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CANTONEFrutta e verdura arrivano (anche) da molto lontano: «I clienti ce li chiedono, noi glieli diamo»

06.04.21 - 06:00
L’onda verde che ha raggiunto anche il Ticino non ha cambiato le abitudini di consumatori e distributori.
Ti Press/tio.ch
Frutta e verdura arrivano (anche) da molto lontano: «I clienti ce li chiedono, noi glieli diamo»
L’onda verde che ha raggiunto anche il Ticino non ha cambiato le abitudini di consumatori e distributori.
La domanda di prodotti fuori stagione rimane importante. Migros e Coop non vogliono rinunciare a questa fetta di mercato. E spiegano che talvolta prossimità non fa rima con sostenibilità.

LUGANO - Arance e kiwi d’estate, fragole e pesche d’inverno. Peperoni e zucchine quando fa freddo, finocchi e broccoli col caldo. La gente li vuole e la grande distribuzione glieli mette a disposizione. Anche a costo di andarli a prendere in Africa.

Frutta e verdura vendute fuori stagione nei supermercati ticinesi non sono una novità, certo. Ma in questi ultimi anni la sensibilità ambientale è notevolmente aumentata. Non è un caso, quindi, che nel 2019 “onda verde” sia stata la parola svizzera dell’anno. Una ventata ecologista, che tuttavia non sembra aver rivoluzionato le abitudini. Né dei consumatori, né dei distributori.

La domanda crea l’offerta - «Finché ci sarà da parte della popolazione un bisogno specifico sarà nostro compito soddisfarlo», spiega il portavoce di Migros Ticino Luca Corti. Parole condivise da Francesca Destefani dalla “rivale” Coop: «Molti clienti desiderano varietà. Come fornitore di prodotti a gamma completa, per noi è importante offrire ai nostri clienti la libera scelta». Insomma, è sempre la domanda a creare l’offerta. 

Sostenibilità: a volte lontano è meglio - Produrre alle nostre latitudini alcuni ortaggi o frutti fuori stagione, fa inoltre notare Corti, risulterebbe poco sensato e sostenibile per via dei costi, ma soprattutto per il bilancio ecologico complessivo: «La produzione in serra necessita di un riscaldamento importante e le emissioni sarebbero molto maggiori rispetto a quelle derivanti dai trasporti di merci e dagli imballaggi rispettosi del clima».

Africa e Sudamerica - E così sugli scaffali dei negozi troviamo fagiolini provenienti dal Senegal (alla Migros) o dal Marocco (alla Coop). Quando basterebbe solo un po’ di pazienza per averne di più nostrani. A questi prodotti si aggiungono naturalmente ananas, banane e manghi, che inevitabilmente provengono da molto lontano.

Svizzera first - «Le quantità importate cambiano a seconda della stagione», spiega Migros Ticino. «In estate, solitamente offriamo fino al 50% di frutta e verdura ticinese e svizzera, con un 40% proveniente dall’Unione europea (prevalentemente Italia e in secondo luogo Spagna) e il restante 10% da altri Paesi». Più stringata la presa di posizione di Coop, che «per motivi di concorrenza» non fornisce cifre dettagliate dei singoli segmenti di prodotto. Garantendo però che frutta e verdura di stagione, proveniente dalla Svizzera, sono sempre una priorità. Per il resto ci si affida soprattutto a Spagna e Italia.

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COMMENTI
 

pillola rossa 3 anni fa su tio
..."è sempre la domanda a creare l’offerta"... Questo può forse ancora valere per qualche bene di consumo quali gli alimentari. In effetti le misure Covid hanno stravolto le leggi di mercato. Lo sa bene la ristorazione per la quale le leggi di mercato sono state sostituite da leggi statali. Ora paghiamo perfino l'aria che respiriamo al costo delle mascherine. Non si tratta di una domanda, ma di un'imposizione a beneficio dei produttori. Le leggi di mercato appartengono sempre più al passato. E questo è innegabile.
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