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RIVIERA«Ha preso i 7mila franchi, ed è sparito»

20.04.22 - 06:00
Una 45enne della Riviera vittima di un "benefattore" incontrato su Facebook
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«Ha preso i 7mila franchi, ed è sparito»
Una 45enne della Riviera vittima di un "benefattore" incontrato su Facebook

BIASCA - In un momento difficile, Elisa* ha visto il messaggio su Facebook. «Se avete bisogno di un prestito - recitava pressappoco - conosco una persona che fa al caso vostro». La 45enne della Riviera ci ha pensato su. La disoccupazione agli sgoccioli, l'assistenza dietro l'angolo, l'auto della figlia da rottamare: alla fine ha contattato l'utente. 

Tramite Facebook la ticinese ha presentato richiesta per un credito privato da 50mila franchi a quello che credeva essere un consulente della Bank of Africa. Si fida, come garanzia riceve documenti che sembrano ufficiali e la carta d'identità di un cittadino francese. Le condizioni sembrano buone: dovrà restituire l'importo in 26 anni a un tasso d'interesse vantaggioso. 

Solo che la 45enne non ha mai visto un soldo, anzi ne ha persi di propri. Nel giro di poche settimane ha dato fondo a tutti i suoi risparmi, oltre 7mila franchi, per soddisfare le continue richieste del "benefattore". «Prima le spese di attivazione, poi costi amministrativi di vario tipo, spese notarili e di cambio, io versavo nella speranza di vedere finalmente l'importo» racconta la donna, che a posteriori si rammarica della propria ingenuità. Il tipo di truffa non è nuovo alle nostre latitudini (tio.ch/20minuti se ne è occupato in passato) ma continua a mietere vittime. 

Dopo essersi confrontata con Western Union, il canale utilizzato per la maggior parte dei versamenti, la donna ha mangiato la foglia e sporto denuncia alla Polizia cantonale. Le possibilità di acciuffare il "benefattore" sono però decisamente remote. L'autore o gli autori della truffa si nascondono dietro varie schermaglie virtuali - la stessa carta d'identità fornita a Elisa è stata probabilmente rubata - e le tracce si perdono nell'Africa subsahariana: i soldi venivano ritirati in Senegal presso una filiale della Western Union, che ha avviato accertamenti. 

Elisa ha voluto raccontare la vicenda «per evitare ad altri di cadere in queste trappole». La criminalità informatica è in aumento in Ticino: nel 2021 sono stati registrati 338 reati informatici, oltre 100 in più rispetto al 2020. Di questi, 255 sono ascrivibili alla categoria della cybercriminalità economica. Per informazioni la Polizia cantonale mette a disposizione un sito www.cybersicuro.ch mentre per le segnalazioni è attivo il Centro nazionale per la cibersicurezza (NCSC).

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