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CANTONELorenzo e Cecilia, i due nuovi volti di Locarno-Monti

02.01.22 - 21:15
I due trentenni si alternano con i colleghi nella sorveglianza meteorologica e nell’emissione di allerte e previsioni.
Locarno Monti
Lorenzo e Cecilia, i due nuovi volti di Locarno-Monti
I due trentenni si alternano con i colleghi nella sorveglianza meteorologica e nell’emissione di allerte e previsioni.
Il loro è un percorso lineare che li ha condotti a quella che è anche una passione: la meteorologia. Si occupano di previsioni e allerte. E sono soprattutto queste ultime, nonostante la loro pericolosità, a dare le maggiori soddisfazioni.

LOCARNO - Due nuove e giovani leve sono andate ad aggiungersi ai professionisti della meteorologia di stanza a Locarno-Monti. Cecilia Moretti (32) e Lorenzo Di Marco (30), da metà 2021 si alternano con colleghi e colleghe nella sorveglianza meteorologica e nell’emissione di allerte e previsioni in lingua italiana, in particolare per quel che riguarda il versante sudalpino. 

Ma chi sono questi nuovi arrivi? Cecilia, dopo il Liceo a Bellinzona, ha intrapreso gli studi presso il Politecnico federale di Zurigo, successivamente ha frequentato il bachelor in Scienze della Terra e in seguito il master in Scienze dell’atmosfera e del clima. Durante il master ha scritto una tesi sulla climatologia del favonio quindi, dopo uno stage al Centro regionale Sud e tre anni in uno studio di ingegneria ambientale, è stata assunta come meteorologa.

Lorenzo ha studiato geoscienze all’Università di Basilea, geografia fisica come disciplina principale e meteorologia come disciplina secondaria. Grazie al master in scienze dell’atmosfera all’Università di Berna ha avuto modo di collaborare con MeteoSvizzera dove ora è assunto come meteorologo.

Meteorologi per caso o per passione?
Cecilia: «Il colpo di fulmine è scattato quando alla televisione trasmisero il film Twister del 1996. Racconta di una meteorologa cacciatrice di tornado. Anche se non sono mai andata a caccia di tornado, ho sempre trovato affascinanti i fenomeni meteorologici e ho voluto capire meglio come si sviluppano».

Lorenzo: «Ho avuto l’occasione di svolgere un praticantato di due mesi a Locarno-Monti, sotto la guida dell’allora responsabile del servizio previsioni. La sua passione e curiosità verso la meteorologia sono state contagiose».

Una giornata tipo?
L.: «Dipende dalle giornate e dal tipo di tempo che incontriamo. Il servizio previsioni, che è su turni, va dalle 5 del mattino alle 17, o dalle 7 alle 19. Sono giornate abbastanza lunghe e varie. Se c'è l’anticiclone, ad esempio, una giornata può risultare abbastanza tranquilla. Diverso è se ci sono in ballo delle allerte, in quel caso non ci si ferma un attimo. Ci sono poi le giornate con turni da ufficio e, sia io che Cecilia, abbiamo compiti al di fuori delle previsioni. Io mi occupo un po' più di cose tecniche e legate al software che usiamo per le previsioni». 

C.: «Non tutte le giornate sono uguali. È chiaro che quando c'è una situazione di allerta la mole di lavoro aumenta velocemente. Quelle per noi sono però anche le situazioni più interessanti, che ci permettono di osservare fenomeni rari. Poi, oltre al compito che mi vede occuparmi di previsioni, io seguo anche la parte del servizio clienti. Faccio un po' da tramite tra il cliente e la parte amministrativa». 

Oltre alla meteorologia c'è altro che fa battere i vostri cuori?
L.: «Mi piace molto sciare (infatti al telefono lo raggiungiamo mentre è in seggiovia n.d.r.), e amo la musica. Ogni tanto strimpello un po' basso e chitarra». 

C.: «Ci sono i miei hobbies: suono il violino e strimpello l'ukulele. Amo la cucina, soprattutto i dolci, e tutte le attività all'aria aperta: camminare, sciare... E poi c'è un bimbo in arrivo, a breve».  

Se non avessi fatto questo?
L.: «Sarei comunque rimasto nel campo delle scienze naturali. Un piano B avrebbe potuto essere il dottorato, tra Berna e Zurigo, nel mondo delle scienze dell'atmosfera. Trovo interessanti anche le aziende che fanno trading nel campo dell'energia». 

C.: «Già nel periodo medie/liceo avevo ben in mente cosa non avrei voluto fare. Scartando tutto questo non mi rimaneva molta scelta. Insomma, trovata questa strada, ho costruito il mio percorso universitario cercando di percorrerla fino in fondo. Ed eccomi qui».

In questi primi mesi hai vissuto qualche esperienza che merita di essere raccontata? 
C.: «Una settimana dall’inizio della formazione in sala previsioni, sono stata coinvolta nel processo di emissione di un’allerta di livello 5 per forti piogge, il livello più elevato della scala dei pericoli naturali ed era la prima volta che veniva emesso un livello simile. La tensione in sala previsioni era palpabile, ma ho imparato improvvisamente tantissimo!».

L.: «Sicuramente interessanti sono state le allerte e i fenomeni temporaleschi di quest'anno. Divertente invece è stato un episodio verificatosi verso metà giugno. Stavo guardando fuori dalla finestra verso l’ora di pranzo, ho visto precipitare qualcosa. Era un parapendista che per un pelo non si è schiantato sull'edificio. Aveva deciso, non so se per sua volontà o per emergenza, di atterrare nel giardino che ospita i nostri strumenti di misura. Arrivato a terra ha tranquillamente piegato la sua vela e si è poi allontanato, fortunatamente senza farsi male e far danni». 

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