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CANTONELa tempesta di scirocco d’inizio ottobre ha colpito i boschi ticinesi

13.11.20 - 09:17
Sradicati oltre 36'000 metri cubi di legname in una sola notte. Colpito soprattutto il Mendrisiotto
DT
La tempesta di scirocco d’inizio ottobre ha colpito i boschi ticinesi
Sradicati oltre 36'000 metri cubi di legname in una sola notte. Colpito soprattutto il Mendrisiotto

MENDRISIO - Il forte vento di Scirocco che ha colpito il Ticino nella notte tra il 2 e il 3 ottobre ha causato ingenti danni alle foreste del Cantone Ticino. Si stima che in una sola notte le raffiche di vento, che hanno imperversato fino al mattino, abbiano sradicato oltre 36'000 metri cubi di legname sparsi su una superficie boschiva di circa 520 ettari.

Particolarmente colpiti sono stati i boschi del Mendrisiotto, con almeno 17mila metri cubi di legname sradicato, i boschi della Leventina con circa 11mila metri cubi e i boschi dell’Alta Valle Maggia con 5mila metri cubi.

A livello locale, più duramente colpiti sono stati i boschi di protezione di Vacallo, Morbio Inferiore e Breggia (frazioni di Sagno e Morbio Superiore), come pure sopra il nucleo di Obino a Castel San Pietro, la Valle del Selvano e dell’Alpe nel comune di Mendrisio e la fascia boschiva tra Riva San Vitale e Punta Poiana nel Mendrisiotto, così come la Faura di Airolo in Leventina e le frazioni del Comune di Lavizzara in Alta Valle Maggia.

Coordinati dai diversi Uffici forestali di circondario della Sezione forestale, attivatisi per individuare le superfici colpite e quantificare l’entità dei danni, i diversi Patriziati e Comuni toccati dagli eventi si sono prontamente attivati nel richiedere alla Divisione dell’ambiente l’autorizzazione di iniziare i lavori di ripristino più urgenti. Permesso accordato unitamente alla promessa di sussidio (70% tra Cantone e Confederazione) che permetterà di procedere celermente. Prioritariamente si sta procedendo con gli sgomberi legati alle urgenze fitosanitarie (in particolare nei boschi di resinoso), come pure con lo sgombero degli alberi pericolanti che minacciano le vie di comunicazione, i sentieri escursionistici, le abitazioni, gli acquedotti comunali, le linee elettriche e telefoniche, eccetera.

In parallelo saranno elaborati dei veri e propri progetti selvicolturali per gestire le superfici più colpite dall’evento allo scopo di garantire a medio lungo termine la funzione di protezione.

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