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CANTONEInvestimento mortale: «Il rischio è una sindrome da stress post traumatico»

23.03.22 - 08:30
Chi è protagonista di un evento simile può avere ripercussioni importanti che si possono protrarre nel tempo.
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Investimento mortale: «Il rischio è una sindrome da stress post traumatico»
Chi è protagonista di un evento simile può avere ripercussioni importanti che si possono protrarre nel tempo.
Dal Care Team all'aiuto psicologico. I passi per evitare «reazioni psichiche che possono essere anche invalidanti».

LUGANO - «Sono arrivata pochi istanti dopo. Avendo lavorato tanti anni per la Croce Verde, e avendo con me una coperta in auto, sono scesa per offrire il mio aiuto. Purtroppo era già tropo tardi». A parlare è M.* presente sul luogo del tragico investimento verificatosi lunedì pomeriggio sull'A2.

Negli occhi della donna, abituata a situazioni "estreme", è rimasto impresso il volto del camionista protagonista dell'investimento. «Era cadaverico, immobile. Chiaramente sotto shock. Non oso immaginare cosa si possa provare in una situazione simile, ma spero che abbia ricevuto un supporto psicologico». 

«Fino a sette giorni per chiedere l'intervento del Care Team» - «In questo caso specifico non siamo intervenuti» spiega, interpellato, Massimo Binsacca, Caposervizio e coordinatore Care Team Ticino**. Il CTTi, infatti, viene generalmente attivato dalla polizia e dai servizi ambulanza, previa richiesta alle vittime dell'evento traumatico. Che non sempre, però, ritengono necessario nell’immediato un aiuto. «Capita che chi subisce uno shock, un trauma, inizialmente non voglia nessun supporto. Trovandosi in seguito in difficoltà, ad esempio non riuscendo a dormire, però poi ci contatta». 

«A volte basta semplicemente urlare» - Per Binsacca, d’altra parte, un intervento del Care Team ha senso fino a sette giorni dall’evento. «Il nostro - precisa - è fondamentalmente un intervento psicosociale più che psicologico. Si attiva un protocollo di ascolto, si sta vicini alla persona cercando di aiutarla a rimettere ordine tra le idee e offrendo alcune proposte terapeutiche». A volte anche le più banali, come il fare una passeggiata: «C’è chi, ad esempio, ha espresso la voglia di urlare. Così siamo andati insieme in un bosco, e dopo effettivamente si è sentito meglio».  

Piccoli aiuti, che però sono importanti: «In queste circostanze la confusione può essere tale da arrivare a non distinguere più cosa è giusto da cosa è sbagliato. Insegniamo ad accogliere le reazioni naturali del corpo: dalla rabbia, ai sensi di colpa, ma anche l’iperfagia, la tristezza… Se poi ci troviamo di fronte a una persona che non migliora e magari non riesce a dormire per una settimana o addirittura più, invitiamo a un supporto specialistico». 

Quando il supporto di uno specialista è necessario - «Sono degli eventi che non hanno una causa altra che l’evento stesso. E possono creare un disadattamento importante che non bisogna sottovalutare. E che può manifestarsi con reazioni diverse: dal disturbo del sonno, all’irrequietezza, l’ansia, la difficoltà di concentrazione», sottolinea Luigi Gianini, psicoterapista specializzato nel campo dei disturbi post-traumatici. «Sono aspetti questi - aggiunge -, che non vanno trascurati quando si subisce un evento traumatico».

Gli indicatori che mostrano che si è vittime di uno stress post traumatico sono proprio questi: «Si può notare una difficoltà di concentrazione, si hanno continui flashback che riportano all’evento traumatico e poi le reazioni già citate. Se queste si protraggono nel tempo, il trauma si può trasformare in una sindrome prolungata di disadattamento che arriva a compromettere il funzionamento sociale di una persona in modo più ampio e più marcato - spiega Gianini -. La persona diventa più irascibile, come accade tra i reduci di guerra, soffre di gravi disturbi del sonno, apatia, ritiro sociale e stati depressivi». 

Non tutte le persone sono predisposte allo stesso modo a questo tipo di reazioni, ma, per lo specialista, «gli incidenti molto gravi hanno un impatto, almeno a breve temine, molto importante. La durata nel lungo termine varia da una persona all’altra, ma un supporto psicologico è sicuramente auspicabile». 

*Nome noto alla redazione
**I volontari del Care Team sono militi di protezione civile incorporati nelle sei Regioni ripartite sul territorio e il picchetto è attivo con 2 care giver 24/24h 7/7giorni.

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