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LUGANOL'onda che ha liquidato il CD cambia musica

14.01.21 - 07:00
I flussi streaming hanno rivoluzionato i modi di ascolto e ora puntano su livelli di sound elevatissimi
GLAMILLA
Il fondatore di Musicdoor a Lugano, Damiano Müller
Il fondatore di Musicdoor a Lugano, Damiano Müller
L'onda che ha liquidato il CD cambia musica
I flussi streaming hanno rivoluzionato i modi di ascolto e ora puntano su livelli di sound elevatissimi
L'esperto Damiano Müller fa il punto su un settore sempre più fluido

LUGANO - Damiano Müller, 59 anni, fondatore e titolare di Musicdoor a Lugano, è conosciuto come un grande esperto a livello internazionale di questo “credo” e dal 1985 rappresenta un punto di riferimento per chi ama il suono e le sue origini.

Come si ascolta la musica oggi?
«Praticamente “liquida”. È indubbio che lo streaming continua a fare passi da gigante. Lo stesso Spotify, pioniere in questo ambito, deve stringere i denti per tenere il passo con chi ha già raggiunto livelli di sound elevatissimi. Inoltre, c’è una velocità di fruire dei download che fa dei numeri pazzeschi».

Il buon vecchio CD regge?
«No, è destinato a scomparire presto. Soprattutto per questioni di spazio, ma anche per la ripartenza del vinile. Negli ultimi anni abbiamo organizzato regolarmente il “Vinyl day”, dove c’è stato un notevole interesse da parte di molti giovani. Possedere un classico 33 giri è come avere un libro che profuma».

Dove si pongono i cantanti?
«Fanno parte del nuovo ingranaggio, si sono dovuti adattare. La grande differenza rispetto al passato è che prima gli artisti guadagnavano sui dischi, oggi sul download hanno un margine ridotto. Per questo, fino a prima della pandemia, si faceva molto più live. Oggi l’artista tiene un concerto per incassare, prima lo faceva per promuovere il disco».

E la musica classica?
«Secondo me non è mai stata un genere di nicchia, forse ci sono meno giovani appassionati, ma non ne sono così sicuro, dipende dall’educazione musicale che hanno ricevuto. Quello che è interessante è il discorso dello streaming per questo genere: i maggiori sistemi hanno un limite per la classica che riguarda le versioni. Pensiamo alle varianti che ci possono essere della Nona di Beethoven. Così sono nati flussi streaming come Idagio che si occupano solo di musica classica con un archivio impressionante».

L'hi-end, che lei propone dal 1985, è confrontato con l'evoluzione dei sistemi in rete.
«I diffusori acustici senza fili tendono a rimpicciolire le proprie dimensioni per un puro fattore di comodità, che consente l'uso del collegamento via wi-fi. Credo che il vero hi-end, in grado di garantire la migliore combinazione tecnica possibile, rimanga “allacciato” al cavo e alle casse di grandi dimensioni, il cui suono è sempre perfetto».

E l'immagine?
«Il mercato TV è in rapida e continua evoluzione: bisogna essere preparati per scegliere, in quanto l'offerta di prezzi e di modelli è molto ampia. La tendenza è anche quella dell'home cinema, sempre più richiesto. I costi per un impianto di base possono variare tra i 3.000 e i 25.000 franchi».

Il suo marchio Musicdoor era già online nel 1992: cosa è cambiato a livello di comunicazione?
«Internet, fino a qualche anno fa, era principalmente una grossa fonte di notizie, oggi è prima di tutto business. Se cerchi un'informazione su un prodotto, prima trovi tutti quelli che lo vendono, e poi, forse, quello che ti interessa realmente. Nel nostro ramo, l’online ha battuto di gran lunga la vendita fisica».

Dai 33 giri in vinile ai mostri sacri del suono
Dalla Germania agli Stati Uniti: Damiano Müller è conosciuto fin dai tempi dei 33 giri in vinile, che ancora oggi propone su giradischi sofisticati, come quelli del suo amico Dieter Burmester, scomparso nel 2015. «Il nostro era un legame che andava oltre gli affari, anche se la Burmester rappresenta ancora oggi l'alta qualità. Ricordo un aneddoto durante un viaggio a Berlino. Dieter, in fabbrica, mi mise in mano un sacchetto di viti. “Damiano, questi sono 200.000 dollari”. I suoi apparecchi sono tutti cromati e in commercio le viti cromate non esistono. Quindi alla Burmester c’è un uomo addetto a questa costosa rifinitura». Nel 1988, Müller aveva ospitato nella sede di Musicdoor un altro mostro sacro dell'hi-end, Mark Levinson: «Durante la presentazione di un suo sistema a Lugano, Mark è scappato! Era entrato un visitatore con la sigaretta accesa. In quegli anni era permesso fumare ovunque, ma in America no. Ho chiesto al fumatore di uscire per far tornare Levinson».

 

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