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CANTONE"Si lavora sempre di più e non c’è più tempo per i figli"

28.02.13 - 17:28
Domenica si vota sul nuovo articolo costituzionale per una maggiore conciliabilità tra lavoro e famiglia. Una analisi delle nuove problematiche
Foto Ti-Press
"Si lavora sempre di più e non c’è più tempo per i figli"
Domenica si vota sul nuovo articolo costituzionale per una maggiore conciliabilità tra lavoro e famiglia. Una analisi delle nuove problematiche

LUGANO - E’ di oggi la notizia che nel 2012 in Svizzera sono stati celebrati 42'500 matrimoni, l'1,% in più rispetto all'anno precedente. Picchi sono stati registrati ad Appenzello Interno (+28%) e a Nidwaldo (+12,2%). Se è vero che il numero di matrimoni tra cittadini svizzeri è salito (+4,4%), i matrimoni misti (-2,9%) e quelli tra cittadini stranieri (-1,8%) sono diminuiti. Il numero dei divorzi è invece rimasto stabile a 17'500, dunque ancora molto alto. Le difficoltà crescenti che le coppie affrontano sono spesso legate alla difficoltà di conciliare i ritmi tra lavoro e famiglia.

Il prossimo 3 marzo si voterà per introdurre a livello federale un nuovo articolo costituzionale che incarica la Confederazione e i Cantoni di promuovere la conciliabilità tra la vita familiare e l'esercizio di un'attività lucrativa o una formazione.

 

Nuove problematiche della famiglia - In merito alle dinamiche e alle problematiche di coppia, la dottoressa Renata Dozio, direttrice del Consultorio di Comunità familiare spiega che “negli ultimi dieci anni le problematiche sono più o meno sempre le stesse. I cambiamenti sono intervenuti con un maggiore inserimento professionale della donna, un maggiore accesso alla formazione, allo studio, al diritto alla carriera. A questi cambiamenti la società non ha adeguato i bisogni della famiglia. La crisi nella coppia può manifestarsi quando giovani madri si sentono inadeguate sia a casa che quando sono sul posto di lavoro, fanno fatica cioè a portare avanti al meglio entrambi i ruoli. La società non si è adeguata al cambiamento dei ruoli. Per esempio il tempo parziale è ancora una realtà solo in alcune situazioni. Lavorando al 50% sarebbe più facile, sia per l’uomo che per la donna, gestire la genitorialità. Invece assistiamo ad un aumento del ritmo del lavoro in generale, a figure professionali che devono essere sempre più performanti. Molte persone si rivolgono a noi perché nella coppia non c’è spazio e non c’è tempo per occuparsi dei figli. Inoltre, oggi manca la rete primaria, la famiglia allargata, i nonni che forse a loro volta devono lavorare e che quindi non hanno tempo per i nipoti. Mancano quelle strutture che una volta erano di supporto alla coppia. Tutto questo porta ad un aumento di tensione”.

 

L’Associazione Comunità familiare, di cui il Consultorio (insieme all'Antenna Icaro, al Centro residenziale a Medio Termine, al Foyer casa di Pictor, e al Gruppo Infanzia e Gruppo Colonie) fa parte, è favorevole all’introduzione del nuovo articolo costituzionale. Con esso, la Confederazione dovrebbe assumere in futuro, insieme ai Cantoni, un compito di promozione per poter sostenere allo stesso tempo le famiglie, nonché le loro attività familiari e professionali e la loro formazione. I Cantoni e i comuni sono chiamati a mettere a disposizione le infrastrutture necessarie. La Confederazione dovrà attivarsi soltanto quando si constata che i comuni e i Cantoni non soddisfano sufficientemente i loro bisogni di conciliabilità.

 

Il ruolo dell’uomo e della donna - La conciliabilità si basa anche sul rispetto dei ruoli tra uomo e donna. Come riferisce la dottoressa Dozio, “una coppia va in crisi, quando uno dei due perde il suo ruolo. Alla perdita del lavoro segue un problema di autostima, che cambia la relazione di ruolo. Se fino ad allora entrambi avevano una stima di sé sufficientemente buona, nel momento in cui uno dei due partner perde il lavoro, accade qualcosa che impedisce la buona realizzazione del proprio progetto e quello di coppia”.

Ma ci sono delle differenze: “La differenza tra uomo e donna è forse impossibile da superare. L’uomo è tale in quanto sente di sviluppare la propria personalità, acquisire la propria identità in quello che fa. La donna, oltre a questo bisogno, ha un altro ruolo, quello di procreare che le è esclusivo. Inoltre, noi siamo ancora culturalmente legati ad un modello di famiglia patriarcale e questo è un problema. Molte famiglie ricostituite, che vengono da noi, hanno interiorizzato il modello di famiglia tradizionale, un modello filogenetico che trascende la realtà perché la nostra cultura ebraico-cristiana è radicata, nonostante ci siano altre influenze culturali, che contraddistinguono quelle che si chiamano le coppie miste”.

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