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CANTONEPernottamenti da record, non nelle capanne alpine

18.08.21 - 08:03
Hotel e camping hanno registrato ottimi numeri. Situazione diversa per le capanne, confrontate con più restrizioni.
Ti Press
Annata complicata per le capanne Michela e Scaletta
Annata complicata per le capanne Michela e Scaletta
Pernottamenti da record, non nelle capanne alpine
Hotel e camping hanno registrato ottimi numeri. Situazione diversa per le capanne, confrontate con più restrizioni.
I pernottamenti sono inferiori al periodo pre-pandemia e il maltempo delle ultime settimane non c'entra nulla. Club alpino e Federazione alpinistica sono comunque soddisfatti e ottimisti.

LUGANO - Il settore turistico ticinese quest'anno ha vissuto un boom senza precedenti. Tanto che anche il direttore di Ticino Turismo Angelo Trotta non aveva esitato, qualche settimana fa, a parlare di «cifre straordinarie» relative all'occupazione delle camere d'hotel, ma anche (e soprattutto) degli stalli per tende e camper. Se il sorriso di alberghi e campeggi è di quelli a 32 denti, quello delle capanne alpine è un po' più smorzato. A causa delle misure imposte dal Covid-19 - in particolare per quanto riguarda l'occupazione degli spazi - i pernottamenti sono infatti inferiori rispetto al passato.

Le capanne non sono degli hotel - «Nella trentina di capanne che gestiamo come Federazione Alpinistica Ticinese (FAT) siamo leggermente sotto alle annate pre-covid. Quindi per noi l'emergenza sanitaria non è stata qualcosa che ci ha fatto lavorare di più», spiega il presidente Giorgio Matasci. Considerazione condivisa anche da Edgardo Bulloni, responsabile tecnico delle capanne del Club Alpino Svizzero (CAS): «Stiamo viaggiando sulla falsa riga dello scorso anno, che è risultato inferiore del 20% circa rispetto al pre-pandemia. Ma considerate le restrizioni siamo comunque soddisfatti».

Il meglio deve ancora arrivare - Oltre al virus, quest’anno ci si è messa di mezzo pure la meteo, con giugno e luglio che sono quindi andati maluccio in termini di affluenza. Ma per un bilancio definitivo occorre attendere: «Le capanne chiudono in ottobre e, complice l’inizio della stagione di caccia (alta), è proprio l’ultimo periodo della stagione a essere il migliore. Quello in cui le capanne lavorano di più a livello di pernottamenti», spiega Matasci.

Regione della Greina in difficoltà - Il cattivo stato dei sentieri, conseguenza diretta del maltempo, non ha invece influito sull'accessibilità delle capanne. Gli unici problemi riscontrati sia da Giorgio Matasci, sia da Edgardo Bulloni, riguardano la Valle di Blenio. In particolare a causa della sospensione del bus alpino (nel frattempo riattivato lo scorso 13 agosto 2021) che collega la regione della Greina a Ghirone e che di conseguenza ha limitato l'affluenza verso le capanne Michela Motterascio (gestita dal CAS) e Scaletta (gestita dalla FAT).

I confederati dormono, i ticinesi si rifocillano - Virus e intemperie a parte, la gente ha comunque riscoperto il piacere di un'escursione in montagna. Ma c'è una sostanziale differenza fra i turisti locali e quelli confederati nella fruizione dei punti di ristoro situati in quota. «La grande maggioranza di chi pernotta è svizzero-tedesca e romanda, in forte aumento. I ticinesi, invece, non vanno nelle capanne a dormire. Si fermano a mangiare o bere qualcosa, poi rientrano a casa», conclude Giorgio Matasci.

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COMMENTI
 

grace54 2 anni fa su tio
iomi fare un esame di coscienza. dei nostri amici (due adilti e due adolescenti) la settimana dal 9 al 14 agosto hanno fatto un giro tra le capanne in Leventina . il costo da 300 a 340 franchi a notte. non certo alla portata di tutti !!
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