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LUGANOGli studenti dell'Usi non ci stanno: «Qui si gioca con la nostra salute e con il nostro futuro»

29.12.21 - 06:00
C'è malumore fra gli studenti dell'USI per la procedura scelta in vista della prossima sessione di esami.
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Gli studenti dell'Usi non ci stanno: «Qui si gioca con la nostra salute e con il nostro futuro»
C'è malumore fra gli studenti dell'USI per la procedura scelta in vista della prossima sessione di esami.
Nonostante la situazione epidemiologica, si terranno in presenza. Una decisione incomprensibile per gli studenti, che puntano il dito anche sulle direttive in caso di quarantena. «Coerenti con il resto del semestre e con le direttive da Berna», spiega il Prorettore Lorenzo Cantoni.

LUGANO - «La procedura scelta per la prossima sessione è illogica, incomprensibile, ingiustificata, potenzialmente discriminatoria e non degna di un istituto universitario». Sono delusi alcuni studenti dell'USI (ma anche parte del corpo professorale) per la decisione di tenere in presenza, con la regola delle 3G, la sessione invernale degli esami (in programma dal 10 gennaio al 4 febbraio). Al contrario ad esempio della sessione dello scorso mese di giugno, con esami a distanza nonostante una situazione epidemiologica decisamente migliore di quella odierna.

Coerenza con il semestre e con le direttive - La modalità, spiega il Prorettore per la formazione e la vita universitaria Lorenzo Cantoni, è stata decisa e comunicata lo scorso 28 ottobre «ed è coerente con lo svolgimento del semestre, che è stato tutto in presenza». Al contrario, fare un cambiamento all’ultimo minuto, senza un'imposizione da parte del Consiglio Federale (che non ha mai messo in discussione che a gennaio 2022 gli esami si potessero fare in presenza) «avrebbe comportato numerosi problemi a studenti e a docenti», aggiunge.

Problemi con internet e coi vicini - Anche perché, fa notare ancora Cantoni, benché si siano messi in atto tutti gli accorgimenti opportuni per evitare problemi «e siamo convinti di esserci riusciti», la modalità online comporta una serie di problematiche per gli studenti: «Alcuni ci hanno raccontato di essere stati disturbati dai vicini di casa o dagli stessi famigliari, altri hanno avuto problemi con la connessione internet. Con gli esami in presenza, invece, tutti hanno lo stesso contesto operativo».

«Non siamo un take away» - Proprio per questo motivo, anche la possibilità di prevedere una sessione con entrambe le modalità (a distanza e in presenza) avrebbe comportato numerosi problemi organizzativi e numerosi punti di domanda rispetto alla parità di trattamento. «Gli esami universitari non sono un take away dove ciascuno sceglie quello che gli piace di più - illustra il Prorettore -. Rilasciando un titolo accademico, l’Università si assume una grande responsabilità sociale: cerchiamo dunque di fare le cose nel modo più serio e coscienzioso possibile».

Nessuna penalità per chi finisce in quarantena - Oltre ai dubbi sul riunire molte persone in un unico spazio chiuso, un altro problema riscontrato da parte del corpo studentesco risiede nelle direttive in caso di quarantena per positività al Covid-19 o dopo essere entrati in contatto con qualcuno di positivo. Sull’informativa inviata a tutti gli studenti viene infatti precisato che chi fosse posto in quarantena può ritirarsi da un esame fino all’ultimo momento, senza essere penalizzato quanto al numero di possibilità di sottoporsi all’esame.

Le conseguenze però ci sono - Tutto bene, verrebbe da dire. E invece no, perché al termine della sessione, qualora in un esame venisse registrata «una percentuale importante» di assenze dovute al Covid-19, il Prorettore per la formazione e la vita universitaria, d’accordo con le Facoltà, definirà le modalità di recupero prima della sessione straordinaria (prevista in settembre). In caso contrario, chi dovesse essere positivo dovrà rimandare i propri esami alla sessione straordinaria, estendendo in caso di semestre conclusivo di oltre sei mesi il suo percorso universitario (con tutti i costi che l'estensione consegue). 

«Il nostro futuro non dipende da noi» - L'eventualità di un recupero prima della sessione «in caso di percentuale importante» viene però giudicata da molti «totalmente discriminatoria e ingiustificata». Perché è sopportabile che un paio di studenti debbano concludere il percorso accademico in ritardo mentre se dovessero essere di più no? È la domanda che aleggia fra le aule di studio. In altre parole, il futuro degli studenti dipenderebbe da una non meglio precisata percentuale.

Si naviga a vista in attesa di chiarezza - «Purtroppo ci troviamo in un contesto molto particolare e stiamo riflettendo su diversi scenari possibili. Ma non possiamo definirli nel dettaglio finché non abbiamo i numeri di chi non potrà sostenere gli esami per cause legate al Covid19», è la risposta che fornisce l’USI. Aggiungendo che è previsto un aggiornamento da parte del Consiglio Federale nella seconda metà di gennaio, che dovrà essere considerato nella definizione delle misure di recupero. «In ogni caso - assicura Lorenzo Cantoni - il nostro obiettivo è quello di sostenere gli studenti, non di metterli in difficoltà. E credo che abbiamo potuto dimostrarlo in molte occasioni durante questa pandemia». 

Esami al posto della quarantena? «Da irresponsabili» - La scelta dell’Università potrebbe però avere anche un altro effetto nefasto: persone con sintomi o che hanno avuto contatti “rischiosi” che non si sottopongono a un tampone (o violano la quarantena) per evitare un rinvio, presentandosi quindi agli esami da potenziali vettori. «Si tratterebbe di un comportamento gravemente irresponsabile, che si giudica da sé», conclude il Prorettore per la formazione e la vita universitaria.

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COMMENTI
 

Tzozjlred 2 anni fa su tio
E per fortuna che gli studenti dovrebbero essere persone intelligenti....mo per un raffreddore o un Po di febbre vogliono chiudere la scuola...ma per favore un Po di coerenza e andate in classe a studiare altro che alzarsi alle 10 di mattina e far baldoria la sera. Suvvia non siate ridicoli. Buon anno

Fkevin 2 anni fa su tio
Da ex studente farebbe comodo tutto pur di non stare a scuola. Ma adesso avere la scusa dei esami online con qualche bigino, sinceramente lo trovo assurdo. In più è assurdo la scusa della salute. Vorrei sapere da tutti i studenti universitari se hanno qualche compagno di classe in meno (deceduto). Scommetto che sono 0 se non 1. Quindi ancora con le scuse della salute non sta né in cielo né in terra (lo conferma anche il sito svizzero dello stato vaccinale e decessi in base all'età). Quindi smettetela ancora una volta di fare i soliti articoli da paura. Salutiiii

StudenteUSI 2 anni fa su tio
Risposta a Fkevin
Gli studenti dell’USI non hanno paura di morire. La maggior parte degli studenti dell’USI sono frontalieri, ragazzi che vivono con genitori e nonni, fasce deboli e di cui stare più attenti. La “salute” non è una scusa. Si rischia di essere positivi durante un esame, contagiare e portare il covid “a casa”. Prevengo una possibile domanda: “contagiarsi durante un esame è impossibile”! Beh il 22 dicembre 2021 durante un esame in presenza all’USI, c’erano almeno 2 studenti POSITIVI. Oggi, dopo solo una settimana la situazione è nettamente peggiorata e di sicuro tra 2/3 settimane sarà ancora peggiore. Un ulteriore punto focale è una mancanza di sicurezza: se uno studente è positivo e non può fare gli esami, non ha alcuna certezza di poterli recuperare in tempo consono ma probabilmente dovrà rifarli durante la sessione di Settembre (7 mesi dopo). Ciò vuol dire che chi dovrebbe laurearsi durante le prossime sessioni di laurea non ne sarebbe in grado e chi vorrebbe partecipare ad un programma Erasmus non potrebbe, tutto per colpa della cattiva gestione del rettorato USI. Tutto ciò è inaccettabile e che, tra l’altro, potrebbe portare ad un disinteresse nel seguire le norme da parte di chi è positivo e a farli partecipare ugualmente agli esami per non perdere la sessione. A me e a tutti gli studenti USI sembra che l’intera situazione sia gestita davvero male oltre che in mala fede, che l’università metta al primo posto la propria reputazione e non la sicurezza dei propri studenti e delle loro famiglie. Questo è molto grave e bisogna correre ai ripari prima che possa succedere l’irreparabile.

Luca 68 2 anni fa su tio
al 10 gennaio non di dovrebbe nemmeno riaprire le scuole, visto che come dicono gli esperti sono proprio i più giovani a contagiarsi. ma anche lì non è possibile perché costerebbe troppo. forse chi decide non ha figli e non vuole vedere,

Oaeya 2 anni fa su tio
Questi giovani dell’USI che protestano, questi giovani studiano comunicazione, studiano informatica (e dunque il pensiero logico), studiano le religioni e la spiritualità, studiano economia. Con quello che studiano non hanno ancora capito i giochini di potere che stanno dietro a questa debole pandemia? Non sono in grado di discernere le strategie di terrore comunicativo messe in atto dalla realtà e dai fatti concreti globali? Si prestano ai giochi manipolatori messi in atto da chi non vuole che questa emergenza finisca. Questi studenti invece dovrebbero essere parte di quelli che perlomeno vanno a indagare e forse confutare le prese di posizione degli pseudoscienziari che stanno indirizzando i comportamenti sociali a vantaggio di pochi. Questi studenti dovrebbero essere quelli che pongono le domande giuste ai politici, domande diverse da quelle banali che da due anni sono poste dai giornalai asserviti al potere. Loro sono gli studenti che potrebbero rilanciare nella comunità i dilemmi spirituali che ispireranno rassicurazioni attraverso la fede in qualcosa di buono che combatta l’entità maligna che si è instaurata nelle menti deboli. Spiritualità che la Chiesa di questi tempi sembra aver preferito non promuovere. E invece questi studenti che protestano si rivelano come delle mezze cartucce, il perfetto prototipo che sostituirà in futuro l’élite che oggi si trastulla nell’imporre misure direttive terroristiche e di ipercontrollo sociale. Per fortuna la dirigenza dell’USI è di tutta un’altra pasta.

Wunder-Baum 2 anni fa su tio
credo che bisogna anche ascoltare gli studenti. Secondo me un pensietino va anche fatto con la scuola reclute.

Suissefarmer 2 anni fa su tio
talmente responsabili li mandate fuori , visto che sono la parte della popolazione intelligente, che il pianeta sta morendo per colpa loro.

Evry 2 anni fa su tio
Ma certo e il diploma senza superare gli esami, bravi, ma questi giovani chi credono di essere..... vergiogna e auguri ai nostri giovani seri che valutano prima di starnazzare.

Veveve 2 anni fa su tio
Diciamo la verità gli esami online non sono una cosa seria e la scusa della salute quando parliamo di ragazzi poco più che ventenni mi sa tanto di scusa belle e buona! Ha fatto bene a mio modo di vedere l’USI a continuare con gli esami in presenza!

marco17 2 anni fa su tio
Se temono veramente per la propria salute sono dei veri "cag*sotto", ma molto più probabilmente cercano soltanto la comodità sfruttando la pandemia: vogliono passare gli esami in pigiama dal divano di casa.

Roger1980 2 anni fa su tio
Risposta a marco17
...e con l'aiuto di zio Google 😂😂😂
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