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«Non staremo con le mani in mano e non resteremo in ostaggio di questa gente»

LUGANO«Non staremo con le mani in mano e non resteremo in ostaggio di questa gente»

25.03.21 - 06:00
Molinari e facinorosi della Foce turbano il sonno di Marco Borradori? Il sindaco di Lugano ospite di Piazza Ticino.
Ti-Press (archivio)
Marco Borradori all'aeroporto di Agno.
Marco Borradori all'aeroporto di Agno.
«Non staremo con le mani in mano e non resteremo in ostaggio di questa gente»
Molinari e facinorosi della Foce turbano il sonno di Marco Borradori? Il sindaco di Lugano ospite di Piazza Ticino.
Si ipotizza un potenziamento della presenza di poliziotti per le vie cittadine. E c'è chi pensa anche al coprifuoco. Preoccupazione per i prossimi weekend: l'appello. Guarda la video intervista integrale.

LUGANO - I molinari da una parte. I ribelli del sabato sera alla Foce dall'altra. Tempi duri per il sindaco di Lugano, Marco Borradori, ospite di piazzaticino.ch, la piazza virtuale di Tio/20Minuti. All'orizzonte oltre alle elezioni comunali del 18 aprile, si profila il rischio di possibili nuovi disordini in città. «In Municipio – evidenzia il sindaco – valuteremo se potenziare o meno il servizio di polizia. Una cosa è certa: non possiamo farci tenere in scacco da queste persone. Né dai molinari, né da chi lo scorso weekend si è comportato male alla Foce». 

Partiamo dai problemi alla Foce. Teme che possano ripetersi?
«Coi ragazzi della Foce sarebbe stato difficile fare previsioni. Si sono dati appuntamento via whatsapp, via social. Erano in 800. E la polizia è capitata lì in seguito a una segnalazione. Non potevamo sapere cosa sarebbe accaduto. Solo una parte di quei ragazzi si è comportata male. È chiaro che questo problema potrebbe ripresentarsi anche nelle prossime settimane visto che i locali sono chiusi a causa del Covid. E non serve a niente chiudere la Foce. Il disagio si sposterebbe altrove. Chiudere luoghi belli della nostra città per una minoranza scorretta non lo trovo giusto». 

Ipotizzabile un coprifuoco?
«È una possibilità che dovremmo valutare. A me non piace come soluzione». 

Passiamo al tema del Molino. Tutti si chiedono perché si è arrivati a uno sfratto senza presentare un'alternativa agli autogestiti?
«Non abbiamo dialogo con loro. E così è difficile trovare un punto d'incontro. Ci siamo stufati di questa situazione».

Non ha paura che possano accadere disordini simili a quelli verificatisi alla Foce?
«Si, ma non possiamo rimanere in ostaggio delle minacce altrui».

Anche i ragazzi della Foce vi tengono un po' in ostaggio. Prima creavano problemi alla pensilina...
«In generale non rimarremo con le mani in mano a livello di gestione dell'ordine pubblico».

A Lugano ci sono poliziotti che hanno paura di vestire la divisa attualmente...
«Lo capisco. Penso ai poliziotti intervenuti alla Foce. Hanno avuto sangue freddo».

I molinari vi hanno scritto "ci vedremo per le strade cittadine con bastoni e sassi".
«La mia esperienza personale coi molinari non è felicissima. Una volta uno di loro mi ha sputato in faccia. Peccato. Io al Molino ci andrei».

Fanno pure cose interessanti.
«Non lo metto in dubbio. Mi chiedo però perché guastare quanto fatto finora creando disordini».

A lei piace il concetto di autogestione?
«Non sono contrario all'autogestione. Ma servono alcune regole di convivenza. Ci fosse un minimo di collaborazione, la soluzione l'avremmo già trovata. Lo stesso principio vale per quanto riguarda la situazione verificatasi alla Foce». 

Sta per arrivare un altro weekend. Vuole fare un appello?
«Sì. Nel caso in cui dovesse ripresentarsi una situazione simile a quella di sabato sera alla Foce, mi piacerebbe che i ragazzi in gamba contribuissero a contenere coloro che causano disagi».

 

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