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CANTONE«Ci sono persone disperate e pronte a scendere in piazza»

11.02.21 - 06:00
Un gruppo di quasi tremila indipendenti chiede aiuto alla politica. Ecco l'SOS di cui Dan Harroch si fa interprete
Foto Harroch
Dan Harroch si fa megafono di molti
Dan Harroch si fa megafono di molti
«Ci sono persone disperate e pronte a scendere in piazza»
Un gruppo di quasi tremila indipendenti chiede aiuto alla politica. Ecco l'SOS di cui Dan Harroch si fa interprete
«Si dibatte di velo e di Polo sportivo, quando oggi c’è gente che non ha più i soldi per fare la spesa».

LUGANO - Se il Consiglio di Stato ha preso carta e penna per segnalare a Berna la stanchezza del Ticino è anche perché la pazienza di una grossa parte di cittadini appare effettivamente esaurita. Come i loro risparmi e gli aiuti che intanto tardano a venire. Un buon termometro del grado di esasperazione si trova su Facebook dove il gruppo “Lavoratori Indipendenti e Piccole Imprese in Ticino”, creato da Luca Moretti, raccoglie ormai quasi tremila membri. 

Il grido di aiuto - Vi si possono leggere tutte le sfumature della frustrazione, della voglia di scendere in piazza, della rabbia e degli appelli alla politica. Tra di loro un torrenziale Dan Harroch, gerente di bar e sinonimo di una movida luganese da un anno ibernata: «Mi faccio interprete del grido di aiuto lanciato da piccoli imprenditori, commercianti, ristoratori, fornitori… il gruppo riceve una marea di messaggi, in pubblico e in privato, di persone disperate. Qualcuno è pronto ad incatenarsi davanti al Palazzo del Governo. Abbiamo incontrato diversi politici perché la situazione sta sfuggendo di mano».

Una lenta agonia - Il cuore del problema, per quasi tutti questi non salariati, è che il denaro per andare avanti sta finendo: «Senza più introiti, restano solo i risparmi. Per chi ce li ha. Ma poi ci sono i costi fissi, l’affitto, gli oneri sociali, telefono, luce… Fa un po’ rabbia vedere la discussione politica focalizzarsi a Lugano sul Polo sportivo che costerà centinaia di milioni, quando qui c’è gente che non ha più i soldi per fare la spesa. Si dibatte di velo, ma oggi l’unico velo che ci interessa togliere è quello che copre la nostra situazione».

Gestione degli aiuti catastrofica - Ma il Polo sportivo non è il nemico, ci tiene a puntualizzare Harroch, ma solo una stonatura nel dibattito politico: «Chiediamo solo di ricevere gli aiuti pattuiti. So di persone che aspettano da novembre. La gestione della seconda ondata dal punto di vista degli aiuti finanziari è catastrofica. Mancano anche le risposte dallo Stato».

La rete... dell'assistenza - Per questa folta categoria di cittadini, i cosiddetti indipendenti, il piatto dei diritti piange: «Nessuno di noi come imprenditori ha diritto alla disoccupazione. L’unica rete che ci rimane è quella dell’assistenza. Ma per ottenerla, mi è stato risposto, occorre vendere tutto e ritrovarci a zero. Aspettiamoci un’ondata impressionante di fallimenti» incalza Harroch.

La fine del pollo - In una società che il Covid ha diviso in caste, su uno dei gradini più bassi siede chi ha diritto a zero aiuti: «Sono in particolare gli indipendenti che hanno creato un’attività nel 2020 e che non possono beneficiare degli aiuti di rigore». Aiuti che Berna sembra intenzionata a raddoppiare a 10 miliardi. Ma, come col pollo di Trilussa, il problema resta la volontà di un'equa distribuzione. «Intanto c’è una categoria che muore di fame» chiude Harroch.

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