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CANTONEGiovani e, in parte, vacanzieri, ecco chi sono i nuovi contagiati

08.07.21 - 06:00
Secondo il medico cantonale Giorgio Merlani è «prematuro parlare di una ripresa della diffusione del virus»
Tipress
Giovani e, in parte, vacanzieri, ecco chi sono i nuovi contagiati
Secondo il medico cantonale Giorgio Merlani è «prematuro parlare di una ripresa della diffusione del virus»
Sul rallentamento delle iscrizioni alle vaccinazioni pesa l'effetto vacanze, ma anche «la percezione di immunità che hanno di loro stessi i giovani adulti»

BELLINZONA - «Già finita la luna di miele?». L'interrogativo, che alcuni giorni fa Giorgio Merlani ha affidato a Twitter, non ha probabilmente ancora una risposta. Ma è proprio partendo da questo post, scaturito dagli ultimi numeri epidemiologici, che abbiamo rivolto al Medico cantonale alcune domande sull'andamento della pandemia.

I contagi in crescita sono il segnale di una ripresa della diffusione del virus?
«La situazione epidemiologica attuale - risponde Giorgio Merlani - sembra continuare a essere buona (seppur vi sia un leggero aumento dei casi, ospedalizzazioni e decessi restano bassi) e quindi parlare di una ripresa della diffusione del virus sembra prematuro. La situazione viene costantemente monitorata e un aumento dei casi dovuto ai maggiori spostamenti per vacanze o Europei di calcio era prevedibile. Per questo si ribadisce il messaggio che “sì alla vacanza e agli spostamenti, ma senza scordare quanto appreso finora”.

A che fascia d'età appartengono gli ultimi contagiati? Erano parzialmente o totalmente vaccinati? 
«Quello che si nota, è una maggior circolazione del virus tra i più giovani, che sono la fascia meno vaccinata, e un’importazione del virus dalle vacanze di circa il 20%».

La buona notizia è che le ospedalizzazioni per Covid restano a zero. C'è una spiegazione dietro questa apparente "debolezza" del virus?
«Come detto più volte, il vaccino dimostra di avere una più che buona efficacia nell’evitare decorsi severi della malattia e di conseguenza il ricorso a eventuali ospedalizzazioni. Ripetiamo poi che i nuovi infetti sono essenzialmente in giovani poco a rischio».

Pallone, inteso il calcio, e ombrellone. La voglia di voltar pagina, di socializzare come un tempo, rappresenta un rischio reale?
«Lungi dal voler fare allarmismo, ma seppur la fantomatica “luce in fondo al tunnel” è ora più che visibile, non siamo ancora usciti da questo periodo. La voglia di socializzare è forte in tutti noi e sicuramente è opportuno che la gente si ritrovi e ritrovi il più possibile la sua normalità. L’importante è farlo adottando ancora una certa prudenza e attuando quelle piccole regolette che abbiamo appreso: lavarsi o disinfettarsi spesso le mani, starnutire o tossire nel gomito e quando la situazione lo richiede, indossare la mascherina. Inoltre, non dimentichiamoci di testarci in presenza di sintomi compatibili con la malattia e dopo ogni situazione a rischio come, ad esempio, al rientro dalle vacanze (specie se in Paesi più a rischio) o dopo la partecipazione a eventi con pubblico numeroso e senza distanze di sicurezza. A tal proposito, si ricorda che la Confederazione prevede la possibilità di fare gratuitamente un test ogni 7 giorni».

Le richieste per vaccinarsi sono in frenata. Ottimisticamente si può incolpare l'effetto vacanze, oppure siamo già allo zoccolo duro degli scettici se non contrari al vaccino?
«Un rallentamento delle iscrizioni al vaccino era atteso e per questo motivo alcuni Centri di vaccinazione sono stati chiusi. Il motivo è sicuramente da ricondurre in parte al periodo estivo e quindi di vacanze e in parte alla percezione di immunità che hanno di loro stessi i giovani adulti».

La variante Delta in Ticino: gli ultimi dati sui contagi cosa dicono? Cresce la sua diffusione? Colpisce anche i vaccinati?
«La variante Delta è pari circa al 30% dei nuovi contagi, avvenuti principalmente fra i giovani. Osservando quanto sta accadendo a livello internazionale, è probabile che si assisterà a un aumento dei casi anche in Svizzera. Tuttavia, si ribadisce che il vaccino si rivela efficace nell’evitare il decorso grave dell’infezione e la relativa ospedalizzazione; per garantire il funzionamento del sistema sanitario durante il picco, è quindi importante che la maggior parte della popolazione sia vaccinata».
 

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