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CANTONE«Ai, i ticinesi ancora svantaggiati»

03.01.22 - 06:01
Dal 2022 cambiano le regole dell'Assicurazione invalidità. Ma la sostanza rimane la stessa, lamenta l'OCST
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«Ai, i ticinesi ancora svantaggiati»
Dal 2022 cambiano le regole dell'Assicurazione invalidità. Ma la sostanza rimane la stessa, lamenta l'OCST

BELLINZONA - Anno nuovo, regole nuove per l'assicurazione invalidità. Dopo anni di pressioni (anche) dal Ticino, a partire dal primo gennaio la Confederazione introduce un nuovo sistema di calcolo delle prestazioni. I disabili ticinesi hanno ragione di festeggiare l'anno nuovo? 

Non molto. Il problema dei "disabili ma non abbastanza", esclusi dagli aiuti federali come dal mondo del lavoro, ha tenuto banco nelle scorse settimane su tio.ch/20minuti con toni anche accesi. E le polemiche non si spengono con l'anno nuovo, anche se il Consiglio federale ritiene di avere effettuato modifiche «favorevoli ai cantoni svantaggiati». A un'interrogazione del deputato Marco Romano (Ppd) il governo ha risposto a novembre di ritenere concluso il proprio compito.

Non è convinto il sindacato Ocst, che assiste diversi assicurati nella rivendicazione di prestazioni più eque. «Le nuove regole adeguano i parametri statistici in base a cui è calcolato il diritto all'invalidità» spiegano i sindacalisti Claudio Isabella e Dalibor Gottardi. «Nella sostanza non si attendono grossi cambiamenti con il nuovo sistema di parallelizzazione dei salari per quanto concerne l’accesso alla rendita minima d'invalidità. La soglia minima di discapito tra il salario da valido, anche se parallelizzato a livello statistico, e il salario presumibile da invalido rimane difficile da raggiungere nel nostro Cantone».

Per i disabili più gravi inoltre le prestazioni potrebbero addirittura diminuire, avverte l'Ocst. «Ci saranno dei miglioramenti nella fascia di invalidità che va dal 40 al 59 per cento» spiegano Isabella e Gottardi. La fascia più colpita, con percentuali di discapito dal 60 al 69 per cento, «avrà invece un peggioramento della rendita AI rispetto a quanto veniva finora riconosciuto» spiegano i sindacalisti. «Parliamo della fascia che obiettivamente farà più fatica a trovare un nuovo lavoro». 

I ritocchi sono nazionali. Ma in Ticino, dove le aspettative e l'urgenza erano maggiori, è maggiore anche la delusione. «Ci si aspettava sicuramente di più. Vedremo quale sarà l'impatto nei casi concreti - conclude l'Ocst - ma l'impressione per ora è che per i ticinesi che necessitano di un reinserimento nel mondo del lavoro non cambierà molto». 

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