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CANTONEImpennata di tumori al seno, e ora le sale operatorie sono piene

14.09.21 - 07:35
Prevenzione sottovalutata. Soprattutto durante la pandemia. Lo conferma lo specialista Francesco Meani.
Ti-Press
Impennata di tumori al seno, e ora le sale operatorie sono piene
Prevenzione sottovalutata. Soprattutto durante la pandemia. Lo conferma lo specialista Francesco Meani.
Intanto il Centro di Senologia della Svizzera italiana punta a farsi conoscere. E per sabato 9 ottobre organizza una biciclettata popolare nel Luganese.

LUGANO - È boom di operazioni per un tumore al seno. Le sale operatorie ticinesi sono piene. Come mai prima d'ora. Francesco Meani, responsabile clinico del Centro di Senologia della Svizzera italiana (EOC), con sede principale a Lugano, conferma il fenomeno. «Solitamente una donna per essere operata deve aspettare circa due settimane. Ora tra le quattro e le cinque». 

Come spiega questa situazione?
«In occasione del lockdown della primavera 2020 per circa due mesi sono stati sospesi gli screening. L'impressione è che durante tutto il periodo pandemico l'aspetto della prevenzione sia stato un pochino trascurato. Ma non è tutto».  

Ci dica. 
«Il tumore al seno è sempre più diffuso. Anche tra le giovani donne. E spesso quando la paziente ha meno di 40 anni i medici non pensano subito a questo genere di problematica. Quindi già in generale c'è una tendenza a intervenire tardi». 

Come si può invece intervenire per tempo?
«Tanta gente non sa che nella Svizzera italiana c'è un centro specializzato con ambulatori a Lugano, Bellinzona, Locarno e Mendrisio. Da noi è possibile sottoporsi a controlli mirati e puntuali. Sabato 9 ottobre organizzeremo una biciclettata popolare nel Luganese (i dettagli nel riquadro in basso, ndr). Proprio per farci conoscere dalle persone comuni».  

Attualmente lo screening si fa una volta ogni due anni a partire dai 50 anni d'età. Viste le premesse non è poco?
«Personalmente lo introdurrei annuale e dai 40 anni. È vero che i costi di prevenzione aumentano. Ma si risparmia poi con le cure. Penso che la risposta starà nella personalizzazione dei controlli, in base al rischio di ciascun paziente. Sono circa 350 i nuovi casi all'anno in Ticino. Mentre in Svizzera sono circa 5.000. Più del 90% dei casi può essere curato. Però ci vuole una diagnosi precoce». 

Quali sono le cause che portano all'aumento del numero di tumori al seno?
«C'è sempre una genesi multifattoriale, non è possibile risalire a una sola causa. Si può immaginare però che fattori come lo stile di vita, l'alimentazione, le gravidanze tardive o lo stress abbiano un'influenza».

Nel corso degli ultimi decenni si è capito che non esiste solo un tumore al seno.
«Anzi. Ci sono tantissime varianti. Per questo anche le terapie vengono sempre più individualizzate. Si sa che circa una donna su otto si ammala. È difficile trovare famiglie in cui non ci sia mai un caso. La familiarità dunque è un elemento importante. Così come la storia medica della singola paziente e le caratteristiche specifiche del suo seno. Ricordiamoci che il tumore al seno puo’ colpire anche l’uomo». 

I dettagli sulla biciclettata 
Sabato 9 ottobre (data di riserva in caso di maltempo, sabato 23 ottobre) il Centro di Senologia della Svizzera Italiana organizza una biciclettata nel Luganese per farsi conoscere e per promuovere il concetto di diagnosi precoce. Ritrovo alle 13.30 all'Ospedale Italiano di Viganello. Seguirà la consegna delle ebikes, dei caschi, di una maglietta e di una bibita. Al termine dei 17 chilometri bevande e spuntino per tutti. Costo simbolico per partecipare: 25 franchi. Riservazioni entro il 30 settembre scrivendo a eventi.CSSI@eoc.ch oppure chiamando lo 091 811 78 37. Ottobre, va ricordato, è internazionalmente il mese dedicato alla prevenzione per i tumori al seno.

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