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CANTONEI ticinesi "rifatti" dietro la mascherina

16.07.21 - 06:00
Le operazioni di chirurgia estetica sono aumentate «in modo consistente» durante la pandemia. Ecco perché
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I ticinesi "rifatti" dietro la mascherina
Le operazioni di chirurgia estetica sono aumentate «in modo consistente» durante la pandemia. Ecco perché
Colpa delle video-chiamate. Ma anche del lungo periodo trascorso a casa. Liposuzioni, lifting, rinoplastica segnano un più 25 per cento

LUGANO - Mascherine di bellezza. A furia di video-chiamate su Whatsapp e Zoom, durante la pandemia i ticinesi non hanno riscoperto solo il piacere della presenza. Qualche difettuccio sul viso: le labbra poco sporgenti, il sopracciglio storto, il neo di fianco al naso. Molti - donne e uomini - hanno deciso di rivolgersi al chirurgo estetico. 

Operazioni in aumento - È un effetto delle restrizioni che il Consiglio federale probabilmente non aveva previsto. Ma i numeri parlano chiaro: gli interventi di chirurgia estetica sono aumentati di circa il 25 per cento a livello federale e cantonale, secondo gli operatori del settore. L'Eoc ha visto «una crescita esponenziale delle richieste nei mesi immediatamente successivi al lockdown» spiega Yves Harder, primario al Civico di Lugano. Anche la Società ticinese di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica (Stcpre), di cui Harder è presidente, ha registrato un «aumento generalizzato e prolungato degli interventi» negli studi privati.

Colpa della mascherina - Il motivo ha a che fare - per assurdo - con l'obbligo di coprire il volto, ma anche con il prolungato confinamento domestico. «La mascherina evidenzia l'occhio, e anche i suoi difetti» spiega il dottor Emilio Prandelli, con studio a Lugano. Gli interventi più richiesti «soprattutto nei primi mesi hanno riguardato proprio la chirurgia intorno all'occhio, i lifting facciali». 

Il fattore economico - Anche liposuzioni, interventi al seno, iniezioni di botulino vanno per la maggiore. «I pazienti dichiaravano nei mesi scorsi di avere semplicemente più tempo a disposizione» spiega il dottor Martino Meoli, con studio a Lugano. «Molti hanno pensato di approfittare del confinamento, della mancanza di occasioni sociali. Di solito, l'operazione comporta alcune settimane di recupero, in cui si riassorbono le ecchimosi». Infine c'è il fattore economico, non secondario. «Chi ha rinunciato a lungo a svaghi e vacanze, aveva a disposizione i soldi per togliersi uno sfizio magari a lungo rimandato» conclude Meoli.

Anche durante il lockdown - Dopo il dramma sanitario, il trend al rialzo si è stabilizzato: ora la chirurgia "spensierata" è forse anche un segno della voglia di ripartire, di dimenticare. Ma non è mancato chi «si è sottoposto a operazioni superflue anche nel pieno dell'emergenza» assicura Harder. Questo nonostante il divieto imposto dal medico cantonale, ad aprile 2020. «Conosciamo alcuni casi, e certamente fanno dispiacere. Nel complesso però medici e pazienti hanno dimostrato responsabilità». 

Belli dentro - Nell'Ente pubblico invece gli interventi differibili sono stati posticipati durante la prima e seconda ondata, precisa Harder. Ancora questa primavera, in particolare «diversi pazienti hanno preferito rimandare gli interventi, espressamente per rispetto nei confronti di altri pazienti che, magari al piano di sopra, lottavano contro il virus». Perché la bellezza non è solo quella esteriore.   

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