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LUGANOLa famiglia rompe il silenzio: «Chiediamo rispetto»

25.11.20 - 17:41
Fotografi e giornalisti davanti all’abitazione dei genitori della 28enne che ha accoltellato una donna ieri alla Manor.
Rescue Media
La famiglia rompe il silenzio: «Chiediamo rispetto»
Fotografi e giornalisti davanti all’abitazione dei genitori della 28enne che ha accoltellato una donna ieri alla Manor.
La famiglia si dissocia da quanto accaduto ed esprime solidarietà ai parenti delle vittime.

LUGANO - C’erano parecchi giornalisti e fotografi questa mattina a Vezia, davanti all’abitazione dove vivono i genitori della 28enne che ieri ha accoltellato una donna alla Manor. Tutti in cerca di dettagli su quanto successo. Tutti con l’obiettivo di poter parlare con la mamma o con il papà della ragazza. Qualche giornalista ha provato a citofonare al campanello. Ha risposto una donna, ma non se l’è sentita di lasciare un commento riguardo l’ipotesi che sua figlia possa avere legami con il terrorismo di matrice islamica. Legami che sono stati accennati ieri pomeriggio in conferenza stampa, ma mai realmente spiegati. 

Un presunto legame, quello con il terrorismo, di cui in giornata si ha avuto qualche dettaglio in più grazie un tweet della Fedpol che, in un certo senso, ha ridotto di parecchio la portata del coinvolgimento della donna in qualche gruppo estremista dedito al terrorismo.

Un'infatuazione nata nel 2017 - Tutto risale al 2017, quando la ragazza allora 25enne, «soffriva di problemi psicologici». In quel periodo aveva conosciuto in chat un ragazzo. Abitava in Siria. Per la Fedpol «è un combattente jihadista». I due iniziano a conversare. La ragazza si infatua del siriano e decide di lasciare il Ticino per raggiungerlo in Siria. Organizza la fuga, senza comunicare la sua decisione a nessuno. Viene arrestata dalle autorità turche al confine tra Turchia e Siria, e successivamente rimpatriata in Svizzera, dove venne collocata in un istituto psichiatrico.

Da allora, da quel 2017, precisa ancora la Fedpol «la donna non è più comparsa nei dossier legati al terrorismo». Da nostre informazioni risulta che la ragazza abbia il cognome afghano dell’uomo con cui era sposata e da cui si è successivamente separata. Lui figura partito da Lugano nel 2015 per destinazione sconosciuta. Ma apparentemente non vi sarebbero legami con il “combattente jihadista” di cui “si era innamorata sulle reti sociali” nel 2017.

I genitori in queste ore sono molto provati sia per quanto accaduto, sia per l’interesse mediatico attorno a loro. Le uniche dichiarazioni che hanno voluto rilasciare sono quelle affidate a un comunicato stampa, in cui sottolineano «la più completa estraneità» dissociandosi «fermamente da quanto avvenuto». Entrambi hanno espresso «vicinanza e solidarietà ai parenti delle vittime, alle quali augurano una pronta guarigione».

Le parole dei genitori - Poi rivolgendosi ai media e a quel clamore che si sta creando attorno a loro, un clamore a cui non sono abituati: «Chiediamo rispetto. Non siamo a conoscenza di ulteriori elementi utili e non intendiamo fornire dettagli personali su nostra figlia. Appostarsi sotto casa loro, telefonare o accusarci di avere “una figlia terrorista” non apporta alcun beneficio alle informazioni fornite alla popolazione. Danneggia solo una famiglia già molto provata e incredula».

Inoltre per quanto riguarda le informazioni diffuse da alcuni media a nome dei familiari, la famiglia si dissocia, chiedendo rispetto anche per la loro scelta di chiudersi nel silenzio. E concludono esprimendo completa fiducia nelle autorità competenti, nella certezza che «che saranno loro a fare piena luce su quanto accaduto».

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