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TENEROTanti i giovani che abbandonano lo sport, un convegno per capirne i motivi

27.01.13 - 17:22
I giovani che abbandonano l'attività sportiva sono circa il 30%
Tanti i giovani che abbandonano lo sport, un convegno per capirne i motivi
I giovani che abbandonano l'attività sportiva sono circa il 30%

TENERO - Perché sono così tanti i giovani e i giovanissimi abbandonano l'attività sportiva? Il quesito è stato il tema del convegno "i giovani e lo sport: tra impegno e abbandono" che si è tenuto al Centro sportivo di Tenero e a cui ha partecipato un centinaio di addetti ai lavori. Le motivazioni che portano così tanti giovani ad abbandonare sono diverse: la paura di mettersi in ridicolo, la scarsa auto-stima, l'ansia. Secondo il professore Philippe Sarrazin dell'Università di Grenoble ritiene che è la figura dell'allenatore è molto importante:  "È sua responsabilità creare un clima più o meno motivante". Una formazione dell’allenatore mirata sugli aspetti psicologici, che prediliga i comportamenti motivanti rispetto a quelli frustranti, è sicuramente efficace per migliorare la qualità del’esperienza sportiva dei giovani.

Il prof. Sarrazin è convinto che gli allenatori hanno un’attitudine conservatrice che li spinge a riprodurre i comportamenti negativi che loro stessi hanno già vissuto da giocatori. Uno studio del ricercatore francese in corso di svolgimento a livello europeo, ha dimostrato che il tasso di abbandono diminuisce dal 25 al 15% se gli allenatori seguono una formazione mirata sulle esigenze psicologiche e motivazionali del giovane. Il coaching fornisce strategie concrete, mostra comportamenti da evitare e attitudini da sviluppare per ottenere un clima che alimenta la motivazione.

Il professor Wolf-Dietrich Brettschneider dell’Università di Paderdorn ha sottolineato l’importanza di una buona relazione dello sport con gli altri ambiti della propria vita come la famiglia, gli amici, la professione e gli altri hobby. Gli investimenti in termini di tempo e il rapporto tra costi e benefici devono trovarsi in un equilibrio positivo. Il prof. Brettschneider ha esortato i partecipanti ad adattare l’offerta delle società sportive ai nuovi stili di vita dei giovani, così come a collaborare maggiormente con altri promotori di attività sportive e a sfruttare adeguatamente le reti sociali come mezzo per coinvolgere emotivamente i giovani.


Nella tavola rotonda conclusiva, i relatori hanno insistito sul fatto che l’abbandono nello sport giovanile è un fenomeno inevitabile: lo si può attenuare ma non eliminare. Bisogna capire perché i giovani smettono precocemente: vogliono fare altri sport, praticarlo più per divertimento che a livello competitivo, non hanno tempo per far tutto, hanno subito un infortunio o si sono trasferiti, si sentono sotto stress oppure i loro bisogni non sono soddisfatti. Infine, è bene accettare il fatto che l’adolescente ha tutti i diritti di prediligere altre attività ricreative nel tempo libero.

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