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LUGANO«Ecco perché i sub sono arrivati mezz'ora dopo»

02.07.21 - 12:03
Dopo l'annegamento di ieri sera alla Foce, parla il capo operativo della Salvataggio Lugano
Rescue Media
I soccorsi di ieri sera alla Foce
I soccorsi di ieri sera alla Foce
«Ecco perché i sub sono arrivati mezz'ora dopo»
Dopo l'annegamento di ieri sera alla Foce, parla il capo operativo della Salvataggio Lugano
«Pompieri e ambulanza hanno una prontezza d'intervento di pochi minuti. Ma sono già pronti in caserma. I nostri sub sono invece tutti dei volontari e nei giorni feriali pur essendo reperibili H24 non c'è un picchetto in sede. Per cui la nostra partenza non può essere immediata»

LUGANO - Per i diversi testimoni presenti ieri alla Foce è stato un tempo insopportabilmente dilatato. Come insopportabile, per molti, è stato lo spavento di vedere un uomo di cinquant’anni scomparire sott’acqua quando l’orologio segnava le 18.30. «Sono immediatamente scattate le ricerche», ha scritto nel suo comunicato stampa la Polizia cantonale, ma dietro quell’immediatamente c’è una sequenza di azioni che nei presenti ha destato più di una perplessità e alcune segnalazioni sono giunte in redazione: verso le 18.45 sono giunti sul posto alcuni paramedici, un’ambulanza e un furgone della Croce Verde; attorno alle 18.50 sono arrivati quattro agenti, tra Polizia comunale e cantonale; infine, alle 19.05, uno scafo con a bordo due sommozzatori della Salvataggio Lugano era nel punto d'acqua dove il poveretto, di nazionalità eritrea, è finito sotto dopo essersi lanciato nel lago per aiutare un bambino in difficoltà. Alle 19.15 l’annegato è stato trovato ad una profondità di 18 metri e riportato a riva dove è stato fatto ogni tentativo, purtroppo vano, per rianimarlo.

Ambulanza e sub, tempi diversi - Più di un testimone si è chiesto a che serve un’ambulanza sul posto, a riva, dopo un quarto d’ora, se chi può materialmente ripescare la vittima arriva dopo mezz’ora? Interrogativo lecito, cui Rinaldo Kümin, capo operativo della Salvataggio Lugano fornisce una risposta esaustiva e trasparente. A partire dal fatto che parliamo di una Società, quindi di un gruppo di volontari. «Chiaramente pompieri e ambulanza hanno una prontezza d’intervento di pochi minuti. Sono già pronti in caserma - spiega Kümin -. Noi, invece, siamo tutti volontari e non siamo sempre presenti nella sede della Foce. Da inizio giugno al 31 agosto garantiamo un picchetto il sabato pomeriggio, la domenica dalle 10 alle 18.30 e nei restanti giorni siamo reperibili 24 ore su 24  ma su allarme del 144. Significa che partiamo da casa. Ci vuole tempo per arrivare in sede, non abbiamo veicoli prioritari, quindi dobbiamo rispettare semafori, etc. In più occorre qualche minuto di preparazione - i controlli di sicurezza su bombole ed equipaggiamento - prima di scendere in acqua. La partenza purtroppo non può essere immediata».

L'intervento minuto per minuto - Addirittura ieri sera una concomitanza fortunata, ma purtroppo inutile, ha accorciato i tempi, che altrimenti sarebbero stati forse più lunghi. «C’era al Lido un corso di formazione per brevetti di salvataggio e gli istruttori - ricorda il capo operativo - erano anche subacquei per cui si sono precipitati subito in sede. Dal momento che mi è giunta la segnalazione dell’incidente alle 18.44, ho fatto sganciare dal 144 l’allarme per il nostro gruppo di pronto intervento, composto da una ventina di persone». Tempo di preparare i sub e gli operatori di superficie che aiutano i subacquei, «la barca era sul posto alle 19.05. A bordo lago il capo impiego della Polizia mi ha orientato sul luogo esatto dove è scomparso il bagnante, a una ventina di metri da riva. Avvisato via radio l’equipaggio della barca, i due sub si sono immersi e alle 19.15 hanno trovato l’annegato. L’ordine era di riportarlo subito a riva per poter fare la rianimazione che purtroppo non ha dato esito positivo. Alle 19.45 il medico ha decretato la morte».

La sponda che si inabissa - Questa la ricostruzione chiara e puntuale dei fatti. A Rinaldo Kümin chiediamo se alla Foce non sarebbe auspicabile un divieto di balneazione… eterno quesito.  «Nel Lago di Lugano - la sua risposta - non è vietato da nessuna parte fare il bagno. Ma chiaramente bisogna conoscere bene i luoghi, oltre ad essere capaci di nuotare, vanno osservate le 6 regole su cui la stessa Società svizzera di salvataggio continua ad insistere. Dal non entrare in acqua sudati al vigilare sui bambini. Ancora ieri abbiamo riscontrato che chi entra nel lago non conosce bene le particolarità del fondale. Non ci sono mulinelli alla Foce, come invece qualcuno sostiene, ma la morfologia del terreno cambia continuamente dopo i temporali. E si scende rapidamente a fondo. Il corpo è stato infatti trovato ad una profondità di 18 metri» conclude il soccorritore.

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