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Militari svenuti dopo la seconda dose: «Per noi, nessun riguardo»

CANTONE/BERNAMilitari svenuti dopo la seconda dose: «Per noi, nessun riguardo»

27.08.21 - 06:00
A Wangen An der Aare un centinaio di neo-vaccinati sono stati esposti al sole, nonostante molti stessero male.
Keystone
Militari svenuti dopo la seconda dose: «Per noi, nessun riguardo»
A Wangen An der Aare un centinaio di neo-vaccinati sono stati esposti al sole, nonostante molti stessero male.
Un milite ticinese: «Non si è pensato a interrompere l'appello, né a farci spostare, non c'è stato alcun riguardo». L'Esercito: «Non possiamo sapere se questo breve momento sia stato decisivo per quanto accaduto».

BELLINZONA/WANGEN AN DER AARE - «Non hanno voluto fermare il teatrino, nonostante sapessero che in molti non stavano bene». Sono parole amare, quelle spese da un milite ticinese della caserma di Wangen An der Aare, rispetto all'approccio adottato dai suoi superiori dopo la somministrazione della seconda dose di vaccino a una centinaia di commilitoni. Sì, perché il 13 agosto, il giorno dopo il V-Day di molti di loro, 180 militari sono stati messi sotto il sole, vestiti da capo a piedi, con giacca e camicia. Quattro di loro sono svenuti, ma l’appello non è stato interrotto, né la compagnia è stata spostata in una zona ombrosa o coperta. 

Deboli e imbacuccati con 30 gradi - «Quel giorno molti non si sentivano bene per via del vaccino», spiega il giovane soldato, «e sono rimasti a letto. Già all’inizio, nonostante tutti i neo-immunizzati avessero diritto a 48 ore di riposo dopo la somministrazione, i superiori hanno più volte sottolineato che solo chi stava decisamente male poteva sottrarsi alle normali attività del giorno». Alle 18, l’appello prima del rientro a casa per il weekend. «Ci hanno ordinato d'indossare la tenuta completa, giacca compresa, nonostante sia possibile non farcela mettere agli appelli. Poco dopo, è svenuta la prima persona. Poi un’altra. Una terza. E infine una quarta. Ma, nonostante ciò, nulla si è fermato. Sì, è stata portata loro dell’acqua, ma non si è pensato minimamente di interrompere il tutto o di spostarci in una zona coperta. Non c’è stato nessun riguardo». Ed effettivamente, ci conferma MeteoSuisse, a Wangen An der Aare quel giorno faceva molto caldo, con temperature che hanno toccato i trenta gradi. «Ha infastidito me, così come i miei compagni, anche il commento del comandante dopo l’accaduto. Ha detto soltanto: “Bevete più acqua, le giornate si fanno più calde. Così forse evitate di svenire”. Sembrava una presa in giro». 

Non per forza determinante - Interpellato da Tio/20 minuti rispetto alla vicenda, l’Esercito Svizzero si limita a sottolineare che le procedure da applicare dopo la vaccinazione contro il Covid-19 sono state rispettate, e che l’appello è durato meno di 10 minuti. I militi svenuti, secondo loro, sarebbero poi stati tre. «Non possiamo sapere se questo breve momento sia stato decisivo per quanto accaduto. Tali episodi si verificano anche, ad esempio, durante le ispezioni», riporta la portavoce dell’esercito Delphine Schwab-Allemand. Inoltre, viene specificato, a Wangen An der Aare «non dispongono di un posto all’ombra per 180 militi». 

Decisamente meglio evitare - Modalità e procedure, insomma, che potrebbero però essere riviste. Già, perché come conferma Alessandro Ceschi, primario dell’EOC ed esperto della Taskforce di Swissmedic sulla sicurezza dei vaccini anti Covid, «una delle raccomandazioni generali che può essere fatta per il post-vaccino è di evitare di esporsi direttamente al sole». Questo perché «dopo qualsiasi vaccinazione, in particolare se si tratta della seconda dose e di una persona giovane, è tutt’altro che raro sviluppare della febbre e della debolezza generalizzata. Stare sotto i raggi diretti del sole può così far sentir male una persona».

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