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LUGANOPositive al virus, ma la quarantena è già finita

02.01.22 - 08:04
Una donna con suo figlio ha effettuato un test il 21 dicembre, ma nessun ordine d'isolamento è stato loro inoltrato.
Lettore Tio.ch
Positive al virus, ma la quarantena è già finita
Una donna con suo figlio ha effettuato un test il 21 dicembre, ma nessun ordine d'isolamento è stato loro inoltrato.
Un lettore, sintomatico, racconta di essersi dovuto recare ieri mattina alla Clinica Moncucco perché tutti i servizi segnalati sul sito dell'Ufficio del medico cantonale erano chiusi o non effettuavano PCR.

LUGANO - Da diversi giorni le file davanti a cliniche e farmacie sembrano infinite. Complici le festività, ma anche diverse persone che accusano sintomi. Tra di loro ci sono una donna con suo figlio che si sono sottoposti al test più di una settimana fa e sono risultati positivi. A oggi non hanno ricevuto nessun ordine d'isolamento e la loro quarantena finisce oggi.

Hotline irraggiungibile, tre ore per poter effettuare un tampone e tanto scoraggiamento. Lo scorso 21 dicembre una donna con suo figlio, entrambi con sintomi, hanno atteso per ore al freddo davanti alla Clinica Moncucco per potersi sottoporre a un test Covid. Risultato: positivo. Federico, il marito della donna, si è rivolto a Ticinonline per spiegare che il giorno successivo all'esito positivo dei test, ha cercato di mettersi in contatto con la Helpline per gestire i tracciamenti, «al fine di valutare le quarantene e gli isolamenti. Ho scritto anche diverse mail e messaggi tramite whatsapp al numero preposto. Ho provato mille volte senza mai che qualcuno rispondesse al telefono».

Fino a due giorni fa, l'uomo non ha ricevuto risposta. Attaccato al telefono, ha aspettato per quaranta minuti che qualcuno gli rispondesse: «una collaboratrice mi ha detto che non poteva aiutarmi perché il dossier di mia moglie e suo figlio lo trattava un altro collaboratore. Mi ha però garantito che in giornata mi avrebbero richiamato. Nessuno si è fatto vivo!». Poi ieri ha nuovamente chiamato, con un'attesa al telefono di due ore. «Mi hanno detto che non possono fare nulla e che devo aspettare la loro chiamata. Io ho fatto presente che mia moglie e suo figlio hanno sintomi dal 21 dicembre e che il loro isolamento finisce domani (oggi per chi legge, ndr). Ho anche aggiunto che è scandaloso che un cittadino finisca, prima di riceve ufficialmente l’intimazione d'isolamento, il periodo d'isolamento. Mi hanno risposto che purtroppo è così».

L'uomo ha aggiunto inoltre di necessitare un certificato da presentare al proprio datore di lavoro, «poiché non potendo lavorare non percepisco nessun stipendio. Mi hanno risposto che arriverà. È scandaloso che il Canton Ticino non sia in grado di rafforzare questi centralini!».

Una fila di tre ore, una sola postazione per effettuare il test
Festività e freddo hanno aumentato enormemente la richiesta di tamponi. Un altro lettore si è lamentato di aver dovuto aspettare ieri mattina tre ore, presentando sintomi, sempre davanti alla clinica Moncucco. «Attenendomi alle indicazioni presenti sul sito del Cantone, alle nove ho iniziato a provare a contattare la Hotline per capire il da farsi, ma continuava a dire che non c'erano operatori disponibili. Ho scritto loro anche via mail e tramite whatsapp ma nessuna risposta».

L'uomo ha consultato poi il sito dell'Ufficio del medico cantonale, dove in una pagina sono indicati i luoghi dove poter effettuare il test dal 31 dicembre al 2 gennaio. «Erano segnalati degli studi medici, ma nella mia zona rispondeva la segreteria telefonica dicendo che lo studio era chiuso. Ho provato con alcune farmacie che mi hanno detto che non avevano posto o che non erano adibite per il PCR e mi hanno consigliato di andare alla Moncucco».

È arrivato davanti alla clinica alle 10:30, «con brividi di freddo, tosse e raffreddore». Solo alle 13:00 è arrivato sotto la tendina. «Qui, di fronte alla presenza di tanta gente in attesa, fra cui persone di una certa età e bambini, ho potuto notare che c'erano due persone addette alla registrazione e alla emissione delle etichette, e lavoravano con una lentezza tale che l'unica postazione, una sola, adibita a effettuare il tampone era spesso vuota».

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