Cerca e trova immobili

LOCARNOSussidi in ritardo, e la cassa malati va avanti a precetti

07.06.21 - 08:00
Il caso di un 50enne padre di famiglia: «Di solito pago 1.200 franchi al mese. Ora ne ho 4.000».  
Depositphotos
Sussidi in ritardo, e la cassa malati va avanti a precetti
Il caso di un 50enne padre di famiglia: «Di solito pago 1.200 franchi al mese. Ora ne ho 4.000».  
Ritardi dovuti al Covid? Da parte dell’Istituto Assicurazioni Sociali non sembrano esserci conferme. Ma l’esperto Bruno Cereghetti spara a zero sulle assicurazioni: «A loro non interessa se c’è la pandemia».

LOCARNO - Padre di famiglia, con due figli a carico. Le entrate non bastano per pagare la cassa malati per tutti. E quindi da anni un 50enne del Locarnese fa ricorso ai sussidi, che gli spettano per diritto. Solo che in questo folle periodo qualcosa è andato storto. «Solitamente per quattro persone, grazie ai sussidi, pagavo circa 1.200 franchi al mese. Non so cosa si sia inceppato. Ma, tra precetti e altro, ora mi ritrovo solo per questo mese a pagare 4.000 franchi». 

Per il Cantone è tutto tranquillo – Il caso non sarebbe isolato. Si tratta di disagi legati, in qualche modo, alla situazione del Covid-19? Secondo Pierluigi Zuccolotto, capo dell’Ufficio prestazioni presso l’Istituto Assicurazioni Sociali (IAS), non ci sarebbero particolari anomalie rispetto agli anni precedenti. «Dagli accertamenti effettuati in sede, non ci risulta che il servizio dei sussidi dell'IAS accusi ritardi nell'evasione delle pratiche in vista dell'ottenimento dei sussidi per l'assicurazione malattia».

«Atteggiamento spietato delle casse malati» – Il dato di fatto però è che alcune famiglie questi sussidi non li stanno ricevendo. E le casse malati sono inflessibili. «Il Cantone solitamente lavora molto bene – sostiene Bruno Cereghetti, esperto di sanità pubblica –. Il problema sta proprio nell’atteggiamento delle casse malati. Sono spietate. Se non paghi ti mandano il richiamo, la diffida e poi il precetto». 

«Siamo tutti sulla stessa barca» – «È proprio così che la cifra da pagare è lievitata di mese in mese», sostiene il 50enne del Locarnese. E aggiunge: «La nostra è una famiglia che fa fatica. Siamo convinti della buonafede del Cantone, ma le casse malati dovrebbero ricordarsi che ci troviamo tutti sulla stessa barca, in una situazione pandemica eccezionale e nella quale la gente fa fatica ad arrivare a fine mese»

«Il quadro legislativo protegge le assicurazioni» – Cereghetti sulle casse malati ha la sua idea. E non la cambia. «Non stanno a guardare se ci si trova in una situazione pandemica o meno. E il peggio è che sono “coperte” da un quadro legislativo che consente loro di agire in questo modo. Al massimo, se in seguito salta fuori che è l’assicurato ad avere ragione, sono tenute a restituire l’importo versato».

«Disposti al dialogo» – Zuccolotto, dal canto suo, invita il padre di famiglia in questione (ed eventuali altre persone che si trovano nella medesima situazione) a farsi avanti. E ribadisce come in ogni caso si tratti di casi rari. «Siamo disposti al dialogo per trovare una soluzione all'occorrenza».

  

 

 

 

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE