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CONFINETreni al confine ostaggio dei "pass": «Non siamo soddisfatti»

07.07.21 - 17:50
L'Italia ferma tutti gli Eurocity per verificare i certificati dei passeggeri in ingresso. I viaggiatori si lamentano
tipress
Treni al confine ostaggio dei "pass": «Non siamo soddisfatti»
L'Italia ferma tutti gli Eurocity per verificare i certificati dei passeggeri in ingresso. I viaggiatori si lamentano
Avviati contatti diplomatici. L'Ufficio federale dei trasporti: «Cerchiamo una soluzione condivisa con Roma»

CHIASSO/COMO - Altro che tempi accorciati, altro che Ceneri. Il vantaggio guadagnato con l'apertura del nuovo tunnel ferroviario, a settembre scorso, è durato poco sull'asse Milano-Zurigo. Tre ore e 17 minuti (prima erano 3 e 40) sulla carta. Nella realtà, il Covid ci si è messo di mezzo. E anche la famigerata burocrazia italiana. Il risultato è che il tempo di percorrenza si è allungato da 15 a 60 minuti.

Il motivo? Nelle scorse settimane le autorità d'oltre confine hanno introdotto una serie di controlli a tappeto sugli Eurocity in ingresso a Como e Domodossola. Tutti i passeggeri - a prescindere da nazionalità e luogo di residenza - devono esibire il Green Pass, un certificato Covid o un'autocertificazione. «A quanto ci risulta i controlli sono regolari e sistematici» hanno dichiarato le Ffs nei giorni scorsi: pur non essendo responsabile delle verifiche, l'ex regia federale ha pubblicato sul proprio sito l'avviso che «i tempi di percorrenza possono subire ritardi».

Un problema per i pendolari al rientro in Italia (i controlli non vengono eseguiti all'ingresso in Svizzera) ma anche per i vacanzieri in viaggio verso spiagge del Sud, o le città d'arte, via Milano Centrale. I tempi di attesa variano da un quarto d'ora a un'ora, a dipendenza dei casi. «Siamo rimasti bloccati per quasi mezzora» racconta a tio.ch/20minuti un pendolare che, rientrando a Como martedì sera, ha dovuto compilare il questionario con le proprie generalità. «Ero arrivato a destinazione, ma non sono potuto scendere dal treno finché il personale di bordo non ha completato la procedura». 

Dopo tanti sforzi di velocizzazione, l'Ufficio federale dei trasporti non l'ha presa bene. «Non siamo soddisfatti della situazione» ha dichiarato un portavoce dell'UFT al portale Watson.ch. «Sono stati avviati contatti con le autorità italiane attraverso i consueti canali diplomatici» per risolvere la situazione. Anche le Ffs stanno dialogando con l'omologo italiano (Ferrovie dello Stato), per venire incontro alle esigenze dei clienti.

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