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SESSA«Ci sono due buchi nel muro» e scatta la denuncia

21.12.20 - 18:19
Il video postato su Facebook da una donna sta facendo discutere. Segnalato anche a polizia e Ufficio caccia e pesca
screenshot video Facebook
«Ci sono due buchi nel muro» e scatta la denuncia
Il video postato su Facebook da una donna sta facendo discutere. Segnalato anche a polizia e Ufficio caccia e pesca
La deputata Tamara Merlo: «Se la dinamica dei fatti fosse confermata, si tratterebbe di esposizione a pericolo della vita altrui».

SESSA - «È domenica, sono le 11, vorremmo stare tranquilli, ma si sente sparare nel bosco. Gli spari sono troppo vicini». Sono queste le parole che accompagnano il video postato ieri da un'abitante di Sessa sulla sua pagina Facebook in un album chiamato "No alla caccia a 50m dall'abitato". Le immagini mostrano anche due (presunti) colpi finiti sulla facciata di un'abitazione. Una situazione che ha spaccato il popolo del web in due. Da una parte i sostenitori della caccia, dall'altra chi è dichiaratamente contrario all'uccisione degli animali. I cacciatori vengono anche ripresi in volto, accanto al cinghiale ucciso.

Ma senza voler entrare nel merito dell'argomento, qui la questione è un'altra. I cacciatori si sono effettivamente avvicinati troppo al paese? Nelle immagini si vede chiaramente il cartello che indica la frazione di Beredino. Secondo chi denuncia l'accaduto sì. Tanto che ha interpellato la polizia. «Abbiamo avvisato 117, il guardia caccia, la polizia scientifica e il procuratore», scrive.

Pure la deputata di Più Donne Tamara Merlo è rimasta sconcertata dalle immagini segnalatele. «Ho appena chiamato l'Ufficio caccia e pesca del Cantone e ho inoltrato il link a un video in cui parrebbe di capire che ieri, in Malcantone, dei cacciatori avrebbero esploso dei colpi in direzione delle case, per uccidere un cinghiale - si legge in un post -. Mi è stato detto che l'Ufficio interpellerà la polizia della caccia, per i chiarimenti del caso. Mi aspetto chiarezza, informazioni al pubblico e, se fosse il caso, punizioni adeguate». La deputata, inoltre, «si riserva la possibilità di sporgere denuncia quale privata cittadina perché, se la dinamica dei fatti fosse confermata, si tratterebbe di esposizione a pericolo della vita altrui».

Il Dipartimento del territorio, dal canto suo, ha lasciato il caso in mano alla polizia cantonale. Che da noi interpellata conferma di avere svolto «preliminari accertamenti». «La fattispecie è inoltre al vaglio dell’Ufficio della caccia e della pesca». Saranno le indagini di polizia a determinare dinamica dei fatti e responsabilità.

Cosa dice la legge

In caso di necessità l’Ufficio della caccia e della pesca può autorizzare la caccia invernale al cinghiale, fissandone le condizioni e le modalità di attuazione. Per la caccia invernale al cinghiale vige l’obbligo di usare vestiti ad alta visibilità (es. gilet, pettorina o copricapo arancione).

È vietato esercitare la caccia (cacciatore, preda e traiettoria proiettile) entro un raggio di 50 m dai fabbricati abitati, dai campeggi, dall’area dei percorsi vita e dai sentieri naturalistico-didattici. Prima di sparare il cacciatore deve accertarsi che la selvaggina sia cacciabile e sia escluso qualsiasi pericolo per le persone e la proprietà di terzi.
È vietato effettuare tiri a distanze superiori ai 250 metri.

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