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CANTONE«Scegliamo con chi avere contatti stretti»

21.10.20 - 11:44
Oggi nel nostro cantone sono stati segnalati altri 255 casi. Negli ospedali sono ricoverate 35 persone
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Oggi nel nostro cantone sono stati segnalati altri 255 casi. Negli ospedali sono ricoverate 35 persone
Le autorità cantonali hanno fatto il punto della situazione sull'andamento della pandemia in Ticino. Lanciata una nuova campagna: «Le scelte giuste ci proteggono»


BELLINZONA - La seconda ondata di coronavirus è arrivata. Anche in Ticino. Oggi nel nostro cantone le autorità sanitarie cantonali hanno segnalato 255 nuovi casi accertati (sono praticamente raddoppiati rispetto al giorno precedente). E nelle strutture sanitarie ticinesi sono attualmente ricoverate 35 persone.

Ora è quindi più importante che mai: «Le scelte giuste ci proteggono» ha esordito oggi in conferenza stampa il presidente del Consiglio di Stato, Norman Gobbi, lanciando la nuova campagna di prevenzione del Cantone. Una campagna che invita non solo al rispetto delle raccomandazioni igieniche e di distanziamento, ma che pone l'accento sull'importanza di limitare il numero quotidiano di contatti personali per contribuire a evitare la diffusione incontrollata del virus sul nostro territorio. Questo sia per salvaguardare la salute della popolazione sia per evitare un nuovo lockdown, «che non sarebbe sostenibile».

Gli ospedali sono pronti - Anche il consigliere di Stato Raffaele De Rosa, direttore del DSS, ha fatto un appello alla responsabilità individuale. «Quanto la curva dei nuovi contagi sarà alta, dipende da noi e dai nostri comportamenti». Si parla anche di rinunce necessarie, per «rallentare la velocità dei contagi». In ogni caso, ha assicurato, le strutture ospedaliere ticinesi sono pronte: se necessario saranno creati poco più di duecento posti letto acuti alla Carità di Locarno e alla Clinica Luganese Moncucco (così com'era già avvenuto durante la prima ondata pandemica della scorsa primavera, ndr).

La scuola? «Non è un luogo di contagio» - Lo scorso 31 agosto circa 50'000 allievi sono tornati nelle aule scolastiche. E proprio la scuola è a più riprese al centro delle discussioni relative alla pandemia. Ma - lo ha detto Manuele Bertoli, direttore del DECS - le lezioni in presenza sono fondamentali. E interromperle avrebbe «conseguenze drammatiche» per molti allievi. Fatto sta che «oggi la scuola non è un luogo di contagio», come ha assicurato il consigliere di Stato. «I piani di protezione nelle scuole sono stati messi in atto e funzionano. I numeri sono sotto controllo. E non ci risultano casi di ragazzi ospedalizzati o che vadano al di là del normale decorso». Per ora non si parla di un obbligo di mascherina alle scuole medie. «Il virus arriva da fuori».

I contatti vanno ridotti - Nelle ultime ventiquattro ore in Ticino sono stati registrati 255 nuovi contagi. Con poco meno di mille test, il tasso di positività che si aggira attorno al 22% (dato del 19 ottobre 2020), ha spiegato il medico cantonale Giorgio Merlani. E si osserva un aumento delle persone che vengono contagiate da un singolo caso positivo: se durante l'estate si parlava di un valore che era attorno all'1, ora si è saliti a 1,6-1,8. Quindi dieci persone ne contagiano 16-18. L'invito del medico cantonale - sulla scia della nuova campagna di sensibilizzazione - è di fare le scelte giuste, scegliendo con quante persone avere contatti stretti e con quale frequenza incontrarle. L'aumento della vita sociale mette infatti sotto pressione il contact tracing, che proprio in questi giorni in Ticino viene rinforzato per evitare ritardi.

12:49

L'odierna conferenza stampa è conclusa. Grazie di averla seguita su tio/20minuti.

12:49

Raffreddore: meglio evitare di andare al lavoro e farsi testare?
Merlani: «La raccomandazione è di fare il test al minimo sintomo. In effetti nell'adulto il raffreddore può essere uno dei sintomi. Il raffreddore ha creato molti problemi nell'ambito scolastico: sotto i dodici anni i criteri per testare sono diversi. E si è più restrittivi, col criterio dell'apparizione acuta dei sintomi».

12:42

Bambini e nonni: come comportarsi? E ci sono stati bambini contagiati nella scuola dell'infanzia?
Merlani: 
«Si contano singoli casi d'infezioni, ma spesso asintomatici Per quanto riguarda il rapporto coi nonni: la situazione rimane non chiara, perché i dati scientifici possono dare una probabilità e delle percentuali... ma prendere una decisione in merito non è possibile. Vanno comunque messe in protezione le persone più vulnerabili. Mettere insieme generazioni diverse rappresenta un rischio ulteriore».
Bertoli: «Nelle scuole elementari abbiamo avuto una sola quarantena di classe. Ed è l'unico caso che abbiamo avuto nelle scuole comunali».

12:38

Le ospedalizzazioni stanno aumentando. Ci si sta organizzando. Ma ci sono dei limiti? Sarebbe ancora un'opzione fare capo a ospedali d'oltralpe?
De Rosa: «La scorsa primavera abbiamo fatto affidamento su ospedali d'oltre San Gottardo per tre casi. Ora il dispositivo sanitario è pronto. Seguiamo da vicino la situazione. Ora siamo a 35 ospedalizzati. In 48 ore possiamo arrivare a oltre 200 letti acuti. Se necessario, prendiamo altre decisioni sulla base dell'andamento della pandemia».

12:35

Come si possono pensare misure di contenimento, se comunque non si sa bene dove avvengono i contagi?
Merlani: 
«Oltre nella metà dei casi non è chiaro dove sia avvenuto il contagio. Ma ci sono dei dati generali sulla diffusione del virus. E ci sono dati buoni sulle misure che hanno portato a una riduzione dei casi».

12:33

L'obiettivo è di evitare un lockdown. Ma a livello federale si starebbe discutendo di lockdown di breve durata. Vi risulta?
Gobbi: «Per ora il Consiglio di Stato e nemmeno gli altri Cantoni sono stati interpellati in merito, quindi non possiamo prendere posizione».

12:30
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12:29

Cene con gli amici, qual è la scelta giusta?
Gobbi: 
«Valutare se è opportuno o meno farla, considerando se le persone che vi dovrebbero prendere parte sono a rischio o meno. Bisogna essere critici, assumersi delle responsabilità, ma senza annullare la vita sociale».
Merlani«Nulla è vietato, ma si possono compiere delle scelte». Dipende dalla situazione. «Se una persona ha una cena e quattro giorni dopo vuole andare a trovare la nonna in casa anziani, dovrebbe rinunciare a qualcosa. A me preoccupa molto il numero delle persone che entrano in contatto tra loro. Dobbiamo ricordarci che per 48 ore prima della comparsa dei sintomi siamo contagiosi».
De Rosa: «Conta anche il comportamento durante le cene: evitiamo di darci la mano, di abbracciarci».

12:26

Ora la parola viene data ai giornalisti per le domande.

12:25

Gobbi ha ribadito che per il Consiglio di Stato la responsabilità individuale rimane centrale.

12:23

Come indossare la mascherina? Va fatto correttamente: innanzitutto, ha ribadito Merlani, vanno disinfettate le mani. Poi la mascherina va presa dagli elastici, che vanno messi dietro alle orecchie. Il ferretto deve stare sopra. E così va lasciata. «Bisogna evitare di toccarla continuamente». Per toglierla: va presa dagli elastici. «La mascherina non si indossa tenendo il naso fuori, non serve nemmeno abbassarla e alzarla, e l'elastico non va girato perché altrimenti la mascherina non aderisce al viso».

12:21

I luoghi di contagi: la famiglia e il luogo di lavoro. «Sul luogo di lavoro ci sono spesso le distanze garantite dal datore di lavoro, ci sono le protezioni in plexiglass... ma poi si va tutti assieme a bere il caffè o a fumare la sigaretta. Sono queste le situazioni che osserviamo e che ci costringono a ordinare delle grosse quarantene».

12:20

Tuttora siamo molto mobili. Durante la prima ondata della pandemia, ha ricordato Merlani, gli spostamenti erano invece diminuiti dell'80% circa.

12:18

Da un caso positivo si infettano circa 1,6-1,8 persone. Durante l'estate tale numero era attorno a 1. «Questa cifra dipende dalle misure d'igiene, dal distanziamento sociale, dall'uso della mascherina e dagli incontri che abbiamo». L'invito del medico cantonale è quindi di fare delle scelte, soprattutto se si è in contatto con persone vulnerabili: scegliere con quante persone avere contatti stretti e con quale frequenza incontrarle.

12:16

Il numero dei casi raddoppia ogni cinque-sette giorni, ha spiegato Merlani.

12:14

Attualmente in Ticino quasi 400 persone sono in isolamento e quasi 1'200 in quarantena (si tratta dei contatti stretti delle persone risultate positive).

12:11

D'ora in poi le autorità sanitarie cantonali forniranno giornalmente dei dati con maggiori dettagli, riguardo ai contagi giornalieri, le persone in isolamento, la percentuale di test positivi e il numero dei pazienti ricoverati.

12:10

In Ticino si sta rinforzando il contact tracing. Quindi attualmente ci sono persone positive che non ricevono un contatto dal contact tracing nello stesso giorno in cui riceve l'esito dei test. Si verificano pertanto dei ritardi, come ha spiegato Merlani.

12:09

In Ticino in 24 ore il 22% dei test è risultato positivo (dato relativo al 19 ottobre 2020). Sono stati effettuati quasi mille test in un giorno.

12:08

Negli ultimi 14 giorni il 12% dei test è risultato positivo.

12:07

Parla il medico cantonale Giorgio Merlani: «Oggi si segnalano 255 nuove persone positive, complessivamente sono 4'909 dall'inizio della crisi. Al momento negli ospedali sono ricoverate 35 persone». Negli ultimi 14 giorni in Ticino le nuove persone positive su 100'000 sono 331: «È un numero molto elevato. Non è il più alto a livello svizzero e nemmeno a livello europeo, ma è molto alto».

12:04

Bertoli: «Continueremo ad adattare le misure. Oggi una decisione relativa all'obbligo di mascherina nelle scuole dell'obbligo non è sul tavolo. Può darsi che sarà necessario introdurre tale misura secondo l'andamento della pandemia». Una decisione del genere è stata presa, per ora, a Basilea Città, Svitto e Appenzello esterno.

12:04

Bertoli: «Nelle scuole medie in un mese e mezzo abbiamo avuto una ventina di casi che hanno portato a delle quarantene di classe. La nostra sfida principale è di seguire i ragazzi durante la quarantena. Farlo durante la scuola in presenza è possibile, passare alla scuola ibrida sarebbe molto complicato».

12:01

Il vero problema - secondo Bertoli - sta «fuori dalla scuola». È quindi importante la responsabilità personale.

12:01

Per quanto riguarda l'uso della mascherina nelle scuole, si agisce localmente, ha spiegato Bertoli. Per esempio in delle scuole medie in cui sono state ordinate delle quarantene è stato introdotto l'obbligo di mascherina per due settimane.

11:59

Bertoli: «Interrompere le lezioni in presenza avrebbe conseguenze drammatiche. Metterebbe in discussione l'intero anno scolastico».

11:58
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11:58

Le quarantene a scuola sono decretate per un ragazzo positivo nel post-obbligo, e nelle scuole obbligatorie per due casi di positività, ha ricordato Bertoli.

11:57

Bertoli: «I piani di protezione nelle scuole sono stati messi in atto e funzionano. I numeri sono sotto controllo. Su cinquantamila allievi, i casi positivi nelle scuole sono sotto la decina. Non ci risultano casi di ragazzi ospedalizzati o che vadano al di là del normale decorso. Un dato per noi importante: è sostanzialmente verificato che il virus arriva dall'esterno dentro la scuola, ma non è portato dalla scuola all'esterno della scuola». Quindi: «Oggi la scuola non è un luogo di contagio».

11:56

Ora parla Manuele Bertoli, direttore del DECS: «La scuola è sempre un elemento molto discusso quando si parla di pandemia, quindi è giusto fare il punto su questa grande istituzione». Un'istituzione che prima dell'inizio dell'anno scolastico si è preparata con tre scenari: in presenza, ibrido e a distanza. «Per quanto possibile, abbiamo cercato di restare allo scenario 1. Ora siamo a un quinto dell'anno scolastico, ne mancano quattro quinti. Manca parecchio per arrivare in fondo a questo anno scolastico».

11:54

De Rosa: «I numeri cresceranno ancora, ma dobbiamo agire ora per vedere il risultato del nostro impegno tra qualche settimana».

11:54

«Il nostro sistema sanitario è pronto ad aumentare il numero dei posti letto quando sarà necessario» ha quindi assicurato De Rosa.

11:53

De Rosa: «Nel momento in cui nei due ospedali di riferimento si raggiungerà un'occupazione del 70%, saranno aumentati i letti di reparto anche negli ospedali Italiano di Lugano e a Faido».

11:51

Prontezza del sistema ospedaliero: è confermata una capacità di una sessantina di letti nelle cure intense, alla Carità e alla Clinica Luganese Moncucco.

11:50

De Rosa si dice però preoccupato delle visioni estreme senza visioni oggettive ed evidenze scientifiche.

11:49

«Siamo consapevoli di chiedere ancora molto a tutti i cittadini, ma dobbiamo tenere duro e stare uniti. Il percorso che ci aspetta sarà molto difficile. Siamo appena a metà ottobre e ci aspettano ancora diversi mesi con difficoltà legate al freddo e all'influenza stagionale. Ma è importante trovare il percorso giusto e agire ora con misure adeguate e proporzionate, nell'interesse della salute pubblica ma anche dell'economia e delle società tutta» ha detto De Rosa.

11:48

De Rosa: «Un secondo lockdown non ce lo possiamo permettere»

11:48

«La situazione è seria e preoccupante. Pur essendo diversa da marzo: si testa di più. Ma preoccupa il tasso di positività, l'aumento della fascia d'età dei nuovi contagi e il luogo di contagio che sempre più spesso è sconosciuto» ha detto De Rosa. «Si tratta di agire ora, in maniera tempestiva, con qualche rinuncia da parte di tutti, cercando di rallentare la velocità dei contagi» ha detto, pensando alle circa 400 persone che sono in isolamento e le circa mille persone in quarantena. «Dobbiamo impegnarci tutti, perché solo così sarà possibile evitare misure più severe».

11:46

De Rosa: «Con il nostro modo di comportarci possiamo essere altruisti nei confronti delle persone più vulnerabili».

11:45

De Rosa: «Quanto la curva dei nuovi contagi sarà alta, dipende da noi e dai nostri comportamenti». Ma sappiamo come comportarci, ricorda De Rosa: «Rispettando le norme d'igiene e il distanziamento sociale, e portando la mascherina».

11:44

Prende la parola Raffaele De Rosa, direttore DSS: «È indubbio che anche in Svizzera è cominciata la seconda ondata».

11:42

Gobbi parla di federalismo: «Qualcuno ha interpretato le misure della Confederazione ritenendo che il sistema svizzero non funziona. Invece la Svizzera è uscita dalla prima fase pandemica grazie al ruolo dei Cantoni». Non va quindi commesso l'errore di dare seguito a chi vuole mettere in discussione il sistema federale.

11:40

Il Governo ha introdotto due misure che riguardano l'amministrazione cantonale: il Governo ha esteso l'obbligo d'indossare la mascherina in tutti gli edifici dell'amministrazione (a eccezione delle postazioni equipaggiate di plexiglas). «La mascherina è uno strumento efficace» ha ricordato Gobbi. Il secondo provvedimento riguarda il telelavoro, dopo che il Consiglio federale ha raccomandato di estenderlo il più possibile. Da ieri per il personale dell'amministrazione cantonale l'accesso al telelavoro è facilitato.

11:39

Le misure necessarie vengono introdotte di volta in volta. L'obiettivo - ha spiegato Gobbi - è di tenere la situazione sotto controllo e di mantenere le libertà dei cittadini. «Ma le misure non hanno un effetto immediato, valutiamo costantemente la situazione, valutiamo la tendenza ma soprattutto manteniamo la calma».

11:38

«Questa crisi non è uno sprint, ma una lunga maratona. Bisogna procedere con cautela, costanza e coerenza» ha detto Gobbi.

11:38

Gobbi sottolinea che «la situazione è seria, ma non è fuori controllo». E che già la scorsa primavera «abbiamo saputo dimostrare di essere forti come comunità».

11:37

La conferenza stampa inizia con l'intervento di Norman Gobbi, presidente del Consiglio di Stato: «Le scelte giuste ci proteggono: è il nuovo messaggio che lanciamo da oggi a tutti i cittadini. Le priorità restano sempre le stesse: salvaguardare la salute di tutti ed evitare un nuovo lockdown, che non sarebbe sostenibile».

11:27

Inizia a breve la conferenza stampa sulla situazione del coronavirus in Ticino.

 

Sono presenti in sala:

 

Norman Gobbi, presidente del Consiglio di Stato

Manuele Bertoli, direttore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS)

Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS)

Giorgio Merlani, medico cantonale

11:13
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