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Quanto consumano i singoli voli: il progetto sviluppato nella sede zurighese di Google

CANTONE / ZURIGOQuanto consumano i singoli voli: il progetto sviluppato nella sede zurighese di Google

02.05.22 - 06:55
Ce ne parla il ticinese Patrik Reali, che lavora per il colosso americano dal 2005
Patrikl Reali
Quanto consumano i singoli voli: il progetto sviluppato nella sede zurighese di Google
Ce ne parla il ticinese Patrik Reali, che lavora per il colosso americano dal 2005

ZURIGO - Si sa, viaggiare in aereo non giova all'ambiente, ma a volte spostarsi via aria è indispensabile. E allora cosa si può fare? Google Flights da qualche mese offre la possibilità di confrontare vari voli anche secondo l'emissione di CO2. In base a determinati parametri, è possibile vedere a colpo d'occhio quanta anidride carbonica produce un viaggio rispetto agli altri voli. Ciò permette all'utente di fare un acquisto più consapevole in termini ambientali. Un'idea semplice, che è stata ideata e realizzata proprio nella sede di Zurigo di Google. 

«Il progetto, made in Switzerland, è iniziato nel 2019, grazie all'idea di alcuni ingegneri. Lavorando insieme al reparto Sustainability, il progetto ha preso sempre più forma, diventando ufficiale, e ora è consultabile in tutto il mondo» ci racconta il ticinese Patrik Reali, Engineering Manager di Google a capo del progetto. «A dipendenza del tipo di aereo, dell'età della tecnologia, e della distanza percorsa viene calcolata l'emissione, che viene poi distribuita sul numero di passeggeri previsti. Un ulteriore dato che viene inserito nel calcolo è anche la classe scelta dal passeggero: in prima i sedili sono più grandi. E chiaramente se il volo è diretto si inquina di meno, perché la parte più inquinante del viaggio è la partenza». 

Stessa tratta, consumi differenti - Per fare un esempio, se da Zurigo voglio partire per Londra, avrò diverse opzioni. Tra i voli senza scalo il sistema di Google Flights propone un volo Easyjet, con un consumo di 108 chilogrammi di CO2, un dato considerato nella media. Tra le proposte figura anche un volo Swiss; il suo consumo è pari 84 chili di CO2, il 17% di emissioni in meno rispetto allo standard. Tra i voli con uno scalo la percentuale delle emissioni si impenna, con un +188% con il primo volo operato da Iberia e il secondo dalla British Airways. Tutti i dati delle emissioni vengono segnalati prima del prezzo. 

Altri progetti di Google sulla sostenibilità - Questo è solo uno dei tanti progetti che Google sta offrendo ai propri utenti sul tema della sostenibilità. Negli Stati Uniti ad esempio quando si utilizza Google Maps viene indicata la strada più breve ma anche quella più efficiente dal punto di vista dei consumi. La funzione, che dovrebbe arrivare anche in Europa entro la fine del 2022, permette di far risparmiare carburante, e quindi denaro. In Israele invece stanno sperimentando nuove funzioni per i semafori, che si adattano in base al traffico. I tempi di viaggio arrivano così a ridursi fino al 20%. Interessante anche la timeline di Google Maps: alla fine dell'anno, a tutti gli utenti che hanno condiviso i propri spostamenti con Google, viene fornito anche un resoconto, con relativo impatto ambientale personalizzato. 

«La gente è sempre più sensibile e attenta alle questioni climatiche, ma spesso quando ci si trova davanti numeri e dati troppo tecnici si rischia di perdersi. Ora ci sono sempre più strumenti che permettono all'utente di rendere visibile l'impatto ambientale, permettendo così alle persone di agire di conseguenza» prosegue Patrik Reali.  

I primi risultati - «All'inizio del progetto abbiamo ricevuto diversi feedback negativi, del tipo "siete matti, le compagnie aeree non la prenderanno bene", "nessuno vorrà più lavorare con noi", ecc... Ma nel 2020 la situazione è cambiata radicalmente. All'improvviso tutti i partner erano molto più interessati: le compagnie aeree facevano (e fanno tuttora) a gara a chi è più ecologico». Ognuno sta cercando di raggiungere l'obiettivo in maniera diversa: ad esempio Easyjet ha già annunciato la compensazione di tutte le emissioni di anidride carbonica provenienti dal carburante utilizzato durante i voli. Swiss invece sta lavorando con un cherosene sintetico.  

Ma quali sono state le prime reazioni degli utenti in merito all'indicazione delle emissioni dei singoli voli? «C'è molto interesse, la gente consulta spesso questi dati. Bisogna però ammettere che il prezzo ha ancora una forte influenza sulla scelta del volo. Se invece non c'è una grande differenza di costo, il fatto che un volo sia più ecologico è sicuramente una motivazione ulteriore». 

«Visto che il progetto riguarda i voli in tutto il mondo, abbiamo analizzato due parametri in particolare: la cultura e l'età. Ogni cultura è sensibile in modo diverso: in Europa ad esempio i viaggiatori sono molto più vicini al tema dell'ecologia rispetto ai paesi in via di sviluppo. Il secondo fattore importate è l'età: i giovani tendono ad essere molto più attenti alle questioni climatiche» spiega Patrik Reali. E per quanto riguarda le compagnie aeree? «Bene, anche perché ne risentono a livello di traffico. Abbiamo quindi stretto diverse partnership, che ci permettono di portare avanti il progetto nella stessa direzione».

Seguire il mercato è però importante, anche perché muta in continuazione: «Se fino all'anno scorso si parlava molto di compensazione e di offset, adesso dopo la COP26 a Glasgow si comincia ad orientarsi verso altre soluzioni». 

Soluzioni ancora individuali - Cosa può fare quindi la singola persona per mettere un freno all'inquinamento? «Non c'è ancora una risposta complessiva. Le soluzioni sono attualmente ancora individuali: come utente ora posso vedere qual è il mio impatto, e se decido di prendere un volo possono compensarlo, se noleggio un'auto pure. È ancora tutto molto frammentato, e piuttosto complicato. Spero che in futuro tutto sarà incluso e quindi più semplice per tutti. Ora stiamo muovendo i primi passi per offrire tutti i componenti, e quando li avremo sarà più facile connetterli e avere una risposta comune». 

A livello aziendale Google si è posto l'obiettivo di portare a zero tutte le emissioni entro il 2030. L'azienda è già neutrale dal 2007, il che vuol dire che le emissioni vengono compensate. «L'obiettivo principale resta quello di emettere sempre meno. Negli anni sono stati scelti dei computer che utilizzano meno corrente, e sono stati fatti progressi anche per quanto riguarda il raffreddamento dei data center con l'acqua del lago (come succede anche a Lugano per il Centro di calcolo). La corrente che utilizziamo proviene tutta da soluzioni verdi. L'obiettivo del 2030 è quello di evitare di emettere in partenza, senza dover ricorrere alla compensazione». 

Patrik Reali, dal Ticino a Google
Come tanti ticinesi, Patrik Reali si è trasferito a Zurigo da giovane per proseguire i propri studi. Dopo aver trovato lavoro in un paio di aziende zurighesi, è arrivato Google, che ai tempi non era l'azienda che conosciamo noi oggi. «Ho fatto un paio di colloqui prima di essere assunto, e sono andati bene. All'inizio è stato un po' uno shock, non siamo abituati ad avere a che fare con le aziende di stampo americano. Quando ho iniziato a Zurigo nel 2005 c'erano circa 3'000 impiegati in tutto il mondo, e solo una ventina a Zurigo. Ora siamo 160'000 a livello globale, e 4'500 nella città sulla Limmat. All'inizio, essendo così pochi, dovevamo fare praticamente tutto: la macchinetta del caffè l'aveva portata un collega, i primi anni non avevamo nemmeno un direttore e si mangiava per terra, decisamente lontano dalla visione che si ha oggi di Google, dove tutto è fantastico. Però è rimasta questa tradizione di essere partecipi alla vita dell'ufficio». Dal punto di vista lavorativo, Patrik Reali ha iniziato come ingegnere, e si occupava di sviluppo software. Ha in seguito acquisito la guida di un gruppo, diventando manager del team, oggi composto da una quarantina di persone. Attualmente la sede di Zurigo è l'ufficio di sviluppo più grande al di fuori degli Stati Uniti, e segue un gran numero di progetti a livello globale. 

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