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LUGANO«Abbiamo bisogno di quest'opera»

27.01.21 - 18:26
Dopo l'annunciato referendum dell'Mps, Roberto Badaracco interviene in difesa del nuovo stadio di Cornaredo
tipress
«Abbiamo bisogno di quest'opera»
Dopo l'annunciato referendum dell'Mps, Roberto Badaracco interviene in difesa del nuovo stadio di Cornaredo
Il municipale: «I costi sono più bassi di quanto si dice. E l'indotto sarà importante, in un momento di crisi economica»

LUGANO - Sarà referendum sul futuro Polo Sportivo di Lugano. Oggi l'Mps ha annunciato che chiamerà i cittadini ad esprimersi sul progetto: «troppo costoso e sproporzionato» per il Movimento. «Necessario e urgente» invece per il municipale Roberto Badaracco, che corre in difesa dell'opera a nome del Municipio. «Senza il nuovo stadio - dice - retrocederà tutta la città». 

Badaracco, come ha preso il "tiro" dell'Mps?

«Non me l'aspettavo, sinceramente. Anche perché i tempi sono precoci. Il Consiglio comunale non si è ancora espresso sul progetto, voteremo a marzo. Si lancia un referendum su qualcosa di non ancora approvato». 

Una giocata d'anticipo, in vista di un'approvazione probabile. 

«In vista anche delle elezioni comunali, credo. Non siamo ingenui: le votazioni si avvicinano, e i partiti vogliono profilarsi davanti all'opinione pubblica. Per carità, il referendum è uno strumento democratico, ed è anche giusto che la popolazione si esprima su un argomento così importante».

Crede che il referendum passerà?

«È possibile. In questo momento di pandemia, di crisi economica, è facile far passare messaggi di risparmio. Invece è proprio in questi momenti che l'ente pubblico dovrebbe intervenire, con investimenti che abbiano una ricaduta importante sul territorio, come in questo caso».

Sugli importi c'è un certo dibattito. L'Mps parla di 350 milioni complessivi. 

«La cifra non è corretta. La spesa prevista a carico della Città è di 140-160 milioni al massimo. A questi si aggiungono gli investimenti privati, per un totale di 250 milioni». 

Comunque un bel colpo, per le casse comunali. 

«Siamo in linea con i costi di altre strutture analoghe in Svizzera, abbiamo fatto dei confronti. Per la Città la spesa sarebbe comunque dilazionata in 27 anni. È vero, sono comunque soldi, ma di nuovo: è il momento di spenderli». 

Lugano ha bisogno di quest'opera?

«Decisamente sì. Negli ultimi anni a livello sportivo abbiamo perso molti punti, e se ci fermiamo rischiamo ancora di più. L'Fc Lugano potrebbe non esistere più o comunque uscirebbe dalla Super League, per non conformità delle attuali strutture. Perderemmo anche il basket, il volley e tutti gli sport al coperto. Non vogliamo raggiungere una situazione di super-lusso, ma un adeguamento minimo delle strutture».

Una compensazione per la partita dell'aeroporto?

«Abbiamo bisogno di dare un segnale importante. Sul fronte di Lugano Airport la Città intende disimpegnarsi, sgravandosi della maggior parte delle spese, affidando ai privati la struttura. Qualche risorsa potrà essere sbloccata per essere impiegata su altri fronti. Fermo restando che la partita dell'aeroporto è comunque aperta e procederemo a sottoporre al Consiglio comunale i team che secondo noi meritano di giungere alla fase di trattativa più approfondita. Sui voli di linea la partita è ancora aperta».

In definitiva, il referendum la impensierisce?

«Un referendum non è mai da prendere sotto gamba. Ci sono diversi elementi all'interno della sinistra e dei liberali che hanno espresso delle critiche. Ma confido che la popolazione sappia che è un progetto a favore di tutti, e di cui abbiamo bisogno». 

 

 

 

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