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CANTONEAncora aiuti in Ticino: ecco la rendita ponte Covid

15.02.21 - 11:06
È un aiuto straordinario per indipendenti e salariati che non percepiscono sostegni LADI. Un «unicum a livello svizzero»
TiPress - foto d'archivio
È un aiuto straordinario per indipendenti e salariati che non percepiscono sostegni LADI. Un «unicum a livello svizzero»
Potrà essere richiesta per un massimo di tre volte tra marzo e giugno 2021. Ed è a fondo perso.

 

Un (ulteriore) sostegno a favore delle persone che attraversano difficoltà economiche a causa della pandemia di coronavirus. È questa, in sostanza la "prestazione ponte Covid". Si tratta di un aiuto finanziario straordinario limitato nel tempo per i lavoratori indipendenti e i salariati che non percepiscono sostegni LADI (Legge federale sull’assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione e l’indennità per insolvenza).

Il 26 gennaio è arrivata luce verde dal Gran Consiglio alla misura (che ha un impatto di 7,9 milioni di franchi, suddivisi tra Cantone e Comuni 75%-25%). Il 10 febbraio il Consiglio di Stato ha stabilito l'entrata in vigore della prestazione. 

Si tratta di un aiuto a fondo perso, provvisorio. Che può essere richiesto per un massimo di tre volte tra marzo e giugno 2021.

La domanda (di indipendenti o salariati che non hanno diritto alla LADI, che risiedono in Ticino da almeno tre anni e non beneficiano di prestazioni Laps) viene inoltrata al Comune attraverso un formulario, compresi i documenti allegati richiesti. I funzionari comunali si occupano del calcolo per determinare il diritto o meno alla prestazione sulla base del "reddito disponibile". Qualora, dal calcolo, risulstasse una "lacuna di reddito", potrà essere colmata da questa prestazione ponte. L'aiuto massimo elargito corrisponde a 1'000 franchi per il primo componente dell'unità di riferimento (famiglia) e successivi 500 franchi per ogni eventuale componente.

Tutte le informazioni sono disponibili sul sito internet www.ti.ch/prestazioneponte. Oppure telefonato al numero 0800 91 91 91. O ancora mandando una mail a infopontecovid@ias.ti.ch

11:45

La conferenza stampa è conclusa. Grazie di averla seguita su Tio.ch!

11:45

L'avete presentato come un aiuto semplice e veloce, ma non diventa un ginepraio? Non è così immediato per le persone capire come viene fatto il calcolo e cosa sia il reddito disponibile...

De Rosa: «Con il sito e un formulario chiaro abbiamo cercato di rendere la procedura più semplice possibile. Per quanto riguarda il calcolo sulla "lacuna di reddito" la responsabilità è del Comune e cercherà di essere più chiaro possibile».

11:44

Chi sono i lavoratori dipendenti che non hanno diritto ad altri aiuti?

De Rosa: «Si tratta ad esempio di lavoratori dipendenti che non possono beneficiare delle indennità LADI perché non hanno accumulato abbastanza giorni... Oppure la problematica delle aziende nate dopo la pandemia. Stiamo cercando di risolvere il problema con i casi di rigore, ma se non funzionasse si può pensare a questa prestazione ponte Covid anche per loro». 

11:41

È il momento delle domande...

11:41

«Ci si potrà rivolgere ai Comuni dal 1. marzo. Nel frattempo si può consultare la pagina internet e la hotline cantonale, come pure utilizzare la mail per porre domande.
Questo vuole essere un aiuto semplice nelle procedure, e veloce.
Per coloro che non riusciranno a ristabilire la loro autonomia finanziaria, tramite il Comune sarà possibile verificare la possibilità di accesso alle prestazioni sociali cantonali ordinarie».

11:39

La parole torna al direttore del DSS, Raffaele De Rosa: «È importante ricordare che la prestazione ponte Covid rappresenta una misura nuova, una misura in più, complementare a quanto già viene fatto da Confederazione, Cantoni, Comuni e enti di aiuto sociale».

11:37

«È necessaria una nuova riorganizzazione dei servizi sociale nei Comuni, affinché la mole di lavoro non sia eccessiva - aggiunge Pantani -. Come servizi sociali comunali a Chiasso abbiamo già fatto riflessioni su quante persone potrebbero richiedere la prestazione ponte Covid. E saranno 250-300. Non si tratta di piccoli numeri. E il lavoro amministrativo sarà molto.
Ci auguriamo che questa sia davvero una prestazione limitata nel tempo, perché quanto prima si potrà tornare a una situazione più o meno normale».

11:34

Roberta Pantani, vicesindaco di Chiasso, pone l'accento dal canto suo sul ruolo dei Comuni: «Il Cantone chiede ai Comuni di assumere un ruolo fondamentale. I Comuni sono già stati molto sollecitati durante il primo periodo pandemico. Anche con le vaccinazioni di prossimità. Oggi gli viene chiesto un ruolo chiave. È il Comune che determinerà se la persona potrà beneficiare o meno di questo aiuto. Non sarà il Cantone a "fare il calcolo". La decisione del Comune sarà quella fondamentale».

11:31

«Tutti i Comuni, tutti gli operatori comunali che si occuperanno della gestione di questi incarti, si stanno formando - prosegue Dafond -. Vi è disponibilità di formulari da compilare sul sito web oppure si trovano presso le varie Cancellerie comunali. I Comuni sono a disposizione delle persone interessate che necessitano di informazioni. Se l'intervento della prestazione ponte Covid non viene considerato come risolutivo, si valuta la possibilità di chiedere altre prestazioni sociali».

11:30

Prende ora la parola Felice Dafond, presidente dell’Associazione dei Comuni ticinesi ACT: «I Comuni condividono questa misura, che nasce con lo scopo di fornire un sostegno puntuale, mirato, temporaneo. 
Il ruolo dei Comuni è importante perché siamo l'ente di prossimità. Disponiamo di tutte quelle antenne a contatto con i cittadini.
Il 75% degli aiuti è a carico del Cantone, il 25% dei Comuni. Che però mettono a disposizione anche le strutture e il personale competente e disponibile nel tempo a gestire gli incontri e gli incarti».

11:25

«A complemento di questa nuova misura, il Consiglio di Stato ha deciso anche per un ulteriore misura attraverso il fondo Swisslos con un credito supplementare di 500'000 franchi per enti sociali sul territorio. Per fornire un sostegno puntuale e urgente a chi non ha diritto ad altri strumenti e alla prestazione ponte Covid.

Sul sito www.ti.ch/prestazioneponte si trovano informazioni anche sugli enti a cui chiedere questo aiuto puntuale d'urgenza (pagamento fatture o buoni per la spesa). In questo caso l'aiuto massimo è di 500 franchi a persona. Sono gli enti ad applicare la loro prassi e decidere se una persona ha diritto o meno all'aiuto».

11:21

«Si può scaricare un formulario da www.ti.ch/prestazioneponte. Già da oggi viene aperta una hotline cantonale 0800 91 91 91 dalle 8.30 alle 12 e dalle 13.30 alle 17, da lunedì a venerdì. Oppure si può mandare una mail a infopontecovid@ias.ti.ch».

11:20

«Il ruolo dei Comuni è fondamentale», aggiunge De Rosa. È a loro che va inoltrata la domanda ed è il Comune che valuterà la presenza o meno di una lacuna di reddito ed eventualmente verserà la prestazione.

11:19

La variabile di riferimento per capire se una persona/famiglia ha diritto alla prestazione ponte Covid è il "reddito disponibile" (reddito dedotte le spese, secondo i criteri del Cantone). L'aiuto va a colmare la lacuna di reddito

La prestazione, qualora risultasse appunto una lacuna di reddito, corrisponde a: 1'000 franchi massimo per la prima persona richiedente. Che può essere aumentato di 500 franchi massimo per ogni persona dell'unità di riferimento.

Esempio: famiglia di quattro persone che ha un'evidente lacuna di reddito (reddito disponibile inferiore alle necessità per coprire il minimo vitale e le spese). Il Comune concederà massimo 2'500 franchi alla famiglia (1'000 franchi per il capofamiglia, 500 per il coniuge, 500 per il primo figlio, 500 per il secondo figlio), anche se dal calcolo risultasse un "buco" maggiore. Qualora il "buco" tra entrate e uscite fosse minore di 2'500 franchi, ovviamente l'aiuto concesso corrisponderà a quella cifra.

La prestazione può essere richiesta tra marzo e giugno (quattro mesi). Ma solo per un massimo di tre volte (tre mesi su quattro).

11:18

«È una misura che si inserisce in maniera complementare agli aiuti erogati ai vari livelli istituzionali, ed è complementare pure alle prestazioni Laps. Gli obiettivi sono permettere di superare una fase di difficoltà transitoria (per poi ripartire), offrire una consulenza e un accompagnamento mirato sul territorio, cercare di contenere il ricorso alle prestazioni assistenziali. 
La validità è di quattro mesi, fino a fine giugno. Ma è possibile richiedere la prestazione ponte Covid per un massimo tre volte.

Questa prestazione è destinata alle persone che stanno subendo l'impatto della pandemia, una riduzione dei redditi, e non riescono a beneficiare degli strumenti già messi in campo. Quindi agli indipendenti affiliati alla cassa di compensazione AVS che hanno subito una riduzione del fatturato e ai lavoratori salariati che hanno subito una perdita di lavoro, anche parziale, e non possono beneficiare delle indennità LADI.
Inoltre, il richiedente deve risiedere in Ticino da almeno tre anni, non deve avere raggiunto l'età di pensionamento, non deve beneficiare di indennità di disoccupazione né prestazioni Laps (assistenza, API) né prestazioni complementari».

11:14
www.ti.ch
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De Rosa prosegue: «Ci sono persone che non hanno avuto accesso agli aiuti. Abbiamo +1'000 disoccupati rispetto a un anno fa. +500 rispetto a dicembre. Pensiamo che nei prossimi mesi possa esserci un aumento delle richieste d'aiuto. Ecco perché questa prestazione ponte Covid, che entrerà in vigore in marzo».

11:12
www.ti.ch
11:11

«Abbiamo monitorato costantemente le richieste legate alle prestazioni LAPS».

11:10

«Sono numerosi gli interventi di Confederazione, Cantone e Comuni negli scorsi mesi. In questi mesi c'è stato un contatto costante con Comuni e attori sociali del territorio, per capire come riuscire ad aiutare chi non poteva beneficiare delle misure messe a disposizione. Insieme ai Comuni abbiamo deciso di indirizzarci ai lavoratori indipendenti e ai lavoratori dipendenti che non possono beneficiare delle prestazioni legate alla LADI».

11:08

Il primo a prendere la parola è il consigliere di Stato, Raffaele De Rosa: «La pandemia ha un impatto sulla salute fisica e mentale dei cittadini, sul settore sanitario, come pure sull'insieme della società. E anche sull'economia e sulla società tutta. Ecco perché introdurre questa misura supplementare, per aiutare le persone che non beneficiano delle molte misure messe in atto a sostegno di cittadini e aziende».

10:44
TiPress - foto d'archivio
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