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CANTONELa cultura ticinese vale 115 milioni di franchi

22.06.21 - 10:55
L'offerta ha un importante effetto sul settore turistico, come rileva anche un'analisi del BAK
Archivio Tipress
La cultura ticinese vale 115 milioni di franchi
L'offerta ha un importante effetto sul settore turistico, come rileva anche un'analisi del BAK
Ogni franco pubblico ne genera 2,58. Bros: «Il settore è fondamentale per la società»

BELLINZONA - Un film in Piazza Grande nell'ambito del Locarno Festival. La presentazione di un libro alla Filanda di Mendrisio. Oppure una mostra negli spazi di Villa dei Cedri a Bellinzona. L'offerta culturale ticinese comprende piccoli e grandi eventi. E l'economia del nostro cantone conta anche sulla cultura. È quanto si evince dallo studio sull'impatto economico della cultura in Ticino condotto da BAK Economics, presentato oggi a Bellinzona: si parla di un valore aggiunto lordo per 115 milioni di franchi e di 2'110 posti di lavoro (tenendo conto sia della cultura in senso stretto sia dei servizi legati al settore).

Certo, dopo oltre un anno di pandemia, l'offerta culturale è stata quasi azzerata, anche nel nostro cantone. Ma si tratta di un'offerta «a cui speriamo di tornare presto» e «che ha un importante ruolo sociale, economico ed emozionale» come ha sottolineato il consigliere di Stato Christian Vitta, direttore del Dipartimento delle finanze e dell'economia. Si parla soprattutto del settore turistico, ha aggiunto ancora Vitta, spiegando che su oltre cento attrattori che prendono parte al Ticino Ticket, quasi la metà sono culturali. «Appare quindi evidente come tra la cultura e l'economia esiste una connessione virtuosa, che porta con sé grandi opportunità di crescita».

Anche il presidente del consiglio di Stato Manuele Bertoli, direttore del Dipartimento della cultura, ha ricordato che in Ticino il settore culturale occupa molte persone. Lo ha mostrato anche la pandemia, che «ha reso evidente a tutti quante persone vi operano e vi fruiscono direttamente o indirettamente». In sostanza, la cultura è «un elemento proprio della società, la collettività ne ha bisogno per il proprio benessere».

Si parla quindi di effetti diretti e indiretti, ha spiegato Marc Bros de Puechredon, presidente della direzione generale di BAK Economics. Tra quelli indiretti si conta «l'effetto faro», che permette al territorio di farsi conoscere anche nel resto del mondo. Ma è su quelli diretti che si è concentrato lo studio, tra cui ci sono i posti di lavoro, il capitale, i beni e i servizi.

BAK

Per quanto riguarda gli effetti indiretti, BAK parla di tutte le spese che avvengono al di fuori del settore: dai servizi esterni alla pubblicità, da hotel e gastronomia ai prodotti stampati. «Il 71% del volume degli ordini è stato destinato ad aziende situate in Ticino» ha sottolineato Bros.

L'importante della cultura per il turismo - Ma si parla, appunto, anche di turismo: i visitatori culturali che scelgono un soggiorno prolungato arrivano soprattutto dal resto della Svizzera (70,9%), mentre chi arriva dall'Italia sceglie l'escursione giornaliera (83,4%). In ogni caso, per la maggior parte l'offerta culturale è un motivo importante per visitare il nostro territorio (per il 50% di chi pernotta e il 75% di chi arriva in giornata).

Il valore del contributo pubblico - L'impatto economico della cultura in Ticino è quindi di 115 milioni di franchi. Ma vanno considerati anche i sussidi per il settore. «Ma la cultura non genera solo costi, bensì anche una performance economica quantificabile». Per ogni franco di sussidi erogati dalla Confederazione, dal Cantone e dai Comuni vengono complessivamente generati 2,58 franchi di valore aggiunto nel Canton Ticino (attraverso effetti diretti, indiretti e di ricaduta positiva sul turismo).

Anche Bros ha quindi dichiarato che «un'offerta culturale di alta qualità è una componente fondamentale per aumentare l'attrattività di una località». E considerando che - come emerge dall'analisi - i festival con un rilievo sovraregionale e i principali eventi culturali innescano notevoli effetti macroeconomici che vanno ben oltre il livello dei finanziamenti statali, «aggiornare l'offerta culturale è una strategia regionale per promuovere l'offerta turistica ticinese».

 

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