONA - E’ cominciato ieri, con la visita della prima scolaresca al Museo Regazzoni di Pregassona, il progetto per la lotta alla paraplegia che vede uniti la Clay Regazzoni Memorial Room e l’Associazione Insuperabili.

 

Si tratta di una serie di appuntamenti con classi scolastiche per la diffusione e la sensibilizzazione dei temi che segnarono la vita del pilota di Formula 1 Clay Regazzoni, rimasto paralizzato dopo un incidente al Gp Usa del 1980 e diventato una icona mondiale nella progettualità tesa a rendere il più normale possibile la vita di chi è costretto in carrozzella. Protagonista della prima visita al Museo di Pregassona, creato e gestito dalla figlia Alessia, è stata la classe Prima Elementare della Scuola Pregassona Probello che ha avuto l’autorizzazione dell’Istituto Scolastico Comunale di Lugano e del Dicastero della Cultura e dell’Istruzione di Lugano.

 

Gli alunni hanno osservato auto e oggetti esposti, appartenuti al grande Clay (tra le vetture anche la Ferrari di Formula 1 del 1974, e poi caschi, tute, filmati, fotografie e immagini) e hanno ascoltato le parole di Gianpaolo Donghi, paraplegico, membro Gruppo Carrozzella "Insuperabili" (www.insuperabili.ch), associazione che si occupa di disabilità.

 

Il coinvolgimento delle scuole da parte del Memorial Room non è un aspetto casuale. La prevenzione fatta attraverso la divulgazione di informazioni sul tema ai bambini era uno dei tre punti cardine su cui si basava l’attività di Clay Regazzoni dopo l’incidente: "Se spieghiamo ai bambini di oggi che il paraplegico è una persona normale, che ha solo bisogno di strutture adatte per muoversi liberamente, potremo avere risultati importanti: tra di essi ci saranno architetti, politici, ingegneri del futuro che potranno fare molto per l’abbattimento delle barriere architettoniche", diceva Regazzoni.

 

Gli altri due grandi obiettivi del campione svizzero erano, la prevenzione sugli incidenti stradali, cercando di spingere i giovani appassionati di motori a svolgere attività in pista; e la ricerca scientifica per liberare un giorno i paraplegici dalla sedia a rotelle.

 

Clay Regazzoni, amatissimo pilota di Formula 1 degli anni Settanta, era diventato popolare nel cuore degli appassionati per la sua aggressività in pista, il cuore che metteva in ogni corsa e i suoi anni di militanza in Ferrari, cinque stagioni in cui era diventato idolo dei tifosi del Cavallino. Dopo l’incidente a Long Beach del 1980 aveva continuato a combattere con la stessa grinta e lo stesso entusiasmo, non più sulle piste di Formula 1, ma nella battaglia per rendere normale la vita dei paraplegici. Continuando a guidare in corsa nei grandi raid e organizzando scuole di guida per disabili. Un esempio di irriducibilità che grazie al Memorial Room non andrà disperso.

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