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CANTONE«Noi che abbiamo la "terrazza", ma che abbiamo deciso di restare chiusi»

20.04.21 - 08:00
Alcuni ristoratori, pur avendo gli spazi esterni, non hanno approfittato degli allentamenti. Ecco perché.
Paola Bordoli
Paola Bordoli nel suo ristorante.
Paola Bordoli nel suo ristorante.
«Noi che abbiamo la "terrazza", ma che abbiamo deciso di restare chiusi»
Alcuni ristoratori, pur avendo gli spazi esterni, non hanno approfittato degli allentamenti. Ecco perché.
I casi di Paola e Marco Bordoli di Gordola e di Valerio Bruno di Cadenazzo, penalizzati da pochi posti, posizione sfavorevole e temperature ancora troppo basse.

GORDOLA/ CADENAZZO - Via libera agli spazi aperti degli esercizi pubblici. Non tutti però festeggiano di fronte agli allentamenti anti Covid per la ristorazione. C'è una fetta di esercenti che, pur avendo a disposizione una "terrazza", non ha riaperto i battenti. Il caso di Paola Bordoli, gerente dell'osteria Bellavista di Gordemo (Gordola) che lavora con il figlio Marco, è lampante: «Il nostro ristorante è situato in una zona periferica, abbiamo pochi spazi esterni e le temperature meteorologiche sono ancora troppo basse. Come si fa? Riaprire con queste condizioni specifiche sarebbe un suicidio». 

Tanti piccoli dettagli che fanno la differenza – Nonostante l'euforia di alcuni, il Covid-19 e le norme per contenerlo continuano a creare grattacapi a più di un esercente. «L'apertura delle "terrazze" è un vantaggio se ti trovi in un posto soleggiato e vicino al lago – sostiene Valerio Bruno, responsabile del Ristorante Al Ponte di Cadenazzo –. Da noi attualmente c'è poco sole e fa ancora piuttosto freddo. Abbiamo 40 posti all'esterno, è vero. Ma col discorso del mantenimento delle distanze si dimezzano. Poi se apro, apro sul serio. Devo fare venire il pizzaiolo per quattro pizze? E chi lo paga poi?»

«Non tutti partono con le stesse condizioni» – Paola Bordoli e Valerio Bruno si trovano in buona (si fa per dire) compagnia. Sono in diversi gli esercizi pubblici dotati di spazi esterni a non avere approfittato degli allentamenti consentiti dal Consiglio federale. «Noi – evidenzia Massimo Suter, presidente di GastroTicino – abbiamo sempre pensato che la riapertura delle "terrazze" potesse creare disparità. E infatti è così. Le crea anche tra chi questi spazi aperti li ha. Non tutti partono con le stesse condizioni, è ovvio. La location, in questo preciso momento, fa la differenza. E ci dispiace davvero». 

«Decisione comunque assurda» – Suter è categorico. E non cambia di una virgola la sua posizione: «Le persone che sono ancora ferme al palo sono vittime di una decisione che, da qualsiasi lato la si guardi, è assurda. Allo stato attuale delle cose, con i contagi stabili e sotto controllo, non si capisce davvero perché aprire solo le "terrazze". Quello che posso dire a questi onesti lavoratori è di continuare a tenere duro. Presto tornerà il sereno anche per loro». 
 

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