Cerca e trova immobili

MENDRISIOChiede un farmaco di notte, ma la farmacista si trova a Varese e scoppia il caso

13.03.13 - 12:56
Dalla farmacia Allo Svincolo: "Non ho mai rifiutato di fornire il farmaco al cliente". Il farmacista cantonale: "Ho due versioni contrastanti, sarà difficile stabilire la ragione"
None
Chiede un farmaco di notte, ma la farmacista si trova a Varese e scoppia il caso
Dalla farmacia Allo Svincolo: "Non ho mai rifiutato di fornire il farmaco al cliente". Il farmacista cantonale: "Ho due versioni contrastanti, sarà difficile stabilire la ragione"

MENDRISIO - Durante il turno notturno, una farmacia ha tempi stabiliti per intervenire e fornire al paziente il farmaco richiesto? Può rifiutarsi se non è urgente? Cosa accade se la farmacista è frontaliera?

La storia - Le domande nascono da un caso specifico denunciato sul Mattinonline, per mezzo di una lettera inviata dal signor Bruno Tonini, nella quale racconta la sua storia, quella di essersi rivolto alla Farmacia “Allo Svincolo” di Mendrisio, di turno ieri notte, per richiedere dei farmaci con ricetta medica. Alla sua richiesta, Tonini afferma di aver ottenuto la seguente risposta dalla dottoressa Katia Piva, titolare della Farmacia e residente a Varese: “Guardi, fosse stato un antibiotico sarei arrivata in un quarto d’ora, ma per questo medicinale non ritorno in farmacia, visto che sono già a casa mia a Varese”.

Da qui la denuncia del signore e il suo furioso interrogativo: “Ma vi pare possibile che la FARMACIA DI TURNO sia chiusa perché la farmacista frontaliera doveva tornarsene a casa?”.

 

La versione della Farmacia Allo Svincolo - Ticinonline ha ascoltato la dottoressa Piva che ha un’altra versione, sostanzialmente diversa. “Smentisco quello che ha scritto il signor Tonini – spiega Katia Piva. Da parte mia non c’è stato il rifiuto di andare in farmacia, ieri sera. Ho spiegato di essere appena rientrata dalla farmacia alle 23. Stavo facendo la doccia, per cui gli ho spiegato che avrebbe dovuto attendere. Quello che chiedeva il signore era un sedativo per la tosse e uno spray per la gola, con ricetta medica. Ho chiesto se non avesse un antibiotico o un cortisonico con il quale tamponare fino alla mattina, e se avesse a casa un sedativo della tosse per dormire. Lui mi ha detto di no e quindi io ho pregato di attendere 20 minuti. All’inizio gli ho chiesto 30 minuti, perché mi stavo asciugando i capelli, non volevo dirgli un tempo breve e poi non riuscire ad arrivare. Lui ha detto che sarebbe andato a Lugano, poi mi ha chiesto la provenienza e a quel punto ha chiuso il telefono. L’ho richiamato ma non ha più risposto”.

 

La dottoressa Piva tiene a precisare di aver agito correttamente: “Io mi ritengo una professionista corretta, faccio il lavoro con passione, ho sempre rispettato quella che sono le nostre norme deontologiche. Mi dispiace che il signore abbia frainteso le mie parole”.

Chiediamo alla dottoressa quali sono gli obblighi della sua farmacia per il picchetto notturno: “Fino alle 8 di sera la farmacia resta aperta. Dopo le 20 abbiamo un cellulare per essere rintracciati. Abbiamo un cartello fuori, su cui si specifica che le telefonate per i farmaci devono essere corredate da ricetta medica, per medicinali urgenti”.

 

Farmacista cantonale – A questo punto chiediamo al Farmacista Cantonale, il dottor Giovan Maria Zanini, cosa prevede la legge, se ci sono dei tempi entro i quali intervenire e degli obblighi specifici. Zanini ci spiega che “secondo la legge sanitaria i farmacisti devono assicurare il picchetto notturno e festivo organizzato dall’Ordine dei farmacisti a livello regionale. L’Ordine ha il mandato dallo Stato di organizzare i picchetti che devono coprire le 24 ore a livello regionale. Attualmente, c’è’ un picchetto nel Mendrisiotto, uno nel Luganese, uno nel Bellinzonese uno nel Locarnese e c’è qualcosa nelle Tre Valli. La legge dice che tutti gli operatori sanitari sono tenuti a fornire questo picchetto. Per cui, se l’Ordine decide che una determinata farmacia rientra nel comprensorio, questa è tenuta a garantire il picchetto. Il Cantone subentra soltanto se c’è un disservizio. La competenza dunque è dell’Ordine”.

 

La prassi, secondo quello che ci spiega il dottor Zanini, vuole che “quando una farmacia è di picchetto, aumenta gli orari di apertura e di notte mette a disposizione un telefono. La prassi dell’Ordine è che il farmacista interviene quando c’è una ricetta medica, al di là se si tratta di medicamenti urgenti o non urgenti. Magari il farmacista può chiedere al paziente se ha qualcosa in casa, che potrebbe sostituire i medicinali prescritti ma non può dire al paziente di attendere la mattina dopo. Se non c’è una ricetta medica, il dottore è tenuto a verificare di cosa si tratta ma non ha l’obbligo di intervenire. Per quanto riguarda i tempi di intervento, finora noi non abbiamo mai avuto il bisogno di regolamentarli, perché non ci sono mai stati problemi. Il farmacista di turno deve intervenire in un lasso di tempo ragionevole, un quarto d’ora è ragionevole, un’ora non lo è”.

 

Sul caso specifico - Infine chiediamo a Zanini di esprimersi sul caso specifico: “Nel caso specifico, io ho due versioni contrastanti e opposte tra di loro, quella del cliente che mi ha chiamato stamattina e quella della dottoressa che ho sentito subito dopo. Sono versioni inconciliabili e ritengo di non dover prendere una posizione. In termini generali voglio solo dire che se c’è una ricetta medica, il farmacista deve intervenire. Tra l’altro Il cliente ieri sera ha poi interpellato la farmacia di turno di Lugano, che dopo 5 minuti gli ha fornito il medicinale. Sto preparando una segnalazione per l’Ordine dei farmacisti e dopo si dovrà capire chi ha ragione, sempre che si arrivi ad una ragione, proprio perché abbiamo due versioni completamente diverse”.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE