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LUGANOLa piaga dell’assistenza colpisce sempre piu’ giovani

09.09.13 - 21:24
Esplode il numero delle persone in assistenza a Lugano. La categoria piu’ a rischio è quella degli under 30. "Diplomati che, nonostante in possesso di un diploma federale, non riescono a trovare la prima occupazione"
Foto d'archivio (Keystone)
La piaga dell’assistenza colpisce sempre piu’ giovani
Esplode il numero delle persone in assistenza a Lugano. La categoria piu’ a rischio è quella degli under 30. "Diplomati che, nonostante in possesso di un diploma federale, non riescono a trovare la prima occupazione"

LUGANO - Il permesso di soggiorno soltanto se titolare di un contratto di lavoro in Svizzera? Cosi l’accordo sulla carta, ma la realtà è un’altra. Ha suscitato non pochi interrogativi la notizia della Nzz am Sonntag pubblicata ieri, secondo cui gli Uffici cantonali della migrazione emettono regolarmente permessi di soggiorno di breve durata per cittadini europei, nonostante risiedano in Svizzera senza un’occupazione.

Persone alle quali, a seconda dei casi, vengono forniti servizi di tipo assistenziale o talvolta è soltanto previsto un contributo per il rimpatrio.

Qual è la situazione a Lugano, la città più grande del Ticino e motore economico del Cantone?  “Per fortuna da noi il fenomeno nello specifico è circoscritto” ha dichiarato Paolo Pezzoli, direttore degli istituti sociali del Comune sul Ceresio”. I casi di persone che beneficiano di servizi di natura assistenziale già in entrata in Svizzera, anche se rarissimi, esistono.  Pezzoli ci ha spiegato che il diritto di assistenza nasce nel momento in cui una persona ottiene un permesso di soggiorno B. “E nel caso in cui la persona non riesce più a trovare un’occupazione, Comune e Cantone informano l’Ufficio immigrazione che non esiste più il presupposto per il rinnovo del permesso”.

Assistenza in Ticino e negli altri Cantoni - Pezzoli precisa tuttavia che risulta difficile azzardare paragoni sulla percentuale di assistiti nel nostro Cantone rispetto agli altri della Confederazione. Per esempio, in Ticino, gli assegni integrativi e di prima infanzia non sono inclusi nell’assistenza, in altri cantoni, invece si. Le legislazioni variano a seconda del Cantone. “Per quanto riguarda gli assegni, lo straniero ha diritto a riceverli se risiede in Ticino da almeno tre anni. Per quanto riguarda l’assistenza, ossia l’ultima spiaggia, puo’ succedere che possa beneficiarne anche lo straniero con permesso B. Ma, come già detto, in quel caso noi avvertiamo l’Ufficio Cantonale dell’Immigrazione, informandolo che non esistono i presupposti per il rinnovo del permesso”.

Pezzoli precisa che a Lugano sono circa 120 i dimoranti segnalati all'Ufficio cantonale dei permessi di migrazione senza occupazione per i quali viene a cadere il permesso di soggiorno. “In 40 hanno ricevuto un ammonimento. A 20 è stato revocato il permesso, mentre una cinquantina sono al vaglio dell’Ufficio cantonale dei permessi a Bellinzona” ha specificato il direttore degli Istituti Sociali di Lugano. “L’iter burocratico è lungo e passare all’espulsione vera e propria richiede tempo.   Come spesso accade, in tutte le categorie c'è chi arriva e ne approfitta della possibilità di beneficiare dei servizi di assistenza e c'è chi, invece, ci cade perché viene licenziato. Nel nostro intervento sociale il ventaglio dei casi è molto variegato”.

L’identikit dello straniero che chiede l’assistenza – “Il fenomeno è limitato ed è circoscritto agli italiani. Questo perché chi arriva da altri paesi, anche per via della lingua, non risulta semplice trovare una rete di contatti che permetta loro di affittare un appartamento, eccetera” – ha precisato Pezzoli.  La persona con permesso B puo’ succedere che perda il lavoro dopo il primo anno. Avendo un diritto limitato alla disoccupazione capita che viene a chiedere aiuto finanziario di assistenza. In tutti i casi le persone che arrivano dall’estero e vanno in assistenza dopo meno di tre anni sono poche e il piu’ delle volte sono lavoratori che accettano lavori precari, come per esempio nel ramo alberghiero, che si esauriscono in un breve lasso di tempo”.

L’assistenza a Lugano, qualche dato – “Sul totale dei dossier aperti a Lugano – spiega Pezzoli - gli svizzeri rappresentano il  60% dei casi. La problematica esistente nell'assistenza è che si riesce a chiudere pochi  casi, mentre quelli che si aprono  sono in costante aumento. Lugano, in proporzione al numero dei suoi abitanti, è il Comune che sta meglio in Ticino, negli ultimi anni stiamo registrando un aumento esponenziale di casi”. A Lugano, come ha dichiarato il direttore degli Istituti sociali della città, sono in tutto 1.200 le persone in assistenza. Tre anni fa erano soltanto 800. “Siamo preoccupati per tutti – ha commentato Pezzoli - ma in particolare modo per i giovani. La categoria under 30 è in crescita esponenziale”. Ad essere penalizzati sono soprattutto i giovani che non riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro e trovare il loro  primo impiego.  “Giovani  di 18-19 anni con o senza formazione - ha concluso Pezzoli -  che non riescono a trovare il posto di lavoro”.

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