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CANTONE / MAROCCODi ritorno sul luogo dell'attentato dopo due anni d'assenza

28.04.22 - 16:31
Il papà di Cristina ha partecipato oggi alla cerimonia in ricordo delle diciassette vittime del Caffè Argana a Marrakech
Arnaldo Caccia
Di ritorno sul luogo dell'attentato dopo due anni d'assenza
Il papà di Cristina ha partecipato oggi alla cerimonia in ricordo delle diciassette vittime del Caffè Argana a Marrakech
Nel 2011 un attentato terroristico di matrice islamica provocò la morte di sua figlia, di Corrado Mondada e di André Da Silva Costa. «Abbiamo posato un fiore davanti alla stele per ricordarli».

MARRAKECH - Dopo due anni di assenza (causa pandemia) Arnaldo Caccia è tornato sul luogo della tragedia che - suo malgrado - gli ha cambiato la vita per sempre. In Marocco. A Marrakech. Nei pressi del Caffè Argana. Là dove la furia jihadista - il 28 aprile di undici anni fa - piazzò una bomba che uccise diciassette persone. Tra le vittime vi furono anche tre ticinesi: sua figlia Cristina, Corrado "Mondo" Mondada e André Da Silva Costa. «Da quel giorno non è cambiato niente. È come se fosse accaduto ieri», ci confidava l'anno scorso Arnaldo in concomitanza del decimo anniversario del dramma. Una tragedia che colpì come un pugno allo stomaco tutto il Cantone. E che ogni anno - il 28 aprile - fa riaprire una ferita mai del tutto sanata.

Per tre anni lontano - Un nono e un decimo anniversario che il padre di Chichi - così come tutti gli altri parenti delle vittime europee - dovettero vivere da lontano sia nel 2020 che nel 2021. Per via delle restrizioni dovute alla pandemia, davanti alla stele commemorativa posata un anno dopo l'attentato, si svolsero infatti delle cerimonie in formato ridotto, alle quali poterono partecipare solo una ventina di persone, perlopiù autorità marocchine e i rappresentanti delle famiglie delle vittime locali.

Il ritorno - Per Arnaldo Caccia oggi è quindi stato un giorno di grandi emozioni. Lui che prima che scoppiasse la pandemia non aveva mai perso una cerimonia, è tornato a rappresentare le altre famiglie ticinesi durante la commemorazione. Una commemorazione, iniziata alle undici ora locale, alla quale hanno pure partecipato una delegazione dell’Ambasciata Svizzera a Rabat (con a capo il nuovo console onorario di Marrakech Max Rosari), il console francese Stéphane Baumgarth, una folta rappresentanza politica della città marocchina e un rappresentante del Re. «Con me - sottolinea Arnaldo Caccia - erano pure presenti molti parenti delle vittime francesi. Dopo i discorsi di rito delle autorità, insieme abbiamo ricordato André, Cristina, Corrado e le altre quattordici vittime, ponendo ai piedi della stele un fiore in loro ricordo».

L'attentato - L'esplosione avvenne alle 11.30 ora locale (le 12.30 in Svizzera) all'interno del Caffè Argana, sulla centralissima piazza Jamaa el Fna. Il locale, molto frequentato dai turisti, fu praticamente raso al suolo da un ordigno artigianale fatto esplodere a distanza. La terribile deflagrazione provocò la morte di diciassette persone - otto francesi, tre svizzeri, due marocchini, un russo, un canadese, un britannico e un olandese - e il ferimento di altre venticinque. Per l'attentato furono condannate nove persone. Per i due principali responsabili - Adil Al-Atmani e Hakim Dah - venne richiesta la pena capitale, ma i difensori dei famigliari delle vittime nel corso del processo ribadirono la loro contrarietà a questa condanna per non trasformare gli artefici dell'attentato in "martiri".

 

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