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CANTONEOndata di rifugiati in Ticino, «nessun aiuto cantonale per chi ospita a casa propria»

31.03.22 - 15:52
L'ospitalità dei privati «non segue il percorso di accoglienza di Confederazione e Cantone», così Raffaele De Rosa.
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Ondata di rifugiati in Ticino, «nessun aiuto cantonale per chi ospita a casa propria»
L'ospitalità dei privati «non segue il percorso di accoglienza di Confederazione e Cantone», così Raffaele De Rosa.
Da lunedì chi ha ottenuto il permesso S potrà però ottenere il sostentamento, spiega il consigliere di Stato.

BELLINZONA - Ha superato soglia 20'000 il numero di profughi ucraini giunti in Svizzera dall'inizio della guerra. I centri d'asilo si stanno riempiendo in ogni angolo del Paese e moltissimi cittadini hanno messo a disposizione i loro alloggi privati. Oggi il Cantone ci aggiorna sul piano di accoglienza ticinese. A parlarne in conferenza stampa a Palazzo delle Orsoline ci sono Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento della sanità e della socialità, e Norman Gobbi, direttore del Dipartimento istituzioni. 

In cifre - «Attualmente sono oltre quattro milioni le persone fuggite dall'Ucraina che necessitano di essere accolte da altri Paesi. Ma potrebbero arrivare a toccare i 10-15 milioni», esordisce De Rosa. I profughi attribuiti al Ticino dalla Segreteria di Stato della migrazione sono 1'600, di cui 1'207 hanno già ottenuto il permesso speciale S. Al momento 194 persone sono ospiti nei centri collettivi regionali, mentre la maggior parte si trova in alloggi privati, «uno slancio di solidarietà lodevole», sottolinea De Rosa.

Il sostentamento - I rifugiati che hanno ottenuto il permesso S a cui non è possibile garantire in natura le prestazioni di vitto hanno diritto al forfait di sostentamento stabilito per i richiedenti l'asilo. I forfait sono così fissati: 500 franchi mensili per una persona sola e 750 per coniugi. Sono poi previsti 317 franchi supplementari per un figlio minorenne, 268 dal secondo figlio in poi e 500 franchi per i figli maggiorenni. A partire da lunedì 4 aprile verranno inviate le convocazioni per il ritiro delle prestazioni presso il Mercato coperto di Giubiasco, che verranno erogate da lunedì 11 aprile. 

L'alloggio - Per i rifugiati collocati dai centri cantonali in appartamenti in locazione, è previsto il riconoscimento di un canone locativo, comprensivo di spese accessorie. Si parla in questo caso di appartamenti messi a disposizione dai Comuni o reperiti sul mercato immobiliare. A gestire l'inventario di questi appartamenti è il Cantone, che verifica peraltro l'idoneità dell'alloggio.

Nessun sostegno per chi apre le porte di casa propria - Per quanto concerne invece l'ospitalità volontaria dei privati, che «non segue il percorso d'accoglienza tracciato da Confederazione e Cantone», attualmente non è prevista una copertura dei costi dell'alloggio da parte del Cantone, aggiunge De Rosa. L'ospitalità offerta a casa propria è volontaria e quindi deve essere gratuita, viene sottolineato. 

Accogliere, ma con testa - L'ospitalità dimostrata dai ticinesi deve far rima con responsabilità, tiene a sottolineare De Rosa. «Ci vuole senz'altro tanto cuore ma anche tanta testa. Incoraggiamo l'accoglienza in spazi autonomi e indipendenti sia negli accessi che nei servizi».

Minori soli - Finora i minori giunti in Ticino senza genitori sono cinque in tutto, aggiunge poi De Rosa, specificando che i minorenni non accompagnati non possono essere ospitati dai privati, ma vanno annunciati al Centro federale di Chiasso. I casi di chi non ha un legame di parentela con il bambino e può comprovare di aver ricevuto l’affido temporaneo dai genitori rimasti in Ucraina verranno valutati singolarmente.

Alla scoperta della Svizzera - Domani nei centri regionali collettivi inizieranno dei momenti di formazione e informazione rivolti agli ospiti, spiega infine Gobbi. Questi si articoleranno su nove moduli, tra cui civica, sanità, sicurezza, scuole, lingue, lavoro e prestazioni. 

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