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CONFINENiente più tamponi per l'Italia

27.01.22 - 09:27
Dal primo di febbraio basterà il certificato Covid. La decisione di Roma
tipress
Niente più tamponi per l'Italia
Dal primo di febbraio basterà il certificato Covid. La decisione di Roma

CHIASSO/COMO - Dal mese prossimo non sarà più necessario "tamponarsi" per varcare il confine italo-svizzero. Basterà presentare un certificato 3G. Lo ha deciso il ministro della salute italiano Roberto Speranza, a seguito delle pressioni delle Regioni e degli operatori turistici. 

L'eccezione all'ordinanza italiana sui viaggi dall'estero - prorogata comunque fino a fine febbraio - non riguarda solo il Ticino ma tutta la Svizzera e i paesi Ue. È però particolarmente ben accetta nella fascia di confine, dove già durante le scorse ondate le regole "a intermittenza" di Roma hanno avuto un grande impatto.  

Cosa cambia, in concreto? Per i turisti in ingresso in Italia dalla Svizzera italiana - come da tutta l'area Schengen - ora basterà presentare un green pass "base", ossia un certificato di vaccinazione, guarigione o un test negativo. Un via libera per i ticinesi che vogliono spingersi oltre la fascia di confine, ma anche per i turisti della Svizzera interna, che durante le vacanze natalizie erano calati notevolmente nel Comasco e sul Lago Maggiore. 

Prima delle vacanze di Natale il governo italiano aveva introdotto un requisito aggiuntivo, ossia l'obbligo di un test antigenico (valido 48 ore) o molecolare (72 ore) associato al green pass, per tutti i turisti stranieri. La decisione aveva provocato qualche frizione con Bruxelles, e vive proteste dal settore turistico (ora verrà prorogata fino al 15 marzo ma solo per chi proviene da paesi extra Schengen).

In realtà, il requisito già in precedenza prevedeva delle grosse eccezioni: frontalieri in primis, ma anche gli studenti pendolari, e chi viaggiava per lavoro, non sottostavano all'obbligo di test. Meno chiara l'applicazione per i cosiddetti "turisti della spesa", molti dei quali erano stati rispediti in Ticino dai doganieri italiani sollevando - anche qui - non poche proteste. In seguito all'intervento dell'Associazione comuni italiani di frontiera (Acif) era stato chiarito che erano esentati dal test anche i residenti in Svizzera entro i 60 km dal confine. 

 

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